Luglio 2, 2019

Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro Custodi dell’Abbazia di San’Antonio Abate a Ranverso

Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro Custodi dell’Abbazia di San’Antonio Abate a Ranverso

Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro

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Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
OSSML Commandeur.jpg

Insegne da Commendatore dell’Ordine

Coat of arms of the House of Savoy.svg Casa Savoia
Tipologia Ordine dinastico non nazionale[1]
Motto FERT
Status cessato in Italia[2]
Capo Vittorio Emanuele di Savoia
Cancelliere Emanuele Filiberto di Savoia
Istituzione Castello di Lierna
Primo capo Emanuele Filiberto I di Savoia
Cessazione Roma, 3 marzo 1951
Motivo della cessazione Legge 3 marzo 1951[3]
Gradi Cavaliere di Gran Croce/Dama di Gran Croce
Grand’Ufficiale
Commendatore/Dama di Commenda
Ufficiale
Cavaliere/Dama
Precedenza
Ordine più alto Ordine supremo della Santissima Annunziata
Ordine più basso Ordine militare di Savoia
Cavaliere SSML BAR.svg

Nastro dell’ordine

L’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (detto anche Ordine mauriziano) è un ordine cavalleresco di Casa Savoia nato dalla fusione dell’Ordine Cavalleresco e Religioso di san Maurizio e dell’Ordine per l’Assistenza ai Lebbrosi di san Lazzaro. Istituito nel 1572, dal 2006 è disputato tra Vittorio Emanuele di Savoia e Amedeo di Savoia-Aosta.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I due ordini[modifica | modifica wikitesto]

Croce dell’Ordine dei Cavalieri di San Lazzaro, fondati nel 1090 in Terrasanta

Croce dell’Ordine di San Maurizio, fondato nel 1434 a Ripaglia da Amedeo VIII di Savoia

All’origine della nascita dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro si trovavano due ordini cavallereschi distinti tra loro per natura e nascita.

L’ordine più antico, quello di San Lazzaro, fu fondato come ordine militare religioso al tempo del Regno Latino di Gerusalemme verso l’anno 1090. L’ordine era concepito per la cura dei lebbrosi, e molti suoi membri erano lebbrosi guariti divenuti cavalieri. Con la caduta di Acri nel 1291 i cavalieri di San Lazzaro lasciarono la Terra Santa e l’Egitto per trasferirsi prima in Francia, e poi, nel 1311, a Napoli.

L’Ordine di San Maurizio, invece, venne fondato a Ripaglia nel 1434 da Amedeo VIII di Savoia, in seguito divenuto l’antipapa Felice V. Si trattava, però, più di una confraternita religiosa che di un vero e proprio ordine cavalleresco. Tanto che alla morte di Amedeo VIII di Savoia esso cessò di fatto di esistere.

Guglielmo Baldesano, storico di Carlo Emanuele I, cui il duca affidò la stesura della prima opera in cui si tratti dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, così scrisse dell’Ordine creato da Amedeo VIII: «Errano…coloro, i quali pertinacemente affermano che allhora fussero istituiti i cavallieri di San Mauritio dal primo duca di Savoia Amedeo; et molto più propriamente havrebbero ragionato se havessero detto che esso principe gli haveva fatto mutare professione et di cavallieri diventare eremiti sotto il titolo però di San Mauritio. In oltra, posto che allhora fussero stati instituiti i mauritiani cavallieri, non sarebbono stati riconosciuti et accettati sì fatti cavallieri dall’altre militie religiose, né havrebbero goduto de’privilegi ch’esse godono, non essendoci concorsa l’auttorità apostolica».[4]

L’unificazione degli ordini[modifica | modifica wikitesto]

Le croci combinate di San Lazzaro e San Maurizio a formare la nuova insegna dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro

Il duca Emanuele Filiberto di Savoia, primo gran maestro degli ordini unificati di San Maurizio e San Lazzaro

Nel 1571 Giannetto Castiglioni, gran maestro dell’ordine di San Lazzaro, aveva spontaneamente rinunciato alla carica a favore del duca Emanuele Filiberto di Savoia. Questi aveva aperte trattative col pontefice Gregorio XIII per ottenere la riunione dell’ordine di San Lazzaro, con quello già confermato di San Maurizio. Il papa, con bolla del 13 novembre 1572, nominò gran maestro lo stesso duca e i suoi successori in perpetuo.[5] Il duca ne notificò l’organizzazione ai suoi sudditi il 22 gennaio 1573 tramite magistrali patenti.

