Massimiliano d’Asburgo concesse all’Ordine Ospedaliero di Ranverso il diritto di aggiungere al Tau del suo stemma l’aquila bicipite del vessillo del Sacro Romano Impero.
Massimiliano d’Asburgo concesse all’Ordine Ospedaliero di Ranverso il diritto di aggiungere al Tau del suo stemma l’aquila bicipite del vessillo del Sacro Romano Impero.


Saint-Antoine e Massimiliano d’Asburgo, all’incrocio tra il Regno di Francia e il Sacro Romano
Impero Massimiliano d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, concesse nel 1502
all’Ordine Ospedaliero di Saint-Antoine, la cui abbazia principale si trovava in Francia, nella
regione del Viennois, nei pressi di Lione, ed a Sant’Antonio di Ranverso il diritto di aggiungere al Tau del suo stemma l’aquila
bicipite del vessillo del Sacro Romano Impero. L’Ordine Ospedaliero di Sant’Antonio, le cui case e
precettorie si sono diffuse in tutta Europa a partire dall’Abbazia di Sant’Antonio nella regione di
Vienna, è particolarmente presente nei Paesi di lingua tedesca: Issenheim in Alsazia, Memmingen in
Baviera e Innsbruck nel Tirolo. Fu proprio da Innsbruck che Massimiliano concesse questo diritto
all’Ordine il 3 gennaio 1502: “Desideriamo onorare l’intero Ordine di Sant’Antonio con gli emblemi
e lo stemma della nobiltà, affinché, tra tutti gli altri ordini istituiti dal Sacro Romano Impero e non
solo, sia riconosciuto dal ricordo di questo marchio d’onore… e affinché tutti comprendano che
questa distinzione gli è stata conferita da noi stessi. Siamo pertanto disposti, e per decreto imperiale,
nella pienezza del nostro potere, a governare e disporre che, d’ora in poi, questo Ordine possa
portare ed esibire, senza contraddizione o impedimento alcuno, i seguenti emblemi e stemmi:
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Uno scudo d’oro con un’aquila nera, con le ali spiegate, che porta al collo una corona d’oro a forma
di collana, dalla quale pende uno stemma anch’esso d’oro, posto sul petto dell’aquila caricata con la
lettera T d’azzurro ‘. La concessione dell’imperatore è giustificata dalla sua gratitudine all’Ordine per
le cure prestate dagli ospedalieri di Saint-Antoine ai pazienti affetti dal “fuoco di Saint-Antoine”,
detto anche “morbo delle Ardenti”, un flagello endemico dovuto all’ergot. Ma possiamo anche
vedere nell’aquila bicipite degli Asburgo sullo stemma dell’Ordine il marchio dell’imperatore sulle
terre del re di Francia… e su un ordine la cui influenza aveva raggiunto il suo parossismo nel Sacro
Romano Impero oltre i confini dell’Europa continentale. Quest’aquila è ancora visibile nell’abbazia
di Saint-Antoine nel Delfinato sull’altare maggiore e sul frontone del Noviziato, ultimo
sopravvissuto in Francia di Massimiliano d’Asburgo, la cui famiglia regnò sull’Austria fino al 1919
e di cui L’aquila bicipite sarà resteranno l’emblema dell’Austria fino al 1938. Massimiliano
d’Asburgo nacque a sud di Vienna, a Wiener Neustadt nel 1459, città nella quale avrebbe poi
fondato la sua Schatzkammer, la sua Camera del Tesoro, una delle prime gabinetti delle curiosità
d’Europa. Egli regna su tutti i territori patrimoniali ereditati dalla Casa d’Asburgo: Austria, Tirolo e
contea di Gorice (l’attuale Bosnia-Erzegovina). Il suo matrimonio nel 1477 con Maria di Borgogna,
unica erede di Carlo I Uno scudo d’oro con un’aquila nera, con le ali spiegate, che porta al collo una
corona d’oro a forma di collana, da cui pende uno stemma anch’esso d’oro, posto sul petto dell’aquila
dell’imperatore sulle terre del re di Francia… e su un ordine la cui influenza aveva raggiunto il suo
pcaricata con la lettera T in azzurro”. La concessione dell’imperatore è giustificata dalla sua
gratitudine all’Ordine per le cure prestate dagli ospedalieri di Saint-Antoine ai pazienti affetti dal
“fuoco di Saint-Antoine”, detto anche “morbo delle Ardenti”, un flagello endemico dovuto all’ergot.
Ma possiamo anche vedere nell’aquila bicipite degli Asburgo sullo stemma dell’Ordine il marchio
arossismo nel Sacro Romano Impero oltre i confini dell’Europa continentale. Quest’aquila è ancora
visibile nell’abbazia di Saint-Antoine nel Delfinato sull’altare maggiore e sul frontone del Noviziato,
ultimo sopravvissuto in Francia di Massimiliano d’Asburgo, la cui famiglia regnò sull’Austria fino
al 1919 e di cui L’aquila bicipite sarà resteranno l’emblema dell’Austria fino al 1938. Massimiliano
d’Asburgo nacque a sud di Vienna, a Wiener Neustadt nel 1459, città nella quale avrebbe poi
fondato la sua Schatzkammer, la sua Camera del Tesoro, una delle prime gabinetti delle curiosità
d’Europa. Regna su tutti i territori patrimoniali ereditati dalla Casa d’Asburgo: Austria, Tirolo e
contea di Gorice (l’attuale Bosnia-Erzegovina). Il suo matrimonio nel 1477 con Maria di Borgogna,
unica erede di Carlo Magno, fa la guerra dove tu, felice Austria, ti sposi. Venere ti regala i regni che
altri strappano a Marte1. Vedovo a sua volta, Maximilien sposò la duchessa Anna di Bretagna nel
1490, ma il re di Francia Carlo VIII, temendo di trovarsi intrappolato a est e ad ovest dagli Asburgo,
invase la Bretagna e annullò il matrimonio. Massimiliano poi non cesserà mai di manifestarsi sulle
terre del Re di Francia, distribuendo doni ad alcuni, manifestando ad altri i suoi favori, lasciando
così librare la sua mano sul Regno di Francia. Maximilien ha una personalità romantica che gli è
valsa il soprannome di “l’ultimo cavaliere”. Il suo temperamento è allo stesso tempo prodigo,
mistico e cavalleresco. Ama San Giorgio e i tornei. Incarna l’ideale del cavaliere, così come inteso
dalla tradizione cavalleresca borgognona. Ma Maximilien è anche un uomo del Rinascimento. È
chiamato “il primo Artigliere” perché fu il primo ad utilizzare tecniche moderne nell’arte della
guerra come l’artiglieria e ad applicarle anche alla fanteria. A metà tra Medioevo e Rinascimento, ha
una concezione moderna e pioneristica dell’arte di amministrare i propri territori. Si preparò tutta la
vita per diventare imperatore. Maximilien è anche studioso e mecenate: è il protettore del pittore
Albrecht Dürer (1471-1528) e di umanisti come Ulrich von Hutten (1488-1523). Lui stesso è autore
di poesie e coautore di opere2. Nelle sue opere ritrae se stesso e racconta le tappe principali della
sua vita da imperatore. Incrementò notevolmente le raccolte contenute nella biblioteca del padre,
l’imperatore Federico III: si stima in 150 il numero delle opere contenute in questa biblioteca
iniziale e in 400 il numero dei manoscritti e degli stampati che vi aggiunse. Dal matrimonio con
Maria di Borgogna ereditò anche una ricca biblioteca comprendente opere di autori classici.
i classici lo influenzeranno fortemente3. Ama l’arte e la letteratura4. Si interessò alle scienze (a
quella che sarebbe poi diventata la storia naturale, ma anche alle scienze occulte), alla scoperta del
Nuovo Mondo e, per ovvi motivi di strategia, alle mappe. La maggior parte della sua biblioteca si
trovava a Innsbruck, l’altra parte a Wiener Neustadt. Il suo biografo in Austria, il professor Hermann
Wiesflecker, fornisce dettagli sugli interessi di Massimiliano: all’imperatore piacevano i riferimenti
all’antichità, alle pietre preziose, alle monete, alle scoperte scientifiche, ai geroglifici5. L’imperatore
capì che poteva usare le arti per scopi politici e la Porta Trionfale così come le tavole ad acquerello
che aveva disegnato nelle officine di Dürer per il suo corteo trionfale servirono come propaganda.
Sul bozzetto di una porta che non sarà mai del tutto scolpita, lo vediamo sfilare, come Cesare, su un
carro6. Tra le primissime sale d’arte d’Europa possiamo citare quelle del re di Francia Carlo V
(1337-1380) e del duca di Berry (1340-1416), quelle dei Medici in Italia dal 1389 al 1570 e di
Isabelle d’ Este (1474-1539), quelle dei principi tedeschi d’oltralpe o dei primi Asburgo – Rodolfo
IV il Fondatore (1339-1365) che fondò anche l’Università di Vienna in Austria, o l’imperatore
Federico III (1452-1486), padre di Massimiliano Datata intorno al 1517-1518, li segue la Camera
del Tesoro di Massimiliano7. Si trovava a Wiener Neuestadt, a sud di Vienna, dove nacque
Maximilien. Era chiamata anche Schatzgewölbe dell’Imperatore, che significa “la cripta del tesoro”,
in tedesco Gewölbe significa “cripta”. Aveva quindi la stessa forma dell’originaria Camera delle
Meraviglie dei principi di Dresda in Sassonia. Una xilografia acquarellata di Albrecht Altdorfer,
datata 1517-1518 e che illustra diverse scene della vita dell’imperatore, mostra questa volta dove
Massimiliano esponeva i suoi tesori. Lì riconosciamo statue, esemplari di oreficeria, vasi,
vasellame, oggetti religiosi, una copertura d’altare, libri e scrigni preziosi aperti con contenuti che
non possiamo vedere ma che indoviniamo: monete e pietre preziose8. L’imperatore morì nel 1519.
Non è sepolto a Innsbruck, dove fece costruire il suo mausoleo, ma nella sua città natale, Wiener
Neustadt, a sud di Vienna. Riposa nella cappella di San Giorgio del suo eremo.
1 Bella gerant alii, tu felix Austria, nube Nam quae Mars aliis dat tibi regna Venus. Texte original
cité dans : M. PERONNET, Le XVIe siècle : 1493-1620, Paris, Hachette Supérieur, 2013 (Histoire).
2 Parmi ses œuvres, on peut citer les titres suivants : Freydal, Theuerdank ou encore Weisskunig. In
H. NOFLATSCHER, Maximilian 1. (1486/93-1519), Osfildern, J. Thorbecke, 2003, p. 351-360