Per gli studi e ricerche dell’amico Andrea, Alfredo D’Andrade scrisse al Prefetto dichiarando che l’Ordine Mauriziano sostituiva le formelle degradate con il cemento
Per gli studi e ricerche dell’amico Andrea, Alfredo D’Andrade scrisse al Prefetto dichiarando che l’Ordine Mauriziano sostituiva le formelle degradate con il cemento

Digital Camera
Paolo Boselli Cavaliere dell’Ordine Supremo dell’AnnunziataPrimo Segretario del Gran Magistero Maurizianoper cinquant’anni Deputato ecinque volte Ministro e Presidente del ConsiglioDa quarant’anni Presidente del Consiglio Provinciale di Torino,di Alti Istituti scientifici e patriottici.Guida ed amministratore sagacedi intelletto agile,acuto e versatiledi svariata profonda dottrinaespressa con eleganza scultoria,di meravigliosa attività legislativa in Parlamentoe nei Consigli della Corona,nella guerra per la redenzione nazionaleFiaccola ardente di fede nella VittoriaAuspice la Provincia,Municipio,Ateneo,Politecnico,Academia delle Scienze,Consorzio Nazionale per Biblioteche,innumeri ammiratori devoti.nell’anno 1922Q.L.P.
Alfredo D’Andrade scrisse al Prefetto dichiarando che l’Ordine Mauriziano sostituiva le formelle degradate con il cemento
Paolo Boselli
Sulla lapide marmorea nel Pronao ancorata al muro scazzafittato dalla scialbatura posta all’ingresso della biglietteria insieme al nome del magnate di assistenza ospitaliera Polo Boselli del Mauriziano troviamo il nome di Alfredo D’Andrade leggiamo quello maestro Cesare Bertea due grandi effettuarono nei primi del 900 i più importanti lavori di restauro a Ranverso.
Lapide ancorata nel Pronao in ricordo dell’Architetto Alfredo d’Andrade
La lapide riporta scritto: L’antica Chiesa dei Frati Antoniani attraverso le fortunose vicende dei tempi Ricostrutta e alterata ritrovò le linee della sua Prima architettura e i fregi preziosi dei dipinti che attestano l’arte Piemontese per sollecitudine di Paolo Boselli che volle associare nell’ Ordine Mauriziano la pietà e l’assistenza Ospitaliera col rispetto e con l’amore per le Tradizioni artistiche Italiane affidando i restauri agli artisti valorosi e devoti conservatori della Chiesa Monumento Nazionale insigne. Alfredo D’Andrade – Cesare Bertea MCMXIII – MCMXXII |
La foto durante i lavori si nota sull’aquila la corona poi scomparsa dopo gli ultimi lavori di Gritella
Efflorescenze sulle formelle
Anche Alfredo d’Andrade tra il 1909 e il 1911 per il restauro della facciata di Sant’Antonio di Ranverso, nei pressi di
Torino e non lontano dal corso della Dora Baltea, per il ripristino del decoro fittile della facciata, dovette fare
svariati tentativi di miscelazione di terre provenienti dal circondario per ottenere impasto, colore e venature
analoghi a quelli delle formelle antiche (G. izzO, Il restauro dei cotti conformati negli interventi tra ‘800 e
‘900 in Piemonte nella metodologia odierna, in Laterizi in età medievale. Dalla produzione al cantiere, atti
del convegno nazionale di studi, Roma 4-5 giugno 1998, a cura di E. de miniCis, Roma, Kappa, 2001, pp.
Per il caso di Sant’Antonio di Ranverso, ad esempio, le integrazioni delle formelle
decorative in seguito all’intervento di Alfredo D’Andrade, si possono ipotizzare in
percentuali che variano dal 30 all’80%. Dai documenti di archivio si è riscontrata una
scrupolosa metodologia per la fattura dei nuovi laterizi, sia per le misure che per il
disegno delle decorazioni, ma persino per la scelta delle terre da usarsi e le
percentuali al fine di ottenere la colorazione più verosimile all’originale.
Sant’Antonio di Ranverso (Avigliana – Torino). Efflorescenze su una formella
E’ quindi d’obbligo riconoscere ai restauratori dei primi del Novecento il merito di
averci tramandato lo splendore e la ricchezza di tali decorazioni che sarebbero
andate perse nel tempo, constatando il loro già avanzato stato di degrado all’epoca
dell’intervento e lo scarso supporto delle tecnologie nelle metodologie.
Alfredo d’Andrade
Alfredo D’Andrade, durante i lavori di restauro eseguiti nel primo quarto del XX secolo, aveva prelevato dalla facciata sessanta formelle in cotto, ordinandone la riproduzione al fine di preservarle, e per salvarle dall’imminente guerra le aveva “nascoste” nel chiostro, poiché l’accesso a questo durante il conflitto finì a sua volta nascosto dalla vegetazione, di queste se ne era persa traccia e furono, infine, ritrovate nell’ultimo intervento del 2001.
