Questi ospitalieri Antoniniani o Cavalieri del TAU avevano la loro precettoria generale d’Italia nell’abbazia di S. Antonio di Ranverso, costruita intorno al 1188 nella bassa Val di Susa, tra Rivoli ed Avigliana, lungo la via delle Gallie, già “Via Romea”,
Questi ospitalieri Antoniniani o Cavalieri del TAU avevano la loro precettoria generale d’Italia nell’abbazia di S. Antonio di Ranverso, costruita intorno al 1188 nella bassa Val di Susa, tra Rivoli ed Avigliana, lungo la via delle Gallie, già “Via Romea”,
Il Rubini segnala che a Moscufo, nella provincia di Pescara, si può osservare nel giro absidale esterno della chiesa benedettina di Santa Maria del Lago, il “TAU”53, segno a forma di T (la lettera T nell’antico alfabeto ebraico è simile alla lettera X iniziale del greco Christòs) o di stampella, di cui si appropriarono, quale simbolo delle sofferenze fisiche, gli ospitalieri Antoniniani54, meglio noti come Cavalieri del TAU, dediti all’assistenza e alla cura dei malati di lebbra, “fuoco di Sant’Antonio”, etc. Questi ospitalieri Antoniniani o Cavalieri del TAU avevano la loro precettoria generale d’Italia nell’abbazia di S. Antonio di Ranverso, costruita intorno al 1188 nella bassa Val di Susa, tra Rivoli ed Avigliana, lungo la via delle Gallie, già “Via Romea”, interessata al passaggio di mercanti, pellegrini e contingenti armati. Gli Antoniniani portavano cucito sul loro abito nero il simbolo del TAU di colore azzurro, ed erano grandi allevatori di maiali (marchiati sulla groppa col simbolo del TAU) poiché vi ricavavano il lardo che veniva usato dai monaci per massaggiare le parti del corpo colpite dalla cancrena55. Lo storico torinese Goffredo Casalis56 riferisce che l’abbazia di S. Antonio di Ranverso dal 1228 fu retta dai monaci di Chimonte, i quali come quelli di San Gillio, dipendevano dalla magione templare di S. Egidio di Moncalieri. Ritroviamo il simbolo del TAU nell’abbazia cistercense di Morimondo, in provincia di Milano, nonché nella chiesa templare di Santa Croce a Rimini e nel Palazzo di Santa Croce a Veroli, il quale secondo il Rotundo doveva essere sede di una frangia della cavalleria templare dedita esclusivamente a funzioni assistenziali ed ospedaliere57. In effetti si trovano tracce dei Cavalieri del TAU anche in zone dove i templari ebbero molte magioni, come in Toscana, dove nella cittadina di Altopascio, probabilmente luogo d’origine di questa cavalleria, ancora oggi si svolge in loro onore una sfida tra balestrieri (il TAU aveva anche la forma della balestra). Tornando alla benedettina Santa Maria del Lago, già Santa Maria ad lucum, toponimo che si trova alternato con Santa Maria ad lacum58, poco si sa a causa della distruzione dell’abbazia, costruita prima dell’anno Mille e riedificata nel sec. XII. Non ci sono documenti che provino la pertinenza templare della chiesa. Sembra evidente che per ipotizzare una probabile presenza della militia in Santa Maria del Lago, non basta dire che esistevano complessi benedettini.