Nella sua casa di Mantova, l’Equicola vi aveva aggiunto una cartiera, fornita delle macchine necessarie, e una ferriera.
Nella sua casa di Mantova, l’Equicola vi aveva aggiunto una cartiera, fornita delle macchine necessarie, e una ferriera.
Traduzione di Domenico Santoro
NOTE
[1] – La località del Delfinato da La Motte Saint Didier prese il nome di Saint Antoine l’Abbaye per la presenza del santuario antoniano.
[2] – Nella sua casa di Mantova, l’Equicola vi aveva aggiunto una cartiera, fornita delle macchine necessarie, e una ferriera.
[3] – Bernhard Schirg, “Decoding da Vinci’s Impresa: Leonardo’s gift to cardinal Ippolito d’Este and Mario Equicola’s De Opportunitate”, Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, LXXVIII (2015).
[4] – Si pensi ad esempio agli automi meccanici realizzati da Leonardo da Vinci o dal cremonese Gianello Torriani, orologiaio di Carlo V.
[5] – I primi orologi portatili (da non confondere con gli odierni orologi da polso) erano delle dimensioni di un piccolo mobiletto e cominciavano ad essere prodotti proprio ad inizio del Cinquecento.
[6] – Ricoprì anche importanti ruoli politici locali nel Delfinato.
[7] – Casi simili li troviamo in: Paola Dessì, “Organi, orologi e automi musicali: oggetti sonori per il potere”, Acta Musicologica, LXXXII/1 (2010) pp. 21-47.
[8] – Itinerario del viaggio del cardinale Luigi d’Aragona steso da Antonio de Beatis, in A. Chastel, Luigi d’Aragona. Un cardinale del Rinascimento in viaggio per l’Europa, Laterza, Roma-Bari 1987, p.251.
[9] – Abbaye Falco, Anton. hist. comp., f° CIIII.
[10] – Il testo originale in latino con la relativa traduzione di Domenico Santoro è negli approfondimenti del presente Quaderno.
[11] – Gli organi coevi cominciavano ad avere, già da fine Quattrocento, le canne più grosse al centro per ridurre l’effetto di ritardo nel suono delle note più basse, legato alla meccanica e alla quantità d’aria erogabile con i mantici.
[12] – Realizzati da Claus Karlen tra 1324 e 1327.
[13] – Si trattava di un’opera di avanzato artigianato da realizzare sin dal più piccolo pezzo particolare con le tecniche dell’epoca.
[14] – Città del Delfinato, capoluogo di Saint Antoine l’Abbaye. Sant’Antonio Abate era anche detto “di Vienne” o “di Bienna”.
[15] – Isabella d’Este avrà chiesto la guarigione del marito Francesco II.
[16] – I re di Francia erano ritenuti a loro volta taumaturghi, in particolare contro la scrofola (cfr. il saggio di Marc Bloch “I re taumaturghi”).
[17] – Bisogna sottolineare che Sant’Antonio Abate, ai tempi del viaggio in Provenza dell’Equicola, non era relegato al semplice ruolo odierno di patrono degli animali, bensì di taumaturgo contro il mal degli ardenti.
[18] – Forma di avvelenamento da una specie di fungo tossico, Claviceps purpurea, che infestava i raccolti di segale.
[19] – Cfr. Carlo Gelmetti, “Il fuoco di Sant’Antonio”, 2007, Springer: “L’Ordine arrivò a fondare 389 abbazie-ospedali in tutto il mondo cristiano di allora e divenne uno degli ordini religiosi ospedalieri più importante della storia”.
[20] – Con i benedettini di Montmajour era aperta anche la questione di chi possedesse, tra i due monasteri, le reliquie originali del santo.
[21] – da Ms. XF28.