Una ricomposizione grafica del Chiostro come si presentava all’origine
Il Chiostro prima dei lavori di Alfredo d’Andrade
Il complesso venne eretto grazie alla volontà del Conte di Savoia Umberto III. Nel ?400 l’Abbazia era l’unica a godere, nella valle, di una certa floridezza tanto da promuovere nel 1470 lavori di ampliamento e decorazione della chiesa e del complesso ospedaliero. Dell’antico complesso monastico si sono conservati la chiesa con il campanile e la sacrestia, un lato del chiostro, l’ospedale, il convento e le cascine. L’attuale aspetto della chiesa è dovuto alla notevole opera di restauro di Alfredo D’Andrade, compiuta nel 1914, che cercò di recuperare l’immagine che l’edificio doveva avere nel secolo XV, quando furono ampliate le strutture originarie. Il sistema abbaziale presenta architetture importanti e fra le più esemplari del tardo Medioevo piemontese, e di non minore rilievo, per qualità e per quantità, è la presenza di affreschi. All’interno della Chiesa l’attenzione viene catturata dal grande polittico che si erge sull’altare maggiore, eseguito nel 1531 da Defendente Ferrari, per voto fatto dalla città di Moncalieri durante una pestilenza. Sopra la struttura in legno dorato che incornicia il polittico, si trova lo stemma della città di Moncalieri. Particolare attenzione merita l’apparato architettonico della facciata della chiesa: su di essa si apre un portico a tre luci sormontate da ghimberghe ornate a foglie giganti, fiori, frutta e ricca vegetazione in cotto e terminanti con pinnacoli. Lateralmente, rispetto alla porta principale, si trovano pilastri a colonnina, con interessanti capitelli in pietra verde, intagliati secondo lo stile lombardo. Accanto alla chiesa sorge il monastero del Settecento con parti quattrocentesche e sul fianco sinistro il campanile con tre piani di bifore, eretto nella seconda metà del Trecento. Da non dimenticare inoltre l’ospedale, che sorge staccato dal monastero.
Foto di Secondo Pia del 1.890
Durante i lavori di d’Andrade, nel rimuovere una parte del coro ligneo, venne portata alla luce, nella fiancata sinistra del presbiterio, la firma di Giacomo Jaquerio, confermando così le ipotesi di attribuzione dei dipinti murali della chiesa e della sacrestia.[6]
Giacomo Jaquerio
Disegno del Chiostro da parte degli allievi della mia amica Olga di Mosca in visita a Ranverso nel 2016. Olga A Derzhavina Mombelli dell’associazione culturale EuroArte innamorata di Sant’Antonio Abate di Ranverso Docente a Mosca traduce in Russo i libri di di storia Antoniana .
Carissimo amico Andrea, con mie parole ti racconto un pò di storia ospedaliera degli Antoniani di Ranverso. Un luogo speciale che esiste da tempo memorabile risalente intorno a fine secolo 1.100. La nostra Casa Madre si trova alla Motte Aux Bois attuale Sant’Antoine L’Abbaye nell’Isere della Francia dove tutto ebbe inizio , infatti fu in questo luogo che un nobile Francese portò le reliquie di Sant’Antonio Abate provenienti da Costantinopoli , per ringraziare il Santo che aveva salvato il figlio dalla tremenda malattia dell’Herps Zoster fece costruire una Chiesa ed un piccolo ospedale per la cura del fuoco sacro che in quel periodo imperversava causa una cattiva alimentazione povera a base di segala cornuta la farina era contaminata, I Monaci di Vienne si specializzarono nella cura di questa spaventosa malattia utilizzando il grasso del maiale aggiungendo anche delle erbe per la preparazione di un unguento simile alla crema da spalmare sulla pelle allievando gli spasimi del dolore allucinante trasformandosi in piaghe che andavano in cancrena costretti alla mutilazione degli arti , inoltre allevavano i maiali e potevano nutrirle i malati con carne sana e fresca.
In quegli anni i Savoia arrivarono in Italia provenienti da Chambèry, il Beato Umberto III di Savoia recepì questa nobile iniziativa dei Monaci Antoniani di Vienne e insieme a sua moglie la Marchesa di Avigliana a metà 1.100 donarono dei terreni alla Casa di Ranverso dove già esisteva un Ospedale, con infermi e monaci, si doveva ampliare la Chiesa, il Convento e L’ospedale e costruire case Uso Foresteria per i pellegrini, viandanti e malati che accorrevano per pregare e chiedere una grazia ed esser salvati dal fuoco sacro, chiamarono i Monaci di Vienne per replicare il primo Insediamento costruito in Francia che diventò la Casa Madre di tutti glia Antoniani nel Mondo.
La Chiesa Precettoriale prima dei lavori di Alfredo d’Andrade
Nel 1470 i Monaci ormai Canonizzati diedero fine all’era del Precettore Rimuovendolo . Jean De Montchenù fu nominato Abate Commendatario di Ranverso un mecenate che volle aggraziare ed abbellire sia il frontale dell’Ospedale e quello della Chiesa costruendo i due portali con le guglie ed i pinnacoli in terra cotta
Foto del 1800 una gita prima dei restauri di Alfredo d’Andrade
Banderuola in metallo sul campanile rappresenta Sant’Antonio Abate con la Tau ed il maialino non più visibile
Nell’Anno 1776 con Bolla Papale fu abolito l’Ordine deli Antoniani i beni passarono con Vincoli all’Ordine dei Santissimi Maurizio e Lazzaro il luogo di Ranverso diventò Rurale, costruirono nuove cascine ed abbatterono la Cursia dell’Ospedale con 26 posti letto trasformandola in cascina Ospedaletto alla facciata furono addossate due costruzioni al lato SN il granaio lato DX il fabbricato per la Stadera che serviva ai contadini per pesare grossi pesi.
Il masso erratico foto d i fine secolo 1.800
Negli anni i continui rimaneggiamenti hanno modificato l’originale architettura del concentrico di Ranverso simile ad una fortezza con mura alte e dotato di Cimitero . Il mio Maestro Mons. Italo Ruffino l’Archivista metropolitano che ha dedicato la sua vita alla Storia Ospedaliera Antoniana tracciando e cercando negli archivi Europei studiando l’espansione dell’Ordine in Europa l’ultimo suo libro molto utile alle Università. Nel suo ultimo libro parte da Sant’Antonio di Ranverso primogeniti dopo la Francia ed i primi ad avere costruito una Commenda in Italia dando vita al Culto per il Santo Eremita molto radicato in Valle di Susa.
Lo Stemma Araldico dei costruttori di Ranverso non più visibile, foto inedita
La grande campana in metallo prezioso dove e incisa una scritta e la lettera Tau e
Nel 1530 gli abitanti di Moncalieri donarono alla Chiesa Precettoriale di Sant’Antonio di Ranverso il maestoso Polittico per grazia ricevuta dal Santo del deserto per averli salvati dalla peste visibile sull’Altare maggiore sulla predella sotto possiamo ammirare i dipinti con 7 storie che rappresentano il Santo del fuoco, sempre sull’Altare Maggiore e visibile la pregiata Statua di Sant’Antonio Abate scolpita fine secolo 1.400 da un artista Francese attualmente versa in precarie condizioni, molti devoti si inginocchiano per pregare.
Il Presbiterio all’origine quando la Chiesa Primitiva aveva una sola Campata ed era quadrato, poi aggiunsero la campata SN mentre la campata DX fu piazzata usufruendo dei locali del Convento, del Chiostro inglobato nel Convento e rimasto solo un lato prima era quadrato, fu costruito il Pronao, la Chiesa Fu alzata e allungata, costruirono l’Altare Maggiore il Presbiterio diventò poligonale, il Campanile fu alzato.
Il campanile di origine romanica basso fu rialzato e posta un’unica grande campana con leghe pregiate sulla quale sono incise delle scritte ed il simbolo della Croce Tau, mentre la Cuspide che prima era circolare distrutta da un fulmine fu ricostruita Ottagonale come è visibile oggi, sulla sommità della Cuspide troviamo una banderuola in metallo che rappresenta il Santo , il Tau ed un maialino oggi non più visibile.
Sul masso erratico posto all’esterno della Chiesa fu Sormontata una stele ottagonale con l’incisione della lettera Tau simbolo degli Antoniani, sulla sommità ancora oggi si vede una pietra bianca dove era posizionata una croce latina da un lato c’era inciso una colomba e nell’altro lato un pellicano.
L’ultimo restauro Importante nel 1914 fu opera dell’Architetto Alfredo D’Andrade, all’interno della Chiesa scomparvero le grate in ferro, il Pulpito , le tavole della via crucis, i lampadari , le candele i quadri, anche all’esterno della Chiesa abolì le grate in ferro e costruì il Sagrato e libero il Chiostro dai Muri che lo chiudevano riportandolo agli antichi splendori . L’ultima famiglia ha lasciato il Borgo speciale come lo conoscevi tu nel mese di Gennaio 2021, oggi l’unica costruzione visitabile è la Chiesa tutto il resto e pericoloso e monitorato sotto controllo. Certo mi piacerebbe avere un mio ritratto dipinto dalle tue mani.
Le tue sensazioni che Capti dalle energie Positive presenti a Ranverso le avverto pure io, il Maestro mi faceva immaginare come vivevano in quei tempi gli Antoniani, anch’io passeggiando a Ranverso mi carico di Energie spesso vicino al masso erratico.