Giugno 22, 2018

IL noto marchio Italiano Max Camerette Il centro Italiano per la cameretta (CIPLC)vince da Oscar la …l’Ammiraglia Max Camerette presente nell’Incontro al Salone del Libro di Torino con tutte le imprese vincitrici del Premio Chiave a Stella, a Max Camerette e stata assegnata una menzione speciale ne settore commercio.

IL noto marchio Italiano Max Camerette Il centro Italiano per la cameretta (CIPLC)vince da Oscar la …l’Ammiraglia Max Camerette presente nell’Incontro al Salone del Libro di Torino con tutte le imprese vincitrici del Premio Chiave a Stella, a Max Camerette e stata assegnata una menzione speciale ne settore commercio.

Max Camerette al Salone del mobile di Torino 1997.
Water Wells al Salone del Libro insieme alle imprese vincitrici del premio Chiave a Stella.
  •  Chiave a Stella delle imprese

Incontro al Salone del Libro di Torino con tutte le imprese vincitrici del Premio Chiave a Stella.

Se uno sta a casa sua magari è tranquillo, ma è come succhiare un chiodo», spiega Tino Faussone ne «La chiave a stella», il romanzo di Primo Levi. Gli imprenditori annuiscono: «Per noi girare il mondo è fondamentale: esportiamo quasi il 90% del fatturato», racconta Marco Roveta di Criotec Impianti, azienda che produce macchine per il freddo destinate ai laboratori di ricerca. Attorno a lui ci sono i rappresentanti di altre 14 Pmi che hanno vinto il premio “Chiave a Stella”, dedicato alle imprese piemontesi innovative, promosso da Api Torino, Fondazione Magnetto e Repubblica con UniCredit, Camera di commercio, Unioncamere Piemonte e Confapi Piemonte, Università e Politecnico.

Lo scenario è il Salone del libro e il dibattito si snoda attorno ai temi sollevati da Levi nel suo romanzo dedicato al mondo della manifattura. Il protagonista Faussone dice che non si può stare a casa e infatti gli imprenditori non lo fanno: «Esportiamo in giro per il mondo il 70% di quanto produciamo. Però assumiamo in Italia, perché crediamo nel fare impresa qui», dice Silvio Ellena, titolare dell’azienda che porta il suo cognome specializzata in lavorazioni meccaniche. Anche quando si parla di produrre ammortizzatori di velocità, come fa la Cultraro, il discorso non cambia: «Il nostro fatturato export arriva al 90%, stiamo assumendo personale straniero e abbiamo raddoppiato gli spazi a Rivoli», afferma Paolo Cultraro.

Francesco Ronchi di Synesthesia, società Ict torinese, dice che «qui ci sono competenze importanti nell’informatica, ma dobbiamo farci conoscere all’estero anche per vie trasversali, ad esempio con il design». Perché a Torino si può fare impresa: «Le uniche cose che potrebbe spingerci a delocalizzare sono pressione fiscale e burocrazia», aggiunge Giuseppe Calamita di Mock-Up, che offre prototipi al mondo della comunicazione.
Ecco un altro tema che si incrocia con la storia di Tino Faussone, quando racconta di quei giorni «che tutto va per traverso» e in cui «il mondo è fuori quadro» e figurarsi «se lo raddrizza un montatore». Gli imprenditori conoscono questa sensazione. «In questi anni si è affacciata più volte l’idea di aprire all’estero, ma abbiamo scelto di tutelare il territorio. Fare impresa qui è più difficile, ma vogliamo restare», racconta Fulvio Boscolo della Lma di Pianezza, azienda di meccanica di precisione. «È difficile trovare cervelli. Devo importare dall’estero gli ingegneri elettronici», spiega Cesare Mangone della Progetti, che produce defibrillatori a Moncalieri. Tra gli handicap c’è pure la “fuga” di alcuni campioni nazionali: «Siamo stati per oltre dieci anni fornitori di Costa crociere e siamo ripartiti da zero quando sono passati alla Carnival di Amburgo», sottolinea Silvia Pennazio della Rp-Rivestimenti Plastici di Venaria. «Rispetto ai concorrenti americani abbiamo a che fare con un mercato molto più frazionato e questo ci richiede un grande sforzo», dice Marco Foglizzo della Foglizzo Leather (rivestimenti in pelle).

La specializzazione ricorda Massimiliano Teifreto di Max Camerette ci ripaga nel settore dinamico e commerciale come quello delle camerette, noi arrediamo lo spazio dove vivono e crescono i bambini e ragazzi  rendendolo  pieno di motivi di interesse.

Poi c’è la burocrazia: «Ci massacra, dobbiamo sottostare a continue leggi e leggine che tolgono tempo alle nostre imprese», evidenzia Ellena. Il settore pubblico spesso non tiene il passo: «Il nostro mercato è fermo da 50 anni e facciamo fatica a far capire che esistono innovazioni per migliorare il sistema», nota Stefano Stracquadanio di Drink Cup con la sua startup specializzata nella creazione di pozzi per l’acqua potabile.

Lorenzo Gianotti, presidente della Fondazione Magnetto e fondatore del premio Chiave a Stella, ascolta compiaciuto: «Siamo riusciti a dimostrare che in Piemonte esistono aziende medio-piccole con una straordinaria capacità di affrontare il futuro».

Le aziende vincitrici del Premio Chiave a Stella riunite al Salone del libro per fare il punto sull’economia tra freni e opportunità. Leggi l’articolo completo al seguente link www.torinovoli.it

Redazione ToriNovoli Newsmagazine  testata online  non giornalistica.

 

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