Febbraio 24, 2021

L’Ordine parte dei suoi beni, consistenti in fabbricati in Torino, nei tenimenti e nell’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, uno dei monumenti d’arte più notevoli dell’antico Piemonte.

L’Ordine parte dei suoi beni, consistenti in fabbricati in Torino, nei tenimenti e nell’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, uno dei monumenti d’arte più notevoli dell’antico Piemonte.

Nel 1776 fu abolito l’Ordine ecclesiastico di Sant’Antonio di Vienna (Francia) e passarono all’Ordine parte dei suoi beni, consistenti in fabbricati in Torino, nei tenimenti e
nell’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, uno dei monumenti d’arte più notevoli dell’antico Piemonte. La sua origine è attribuita ai monaci di Sant’Antonio venuti dalla
Francia nel 1156 e la primitiva Chiesa sarebbe sorta, al tempo del beato Umberto III
munifico benefattore dei monaci. La facciata della Chiesa è un singolare saggio dell’architettura del XIV e XV secolo con tre arcate a sesto acuto, in cotto, con artistici
ed eleganti ornati. Vicino alla Chiesa vi sono i resti di un piccolo edificio che doveva
servire da ospedaletto. Sull’ altare maggiore vi è lo splendido polittico di Defendente
Ferrari.
A cura dell’Ordine Mauriziano si provvide ai restauri atti a restituire alla Chiesa il
pristino splendore.
Nel 1784 pervennero all’Ordine i poderi di Montonero, