Patrimonio S.O.S Delegato Regionale per Piemonte e Liguria, e dunque Direttore Regionale, viene nominato Alfredo D’Andrade (Lisbona, 1839-Genova, 1915)
Patrimonio S.O.S Delegato Regionale per Piemonte e Liguria, e dunque Direttore Regionale, viene nominato Alfredo D’Andrade (Lisbona, 1839-Genova, 1915)
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Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
Storia
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Le Soprintendenze hanno origine dagli Uffici Regionali per la Conservazione dei Monumenti (istituiti con R.D. 549 del 19/08/1891), dipendenti dal Ministero dell’Istruzione Pubblica. A capo degli Uffici Regionali vengono posti i più autorevoli tra i Delegati Regionali per la riforma dell’elenco dei monumenti nazionali, le prime strutture “decentrate” del Ministero, create con D.M. del 27/11/1884.
Delegato Regionale per Piemonte e Liguria, e dunque Direttore Regionale, viene nominato Alfredo D’Andrade (Lisbona, 1839-Genova, 1915) .
Con il R.D. 431 del 17/07/1904, vengono istituite le attuali Soprintendenze, in numero di 29 (Monumenti, Scavi, musei e oggetti d’antichità, Gallerie e oggetti d’arte), portate poi a 47 nel 1907 (L. 386, 27/6/1907), di cui 15 alle Gallerie, ai Musei medioevali e moderni e agli oggetti d’arte, 14 agli Scavi ed ai musei Archeologici e 18 ai Monumenti, tra cui quella di Genova.
Il neonato Ufficio fu assegnato come reggenza a D’Andrade, confermato titolare a Torino, e dal 1916 (al 1923) al suo fido collaboratore Alberto Terenzio (1885-1957). Gallerie e Musei e Oggetti d’Arte continuano intanto a dipendere dalla Soprintendenza di Torino, diretta da Alessandro Baudi di Vesme (854-1923) e, dal 1923, da Guglielmo Pacchioni (1883-1969).
La competenza archeologica venne attribuita, a partire dal 1907, alla Soprintendenza agli Scavi e ai Musei di Torino con giurisdizione, oltre che su Piemonte e Valle d’Aosta, anche sulla confinante Liguria; giurisdizione che rimase invariata fino al giugno 1939. Tra i Soprintendenti che si alternarono in quegli anni bisogna ricordare la figura di Pietro Barocelli, prima Ispettore e poi Soprintendente dal 1928 al 1933, che si dedicò ad approfondire aspetti e temi di archeologia della Liguria. A lui si devono numerosi studi, notizie di ritrovamenti e azioni finalizzate alla tutela mediante l’imposizione di vincoli.
Con RD n. 3164, 31/12/1923 il servizio di tutela istituzionale viene nuovamente riformato con una drastica riduzione del numero degli Uffici. Vengono istituite Soprintendenze “all’Arte Medioevale e Moderna”, che accorpano le competenze, come ora, di quelle ai Monumenti e quelle delle Gallerie. La Liguria torna a dipendere amministrativamente dagli Uffici torinesi, diretti sino al 1930 da Cesare Bertea (1866-1941) , da Guglielmo Pacchioni, dal 1930 al 1933, dall’archeologo Gioacchino Mancini, dal 1933 al 1936, e dallo storico dell’arte Carlo Aru (1881-1954), dal 1936 al 1939. L’Ufficio distaccato di Genova non viene soppresso, ed anzi gode di relativa autonomia scientifica, garantita dai suoi direttori, il già citato Alberto Terenzio, Augusto Telluccini (1929-31), Luigi Vietti (1931-33), e Ugo Nebbia (1933-39).
La L. n. 823, 22/5/1939 ristabilisce la suddivisione precedente (Soprintendenze ai Monumenti, alle Gallerie, all’Antichità). Tra i 58 uffici autonomi molti sono di nuova istituzione, e tra essi la risorta Soprintendenza ai Monumenti di Genova, affidata a Carlo Ceschi (Alba, 1904-73), quella alle Gallerie di Genova, assegnata a Antonio Morassi (1893-1977) e la Soprintendenza alle Antichità della Liguria assegnata a Luigi Bernabò Brea (Genova, 1910 – Lipari, 1999).
Si elencano di seguito i Soprintendenti da allora assegnati ai due Uffici:
