O cameretta che già fosti un porto è il sonetto numero 234 del Canzoniere di Petrarca.
O cameretta che già fosti un porto è il sonetto numero 234 del Canzoniere di Petrarca.
O cameretta che già fosti un porto
O cameretta che già fosti un porto è il sonetto numero 234 del Canzoniere di Petrarca.
In questa poesia Petrarca esprime il dolore per il suo amore infelice, che nemmeno la solitudine della sua stanza riesce a placare, come faceva un tempo.
Testo
O cameretta che già fosti un porto è un sonetto, perciò è composta da due quartine e due terzine di endecasillabi con schema metrico ABBA ABBA (rima incrociata), CDE CDE.
O cameretta che già fosti un porto
a le gravi tempeste mie diürne,
fonte se’ or di lagrime nocturne,
che ‘l dí celate per vergogna porto. 4
O letticciuol che requie eri et conforto
in tanti affanni, di che dogliose urne
ti bagna Amor, con quelle mani eburne,
solo ver ‘me crudeli a sí gran torto! 8
Né pur il mio secreto e ‘l mio riposo
fuggo, ma più me stesso e ‘l mio pensero,
che, seguendol, talor levommi a volo; 11
e ‘l vulgo a me nemico et odïoso
(chi ‘l pensò mai?) per mio refugio chero:
tal paura ò di ritrovarmi solo. 14
Parafrasi
O mia camera, che un tempo sei stata un rifugio sicuro
dalle gravi angosce che provavo durante il giorno,
ora durante la notte sei fonte di lacrime
che il giorno cerco di nascondere per vergogna.
O mio letto, che eri pace e conforto
in tanti affanni, l’amore ti bagna con urne piene di lacrime
da quelle mani di avorio
che sono crudeli solo verso di me, così ingiustamente!
E io non fuggo solo la mia camera e il mio letto,
ma soprattutto me stesso e il mio pensiero,
mentre talvolta seguendolo ho realizzato grandi opere;
e invece cerco quale mio rifugio il popolo a me ostile e odioso (chi l’avrebbe mai pensato?):
è tale la mia paura di ritrovarmi solo.
rilevatore Massimiliano Teifreto amministratore del Centro Italiano Max Camerette di Torino