Dal punto di vista sociale, l’Ordine non si rivolgeva solo ai nobili. Anche un non nobile, infatti, poteva esservi ammesso cavaliere. Nel caso i cavalieri avessero i quattro quarti di nobiltà entravano nella classe cosiddetta «di giustizia». Se, invece, non erano nobili – o non lo erano pienamente – entravano nella classe dei cavalieri «di grazia». A questi l’ingresso nell’Ordine conferiva la nobiltà personale, che dalla persona del cavaliere, cioè, non passava né ai suoi figli né ad altri membri della famiglia. Se la carica di cavalieri era rivestita per tre generazioni consecutive, però, nobiltà si radicava nella famiglia, la quale faceva così il suo pieno ingresso nel Secondo stato. Spesso quando si voleva attivare questo passaggio, la famiglia interessata erigeva una commenda, che passava in eredità di padre in figlio con l’annesso titolo cavalleresco: la nobiltà conseguita in questo caso si chiamava «nobiltà di commenda». In antico regime l’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro era, quindi, anche un mezzo di mobilità sociale.

Unendo l’Ordine di San Maurizio a quello di San Lazzaro il duca ambiva a prendere possesso delle numerose commende che l’antico ordine gerosolimitano possedeva in tutta Europa, dall’Inghilterra al Regno di Napoli, dalla Spagna allo Stato della Chiesa. In questa prima fase, l’ordine si chiamava Ordine dei santi Lazzaro e Maurizio e la croce verde lazarita prevaleva su quella bianca di San Maurizio. Alla morte di Emanuele Filiberto di Savoia il progetto di recupero delle commende lazzarite era lontano dall’aver avuto successo. Il suo successore Carlo Emanuele I di Savoia riprese le trattative, soprattutto col re di Spagna e col Papa. All’inizio del Seicento l’Ordine assunse il nome odierno e la croce bianca di San Maurizio prese il sopravvento su quella verde di San Lazzaro. Fra Cinque e Seicento l’Ordine raccoglieva nel sistema degli onori sabaudo cavalieri di tutta Italia e un discreto numero di cavalieri europei.

L’ordine nel Regno d’Italia[modifica | modifica wikitesto]

Re Carlo Alberto di Savoia nelle vesti di gran maestro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro

Con l’unificazione italiana nel 1861, l’ordine divenne de facto un ordine di stato italiano aperto a meriti civili e militari. Già Carlo Alberto aprì l’ordine anche ai non nobili, ma fu suo figlio Vittorio Emanuele II a stabilirne i cinque gradi tradizionali di merito: cavaliere di gran crocegrande ufficialecommendatorecavaliere ufficialecavaliere.

Fu Carlo Alberto nel 1839, inoltre, a stabilire la fondazione della Medaglia mauriziana per i cinquant’anni di carriera militare, concessa nel Regno di Sardegna, nel Regno d’Italia e mantenuta anche dalla Repubblica Italiana.[6]

Fu coi primi re d’Italia che l’Ordine assunse un carattere più esclusivo a differenza del più comune Ordine della Corona d’Italiache veniva conferito più largamente.

L’Ordine Mauriziano nella Repubblica[modifica | modifica wikitesto]

La XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana il 1º gennaio 1948, stabiliva: «L’Ordine mauriziano è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge».

Il patrimonio dell’antico ordine dinastico fu quindi affidato ad un ente appositamente costituito, ricondotto all’esclusivo e originario compito di ente ospedaliero. Con la legge del 3 marzo 1951, nr.178, all’art.9, lo Stato italiano ha cessato il conferimento dell’ordine, consentendo comunque l’uso delle onorificenze già conferite, escluso ogni diritto di precedenza nelle pubbliche cerimonie.

