Settembre 5, 2024

Narrazione di Ersilio Teifreto Festa Patronale a Sant’Antonio di Ranverso

Narrazione di Ersilio Teifreto Festa Patronale a Sant’Antonio di Ranverso

 

Narrazione di Ersilio Teifreto sulla crescita della  festa di Sant’Antonio di Ranverso in particolare dall’anno  2020 dopo  essere stata Valorizzata  dall’Associazione Internazionale AFAA Casa Madre di tutti gli Antoniani la fece conoscere sul Portale  Internet che riporta notizie  sull’espansione degli  Antoniani e pubblicata più volte sulla Rivista Semestrale, tutto si e svolto  insieme al nostro Presìdente Christian Maurel e Georges  Frechet lo scienziato di Storia Antoniana, per tutte queste considerazioni oggi la festa di Ranverso e catalogata  a Roma come bene culturale immateriale.

Alla Festa di Sant’Antonio Abate Patrono di Ranverso da qualche anno e stata ripristinata un’antica tradizione e viene  abbinata  la benedizione  degli animali di memoria Immemorabile ,  recentemente  e stata aggiunta la benedizione  dei mezzi agricoli, la festa racchiude il culto con riti che  risalgono alle origini della sua costruzione , una festa popolare  nella cultura della Valle Di Susa dove è Molto  radicato il Culto per il Santo eremita,   dal 2020 richiama Sempre più visitatori da tutto il Piemonte. La festa si svolge principalmente nella Chiesa Precettoriale di Ranverso dichiarata Monumento Nazionale, nel Pronao, nel Chiostro, sul Sagrato  storico , nei vialetti e sulla graziosa piazzetta di Fronte al Masso Erratico il custode di pietra della Chiesa  che diventa un palcoscenico degli animali e altre attività previste.

 

 

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In particolare, la tradizione della festa A Ranverso, nei comuni di Rosta e Buttigliera Alta, si celebra ancor oggi la Domenica dopo  il 17 gennaio di ogni anno, alla festa di Sant’Antonio Abate; vi partecipano  contadini e  abitanti delle Comunità limitrofe. Si benedicono in particolare gli animali da lavoro e da compagnia con un buon augurio per l’imminente annata. Ma la festa ha radici antiche. Un ricordo è presente ancora negli affreschi gotici dell’abside sulla porta della sacrestia: due contadini, dipinti con icastico senso della realtà, camminano verso l’altare portando al guinzaglio due maiali neri molto simili alle cinte senesi. Maggiore fu sicuramente la festa del 17 gennaio 1532, sotto il governo degli Antoniani. Dovette essere ben singolare, irripetibile, nella chiesa illuminata dai ceri, dalle candele e soprattutto dallo splendore aureo del nuovo superbo polittico di Defendente, probabilmente con grande partecipazione dei contadini del tempo, sui volti dei quali si stampò il miracolo delle luci del memorabile giorno.

 

 

La benedizione viene fatta  prima ai Cristiani e poi agli animali e sono un’elemento  caratterizzante  infatti, nelle cascine e nelle stalle dai contadini viene ancora oggi  rappresentata l’immagine del Santo Patrono degli animali .Questo aspetto della festa e  un importante legame con le tradizioni agro contadine della Regione Piemonte , che si riflette anche nella realizzazione dell’apertura del carnevale, con Serena Fumero e la città di Tricarico  stiamo lavorando sulla presentazione delle maschere e la loro  benedizione parteciperanno  figuranti di congregazioni vestiti con degli abiti tradizionali Antoniani, e contadini  decorati con motivi che richiamano la vita rurale. È infatti l’unica festa in Italia con una Storicità così antica che risale elle origini sin dall’anno 1.200. Quel giorno  il Prete impartisce la benedizione ai partecipanti e dopo la celebrazione della messa presso la Chiesa Precettoriale dedicata a Sant’Antonio Abate benedice gli animali .Questo aspetto della festa rappresenta un importante legame con la religiosità popolare con cui il cristianesimo ha assorbito riti precristiani.

La presenza degli Antoniani vestiti con l’abito dove è incisa la lettera Tau rende  questa festa popolare ed  unica in  Italia per le sue caratteristiche   contribuendo alla Salvaguardia ed alla Valorizzazione della Feste di Sant’Antonio Abate di cultura popolare locale e alla promozione turistica del territorio. L’attività di recupero della festa, che  coinvolge numerosi soggetti locali, rappresenta un importante sforzo per preservare questo patrimonio culturale immateriale, garantendone la trasmissione alle generazioni future, e con calma procediamo  verso nuove conquiste e  traguardi.

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