Non tutti gli studiosi concordano sulla data della fondazione di Ranverso risalente all’anno 1.098.
Non tutti gli studiosi concordano sulla data della fondazione di Ranverso risalente all’anno 1.098.
Ranverso, ove si insediarono in un complesso già esistente.
Non tutti gli studiosi concordano sulla data della fondazione di Ranverso.
Alcuni, e tra di loro Placido Bacco13, fanno risalire la nascita del nucleo originario al conte Umberto III di Savoia intorno all’anno 1098. Siamo negli
anni in cui in questa zona, tra Avigliana e Rivoli, imperversa un’epidemia
di “fuoco sacro” ed è verosimile la storia che vede una marchesa di Avigliana impegnata a chiedere al marito, di recente tornato da una crociata,
di intercedere presso il gran Maestro dell’Ordine, Gastone dei Gastoni, per
ottenere l’invio di frati infermieri Antoniani per fondare un Ospedale che
alleviasse le sofferenze della popolazione residente, in grandissima parte formata da poveri e miserabili contadini.
Per la realizzazione venne scelta una regione detta Rivus inversus, perché in
tale luogo scorreva un rio denominato Rio Inverso, dal termine piemontese
“invers”, che equivale a dire situato a nord, così come il complesso degli
12 Essenziali rimangono gli studi di Italo Ruffino, vedere bibliografia.
13 Placido Bacco, Cenni storici su Avigliana e Susa, Susa, tip. Gatti, 1881.
Sant’Antonio di RanversoRanverso e… oltre
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Antica cartolina
di Ranverso
edifici è addossato ad una piccola collina esposta
al nord, da cui derivò la dizione di Sant’Antonio
d’Inverso, diventata successivamente Ranverso.
Come già accennato però, i primi documenti
attestano l’esistenza di un ospedale in Susa
nel 1186, ma è verosimile che la costituzione
del primo nucleo della Precettoria fu favorita
dalla donazione ai religiosi Antoniani, fatta
da Umberto III14 in data 27 giugno 1188. Con
quest’atto Umberto donò essenzialmente un
mulino e un bosco d’ontani situato tra la Dora e
Almese, concesse esenzioni di carattere economico e giurisdizionale, cedette
i suoi diritti sulle terre situate tra Ranverso ed Avigliana e promise una
simile cessione su San Colombano, condizionandola però alla costruzione
della chiesa a Ranverso.
A questa prima donazione ne seguirono ben presto altre. Da un documento conservato nell’Archivio Storico della Fondazione Ordine Mauriziano datato 29 gennaio 1202 (in realtà è una copia dell’originale e risale
alla prima metà del XV secolo), apprendiamo che il Principe Tommaso
di Savoia, conte di Moriana, confermò al Precettore di Sant’Antonio
di Ranverso, Guigo, le donazioni fatte da suo padre Umberto III, con
i diritti sovrani su quanto Guigo avrebbe potuto acquistare dal Mulino
Grossa Garda al bosco Suisinast, salvo il dovuto di ogni anno allo stesso
Tommaso e alla comunità di Avigliana; e cedette ancora i suoi diritti sulla
Balma Urtera presso il lago del Moncenisio15. (In appendice la copia del
documento, a pag. 119).
La seconda importante donazione al Precettore Guigo è del 2 maggio
1217: Macenda e suo figlio Giacomo cedono la montagna dell’Alpe Vallisella a un “prezzo di 30 libbre di buoni denari nuovi di Susa e l’annuo
canone di 6 denari16.
Vi furono altre donazioni, non moltissime, oltre ad acquisti in proprio. Già
alla fine del XIII secolo le terre di pianura possedute da Ranverso si estendevano per circa 250 ettari e, prima dello scioglimento dell’Ordine.
L’Ordine degli Antoniani si sviluppò rapidamente già nel XII secolo, dando vita a numerose dipendenze, tant’è che la presenza degli Antoniani in Piemonte è attestata intorno all’anno 1186 nella città di Susa, e successivamente a Ranverso, ove si insediarono in un complesso già esistente.
Non tutti gli studiosi concordano sulla data della fondazione di Ranverso.
Alcuni, e tra di loro Placido Bacco, fanno risalire la nascita del nucleo originario al conte Umberto III di Savoia, intorno all’anno 1098. Siamo negli anni in cui in questa zona, tra Avigliana e Rivoli, imperversa un’epidemia di “fuoco sacro” ed è verosimile la storia che vede una marchesa di Avigliana impegnata a chiedere al marito, di recente tornato da una crociata, di intercedere presso il gran Maestro dell’Ordine, Gastone dei Gastoni, per ottenere l’invio di frati infermieri Antoniani per fondare un Ospedale che alleviasse le sofferenze della popolazione residente, in grandissima parte formata da poveri e miserabili contadini.
Per la realizzazione venne scelta una regione detta Rivus inversus, perché in tale luogo scorreva un rio denominato Rio Inverso, dal termine piemontese “invers”, che equivale a dire situato a nord, così come il complesso degli edifici è addossato a una piccola collina esposta al nord, da cui derivò la dizione di Sant’Antonio d’Inverso, diventata successivamente Ranverso.