Trattandosi tuttavia di un Ordine Dinastico e non statuale, il conferimento è legittimamente proseguito in modo autonomo da parte della Casa di Savoia. Per contro, alcuni giuristi ritengono che, poiché l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro fu istituito con Bolla pontificia, gli Statuti potrebbero essere modificati solo dal Papa.[senza fonte]

Il conte Cesare Giulini della Porta con l’insegna di commendatore mauriziano

Con legge n. 4 del 21 gennaio 2005 l’Ente Ordine Mauriziano di Torino diviene ufficialmente un ente ospedaliero italiano costituito dai presìdi ospedalieri Umberto I di Torino e l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo, permettendo in tal modo di continuare l’operato nell’ambito medico che la Repubblica Italiana ha stabilito per esso fin dal 1948. La medesima legge costituisce anche la Fondazione Ordine Mauriziano con sede in Torino, alla quale trasferisce il rimanente patrimonio immobiliare, costituito dalla Palazzina di caccia di Stupinigi, dal complesso monastico cistercense di Sant’Antonio di Ranverso, dal complesso monastico cistercense antoniano dell’Abbazia di Staffarda.

La gestione della fondazione è affidata ad un comitato costituito da cinque membri di cui: uno nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri, con funzioni di presidente del comitato; uno nominato dal ministro dell’interno; uno nominato dal ministro per i beni e le attività culturali; uno nominato dalla regione Piemonte; uno nominato dall’Ordinario diocesano di Torino. Gli eventuali oneri per il funzionamento di detto comitato sono a carico della gestione dell’Ente Ordine Mauriziano. Il comitato presenta una relazione annuale al Presidente del Consiglio dei ministri, il quale provvede alla trasmissione alle competenti commissioni parlamentari. Attualmente solo la Fondazione Ordine Mauriziano si preoccupa del mantenimento degli edifici e dei beni storici esistenti; gli ospedali, dopo una disastrosa gestione, sono oggi affidati alla Regione Piemonte ed ai servizi sanitari nazionali.

La disputa[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il 7 luglio 2006 il gran magistero dell’ordine è conteso tra Amedeo di Savoia-Aosta e Vittorio Emanuele di Savoia. La vicenda è tuttora oggetto di controversie tra le due opposte fazioni, che sostengono altrettanto opposte tesi nella linea di successione al trono d’Italia, riconoscendo rispettivamente il duca o il principe come legittimo successore al trono sabaudo e quindi come capo dell’Ordine mauriziano.

L’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Casa di Savoia) nel ventunesimo secolo[modifica | modifica wikitesto]

La placca da Gran Ufficiale dell’Ordine

L’Ordine cavalleresco dei Santi Maurizio e Lazzaro è diventato un’associazione senza fini di lucro, a scopo benefico, come la grande maggioranza degli Ordini cavallereschi. Agli aspiranti cavalieri sono, per statuto, richieste le doti di onestà, fedeltà, comprensione, generosità e perdono. L’ordine conta circa 4.000 membri, fra cavalieri e dame, distribuiti in 33 paesi nel mondo e divisi in Delegazioni nazionali e regionali. Ogni Delegazione è retta da un Delegato del Gran Magistero e gode dell’assistenza di un Religioso cattolico presbitero, come avviene per qualsiasi altro Ordine Cavalleresco cattolico che non sia stato mai oggetto di “Bolla di abolizione” dalla suprema Autorità in materia, che è ovviamente solo il Santo Padre.

Normalmente vengono tenute due cerimonie ufficiali all’anno, durante le quali tutti gli associati sono invitati a partecipare. La prima viene celebrata in Francia, nell’Abbazia di Altacomba, e rappresenta la commemorazione dei membri deceduti di Casa Savoia. La seconda rappresenta il Capitolo Generale dell’Ordine e viene tenuta nell’abbazia svizzera di San Maurizio di Agauno, presso Martigny. Nell’occasione vengono introdotti i nuovi associati e ha luogo un ballo di beneficenza.

L’accesso all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è riservato a tutti i membri della nobiltà italiana ed europea, oltre a coloro i quali, esentati con decreto magistrale, facciano parte del mondo delle scienze, dell’arte, della letteratura, dell’industria e degli affari, col presupposto che godano di ottima reputazione tra i loro pari e che condividano come obiettivo le finalità umanitarie dell’ordine stesso.

Per antica consuetudine, l’insignito del cavalierato gode della nobiltà italiana personale.

L’ammissione in via di giustizia è prova del titolo primordiale di nobiltà per l’Ordine di Malta, come recita il Massimario Nobiliare del Magistrale Collegio dei Consultori Araldici dello SMOM.

