Aprile 24, 2025

Origine Il “Pane del Re a Buttigliera Alta ” Ranverso anno 1098 la festa dedicata a Sant’Antonio Abate più antica d’Italia .

Origine Il “Pane del Re a Buttigliera Alta ” Ranverso anno 1098 la festa dedicata a Sant’Antonio Abate più antica d’Italia .

 

 

 

Origini del Le pan de rege      

Buttigliera Alta Denominazione di Origine Il “Pane del Re”, prodotto a base di farine integrali, noci e acciughe deriva da un’antica ricetta sabauda, ricostruita grazie ad accurate ricerche storiche. Il progetto è sostenuto dall’Amministrazione Comunale che si è avvalso della collaborazione di Manuela Massola, autrice del sito web “Il filo della memoria”, esperta di tradizione e storia locale. Non tutti gli studiosi concordano sulla data della fondazione di Ranverso.

Ersilio Teifreto  il primo Nucleo di Ranverso anno 1098

Non tutti gli Studiosi concordano sulla data attribuita al nucleo originario di Ranverso
alcuni, e tra di loro Placido Bacco, fanno risalire la nascita del nucleo originario al conte Umberto III di Savoia, intorno all’anno 1098. Siamo negli anni in cui in questa zona, tra Avigliana e Rivoli, imperversa un’epidemia di “fuoco sacro” ed è verosimile la storia che vede una marchesa di Avigliana impegnata a chiedere al marito, di recente tornato da una crociata, di intercedere presso il gran Maestro dell’Ordine, Gastone dei Gastoni della Casa Madre Francese di La Motte Aux Bois , per ottenere l’invio di frati infermieri Antoniani per fondare un Ospedale che alleviasse le sofferenze della popolazione residente, in grandissima parte formata da poveri e miserabili contadini che pregavano chiedendo di essere guariti .

Comunemente si fa risalire la festa di Sant’Antonio Abate di Ranverso al secolo. 1098  In quel tempo sperduto nella campagna  sulla rotta della via Francigena venne eretta un cappella primitiva su un EX pione votivo in seguito un ospedale per Infirmis    si presentava come una comunità di pochi contadini  prevalentemente dediti all’ agricola e artigianale, dove il lavoro dei campi richiedeva l’uso di una ricca gamma di attrezzi e strumenti che venivano fabbricati dagli artigiani locali. Costoro, durante le tradizionali fiere agricole, per evidenziare la solidità degli attrezzi e attirare l’attenzione dei passanti, mostravano le falci e ballavano ,  nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni dagli angoli bui delle loro stalle  rituale che, ripetuto all’aperto, rappresentava un aiuto propiziatorio per il buon raccolto. La tradizione sarebbe confluita nella festa religiosa in onore di Sant’Antonio Abate, patrono di Ranverso, protettore degli animali e delle avversità del fuoco.

Ritroviamo delle tracce documentate nel catasto 1531

quando gli abitanti  di Moncalieri donarono al Santo del deserto il Polittico  per essere stati salvati dalla peste si rafforzò sempre di più la tradizione di benedire gli animali loro con il baldacchino venivano a piedi nudi per lodare Sant’Antonio Abate per la sua festa Patronale il 17 Gennaio.  Ossequiavano  una questua nella parrocchia di Moncalieri al fine di celebrare la festa di Sant’Antonio Abate a Ranverso.  Ancora i documenti offrono delle testimonianze su questa festa. In un bilancio predisposto dall’Università di Torino Macerata per l’anno contabile 1776 con l’arrivo dei Mauriziani vi è stanziata la somma di 40 ducati necessari per le feste del Santo Protettore per la festività di «Sant’Antonio Abate, questo segno riporta alle lontani origini della festa che risale a tempi remoti certamente e la festa dedicata a Sant’Antonio Abate più antica d’Italia .

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