Gradi[modifica | modifica wikitesto]

Insegne dell’Ordine

L’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è stato suddiviso nel corso della sua lunga storia in diverse classi di benemerenza, cambiate in funzione delle varie epoche in cui esso venne riformato e secondo le nuove esigenze di stato. Riportiamo qui di seguito queste evoluzioni per la classe maschile, dal momento che la classe femminile venne ammessa solo a partire dal XX secolo:

Gradi sino al 1831

  • Cavaliere di gran croce
  • Cavaliere di grazia e Cavaliere di giustizia

Gradi dal 1831 al 1832

  • Cavaliere di gran croce insignito del gran cordone
  • Cavaliere di gran croce
  • Commendatore
  • Cavaliere

Gradi dal 1832 al 1857

  • Cavaliere di gran croce insignito del gran cordone
  • Cavaliere di gran croce
  • Commendatore
  • Cavaliere ufficiale
  • Cavaliere

Gradi dal 1857 al 1865

  • Cavaliere di gran croce insignito del gran cordone
  • Cavaliere di gran croce
  • Commendatore di I classe
  • Commendatore
  • Cavaliere Ufficiale
  • Cavaliere

Gradi dal 1865

  • Cavaliere di gran croce insignito del gran cordone
  • Cavaliere di gran croce (60 membri)
  • Grand’Ufficiale (150 membri)
  • Commendatore (500 membri)
  • Ufficiale (2000 membri)
  • Cavaliere (illimitato)

Per le donne, la suddivisione è la seguente:

  • Dama di gran croce
  • Dama di commenda
  • Dama
Wearing of the insignia of the Order of Saints Maurice and Lazarus.svg
Medaglie
OSML CAVALIERE.jpg
OSSML Commandeur.jpg
São Maurício e Lázaro 1.jpg
Kraschan för kommendör med stora korset av S:t Mauritius och S:t Lazarus orden, Italien, D - Livrustkammaren - 44264.tif
Nastri dal 1855 al 2 giugno 1946
Cavaliere SSML BAR.svg

Cavaliere

Ufficiale SSML Regno BAR.svg

Ufficiale

Commendatore SSML Regno BAR.svg

Commendatore

Grande ufficiale SSML Regno BAR.svg

Grand’Ufficiale

Cavaliere di gran Croce Regno SSML BAR.svg

Gran Croce

Nastri dal 2 giugno 1946 al 3 marzo 1951 per la Repubblica Italiana
e dal 3 marzo 1951 per concessione privata di Casa Savoia
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Cavaliere

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Ufficiale

Commendatore SSML BAR.svg

Commendatore

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Grand’Ufficiale

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Gran Croce

Insegne[modifica | modifica wikitesto]

Carlo Felice con l’abito di gran maestro dell’Ordine.

Il collare o cordone dell’ordine consiste in un collare di seta moiré verde fermato in più punti dal monogramma del Gran Maestro regnante in oro. Dal cordone pende l’insegna dell’ordine coronata.

La placca di gran croce consiste in una croce mauriziana in smalto bianco dalla quale fuoriescono quattro bracci in smalto verde. Essa è montata su una stella raggiante in argento.

La placca di grand’ufficiale consiste in una croce mauriziana in smalto bianco dalla quale fuoriescono quattro bracci in smalto verde. Essa è montata su un rombo raggiante in argento.

La medaglia dell’ordine consiste in una croce mauriziana in smalto bianco dalla quale fuoriescono quattro bracci in smalto verde. Dalla classe di ufficiale in su la medaglia era congiunta al nastro con una corona reale d’oro. La classe di ufficiale dal 1857 al 1868 ebbe come tenente al nastro una corona d’alloro in oro.

Il nastro dell’ordine è verde con sovrapposte delle corone o d’oro o d’argento a seconda del grado per il periodo regio. Nel periodo repubblicano dal 1946 al 1951 in cui l’Ordine venne comunque accettato in Italia le corone vennero sostituite con delle stellette. Attualmente la casata di Savoia, che continua a concedere privatamente questo ordine di collazione, concede ai propri insigniti dei nastrini con delle stelle d’oro e d’argento come nel modello del periodo repubblicano.

La cocolla o veste da cerimonia è rossa bordata alle maniche di bianco e con un collare di stoffa bianca, abbottonata sul davanti di rosso. Sul frontale davanti si trova l’insegna dell’ordine ricamata, consistente in una croce mauriziana in bianco dalla quale fuoriescono quattro bracci in verde. Sul frontale la veste è completata da un cordone annodato che ricade sul petto.

La Medaglia Mauriziana[modifica | modifica wikitesto]

Parallelamente all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, nel 1839 venne creata la Medaglia Mauriziana, concepita da re Carlo Alberto di Savoia con R.P. del 19 luglio per premiare quanti fossero giunti al compimento di cinquanta anni di servizio militare (gli anni di comando venivano computati doppi). Tale medaglia consisteva in una grande placca in oro da portarsi al collo raffigurante san Maurizio a cavallo e poteva essere concessa a tutti i militari, senza distinzione di grado o di reparto.

Erroneamente a quanto si possa pensare, ad ogni modo, questa medaglia non corrisponde ad una “classe” dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, ma è semplicemente un riconoscimento militare che da quest’ordine di patronato Savoia trae ispirazione.

La medaglia è sopravvissuta immutata sino al periodo repubblicano e ancora oggi viene utilizzata con il medesimo scopo per la quale è stata creata.

Decorati dell’Ordine[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di un gonfaloniere (1622) di Artemisia Gentileschi, si noti la fascia e le insegne dell’Ordine sulla corazza.

Ritratto del generale Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Arrows-folder-categorize.svg Le singole voci sono elencate nella Categoria:Decorati con l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro

Insigniti notabili[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli insigniti dell’Ordine degni di rilievo si ricordano diversi monarchi come gli imperatori Francesco Giuseppe I d’AustriaGuglielmo II di GermaniaNicola II di Russia ed Hailé Selassié d’Etiopia, oltre a sovrani come Giorgio V del Regno UnitoMozaffar ad-Din Shah Qajar di Persia e capi di stato come alcuni gran maestri del Sovrano Militare Ordine di Malta o sovrani stranieri come il maharaja Jagatjit Singh.

Tra i militari ricordiamo i generali statunitensi John PershingGeorge Marshall e Ulysses S. Grant III, il feldmaresciallo tedesco Walther von BrauchitschHeinrich Himmler, i generali François d’Astier de La VigerieTasker H. BlissMark W. ClarkIra C. EakerPeyton C. March, l’ammiraglio Ernesto Burzagli[7],l’Ammiraglio Carlo Avallone, il generale Armando Tallarigo, il Tenente Generale Ettore Chiarizia, il generale Luigi Questa, e l’ufficiale di marina Emilio Faà di Bruno.

Tra le personalità politiche che meritarono tale onorificenza, oltre ad una lunga schiera di senatori durante il Regno d’Italia, si ricordano il conte Fulvio Testi (1593 1646) celebre letterato e poeta, segretario di Stato e governatore della Garfagnana durante il regno di Francesco l d’Este, il presidente Porfirio Díaz, il ministero degli esteri Giustino Fortunato[8]Cristiana Muscardini, il diplomatico Jose Maria Quijano Wallis[9], il sindaco Rudolph Giuliani di New York City (2001)[10], il conte Luigi Cibrario.

Altre personalità vennero insignite per meriti diversi, spazianti in differenti campi sociali come la cultura (l’architetto Carlo Rinaldi), le materie ecclesiastiche (Pietro Tacchi Venturi), le scienze (Charles CombesGiuseppe PeanoGiovanni Falconi) e persino la filantropia (Thomas Hanbury e John Pierpont Morgan).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L’ORDINE SUPREMO DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA E L’ORDINE DEI SANTI MAURIZIO E LAZZARO: PROFILI DI COMPATIBILITÀ CON IL REGIME REPUBBLICANO E L’ATTUALE DISCIPLINA DELL’USO DELLE ONORIFICENZE IN ITALIA., su docelinajes.org. URL consultato il 22 marzo 2015.
  2. ^ Con la XIV Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione Italiana, l’Ordine Mauriziano cessa di essere un ordine dinastico, ma viene conservato come ente ospedaliero, con le funzioni e l’ordinamento stabiliti dalla legge statale del novembre 1962. La concessione delle onorificenze, essendo un Ordine dinastico non nazionale è solo privata da parte del capo di Casa Savoia per il quale è in corso la disputa relativa alla linea di successione al trono d’Italia
  3. ^ LEGGE 3 marzo 1951, n. 178 . Istituzione dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” e disciplina del conferimento e dell’uso delle onorificenze, su governo.it. URL consultato il 22 marzo 2015.
  4. ^ G. BALDESANO, Origine, fondazione e promotione dell’Ordine de’cavallieri di S. Mauritio, in La Sacra historia di S.Mauritio, Torino, G.D. Tarino, 1604, pp. 424-25. Sul Baldessano si vedano R. Dotta, Guglielmo Baldesano storico della Chiesa nell’età della Controriforma, Carmagnola 1991; P. Cozzo, Antichi soldati per nuove battaglie. Guglielmo Baldesano e la riscoperta del culto tebeo nelle «valli infette», in “Bollettino della Società di Studi Valdesi”, CXVIII (2001), pp. 1-23; Id., P. Cozzo, Fra militanza cattolica e propaganda dinastica. La storiografia di Guglielmo Baldessano (1545- 1612) nel Piemonte sabaudo, in «Nunc alia tempora, alii mores». Storici e storia in età postridentina, atti del convegno (Torino, 24-27 settembre 2003), a cura di M. Firpo, Firenze, Olschki, 2005, pp. 397-414
  5. ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/maurizio-e-lazzaro-ordine-dei-santi_(Enciclopedia-Italiana)/
  6. ^ Stabilita con Patente Regia del 19 luglio 1839, approvata con Decreto Reale del 21 dicembre 1924 e rinnovata con la Legge N. 203(1) del 7 marzo 1954 Medaglia Mauriziana al Merito di dieci lustri di carriera militare, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, N. 116, 21 maggio 1954, come previsto dalla legge n. 1327 dell’8 novembre 1956
  7. ^ Senato della Repubblica: biographical summary
  8. ^ Collezione delle Leggi e de’Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie, Stamperia reale, 1846, p.85
  9. ^ Papel Periódico Ilustrado Volúmen 1 año I Número 1 al 14 Archiviato il 3 dicembre 2013 in Internet Archive.
  10. ^ Events: 2001House of SavoyURL consultato il 1º aprile 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guglielmo Baldesano, La sacra historia di S.Mauritio arciduca della legione thebea et de’suoi valorosi campioni…nella quale oltre l’attroce persecutione et gloriosa essaltatione di detti SS. et il severo castigo de’loro persecutori già descritti nella prima editione si è aggiunta la solennissima traslatione delle venerande reliquie d’esso generale thebeo et d’altri compagni con miracoli et altre cose notabili. Con la origine, unione e privileggi dell’ordine militare de’SS. Maurito et Lazaro, Torino, 1604
  • Pietro Gioffredo, Istoria dell’Ordine equestre de’ss. Maurizio e Lazzaro, in cui si tratta dell’antichità, progresso e decadenza e ristorazione del sacro ordine di S.Lazzaro gerosolimitano e dell’unione a quello di S. Morizio, in Archivio di Stato di Torino, Corte, Ordini militari, «Santi Maurizio e Lazzaro», mz.1 d’add.
  • Giovan Battista Ricci, Istoria dell’Ordine equestre de SS. Maurizio e Lazzaro, Torino, Giovan Francesco Mairese, 1714
  • Maurizio Marocco, La Basilica magistrale della sacra religione ed ordine militare de’ Santi Maurizio e Lazzaro, Torino, Botta, 1860
  • Domenico Perrero, Prima carovana de’cavalieri della Sacra Religione e milizia de’Santi Maurizio e Lazzaro, in «Curiosità e ricerche storiche», IV (1880), pp. 112–189;
  • Gaudenzio Claretta, Dell’Ordine Mauriziano nel primo secolo dalla sua ricostituzione e del suo grand’ ammiraglio Andrea Provana di Leini, notizie storiche con documenti, Torino, Bocca, 1890
  • Armando Tallone, L’instituzione dell’Ordine mauriziano e le sue relazioni con l’Ordine di San Lazzaro di Francia (1572-1574), in «Bollettino storico–bibliografico subalpino», II (1898), pp. 425–448; III (1899), pp. 35–121.
  • Armando Tallone, Documenti inediti sull’ordine mauriziano durante il Regno di Emanuele Filiberto, in Bollettino Storico Bibliografico Subalpino, IX (1904), pp. 58–110,
  • Paolo Boselli, L’Ordine mauriziano dalle origini ai tempi presenti, Torino, Elzeviriana, 1917
  • E. Nasalli-Rocca, Sulle origini e sulla natura giuridica degli ordini di S.Maurizio e di San Lazaro, in Studi di storia ospedaliera piemontese in onore di Giovanni Donna d’Oldenico, Torino 1958, pp. 207–225.
  • Tirsi Mario Caffaratto, Storia dell’Ospedale Maggiore di Torino della Religione ed Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, in «Annali dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino», XXII (1979), pp. 365–419
  • Tirsi Mario Caffaratto, Storia dell’ospedale mauriziano di Lanzo, Lanzo Torinese, Società Storica della Valli di Lanzo, 1983
  • Marta Fusi, L’Ordine Mauriziano nelle valli di Pinerolo e la storia valdese dal Cinquecento all’Ottocento, Pinerolo, Alzani, 2002
  • Andrea Merlotti, Un sistema degli onori europeo per Casa Savoia? I primi anni dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro (1573-1604), in “Rivista storica italiana”, CXIV (2002), f. 3, pp. 477–514.
  • Paolo Cozzo, La «geografia celeste» dei duchi di Savoia. Religione, devozioni e sacralità in uno stato di antico regime, Bologna, il Mulino, 2005.
  • Andrea Merlotti, Le ambizioni del duca di Savoia. La dimensione europea degli ordini cavallereschi sabaudi fra Cinque e Seicento, in Guerra y Sociedad en la Monarquía Hispánica. Política, Estrategia y Cultura en la Europa Moderna (1500-1700), atti del convegno (Madrid, marzo 2005), a cura di H. Garcìa Hernan e D. Maffi, Madrid, 2006, vol. 2, pp. 661–690.
  • Andrea Merlotti, I Savoia: una dinastia europea in Italia, in I Savoia. I secoli d’oro di una dinastia europea, a cura di W. Barberis, Torino, Einaudi, 2007, pp. 87–133
  • Giuseppe D’Angelo, L’Ordine Mauriziano. Vicenda ed esiti giuridici: ecclesiasticità genetica e laicizzazione dei fini, Roma, Aracne, 2007
  • Alberico Lo Faso di Serradifalco, La cripta della Basilica Mauriziana di Torino, cappella della Immacolata Concezione di Maria Santissima, «Studi piemontesi», XXXVI (2007), f. 2, pp, 489-508;
  • Paolo Cozzo, La Chiesa e gli Ordini cavallereschi. Dimensione religiosa e risvolti istituzionali tra età moderna e contemporanea, in Cavalieri: dai Templari a Napoleone, a cura di A. Barbero e A. Merlotti, Milano, Electa, 2009, pp. 163–173.
  • Fulvio Cervini, Corazza con croce mauriziana, in Cavalieri: dai Templari a Napoleone, cit., p. 312
  • Andrea Merlotti, Il duca Vittorio Amedeo II crea cavaliere dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro un esponente della famiglia De Gubernatis (1680ca.), in Cavalieri: dai Templari a Napoleone, cit., pp. 313–314
  • Paola Mangia e Andrea Merlotti, Ritratto di un cavaliere mauriziano (1590ca.), in Cavalieri: dai Templari a Napoleone, cit., pp. 316–317
  • Chiara Devoti e Monica Naretto, Ordine e sanità. Gli ospedali mauriziani fra XVIII e XX secolo. Storia e tutela, Torino, Celid, 2010
  • Cristina Scalon, I manoscritti araldici nell’Archivio storico dell’Ordine mauriziano, in L’araldica del pennino, atti del convegno (Torino, 17 ottobre 2009), a cura di F. Antonielli d’Oulx, Torino, Chiaramonte, 2010, pp. 43–66
  • Alberico Lo Faso di Serradifalco, Gli stemmi nella basilica mauriziana, in L’araldica dello scalpello, atti del convegno (Torino, 27 novembre 2010), a cura di F. Antonielli d’Oulx, Torino, Chiaramonte, 2011, pp. 187–200

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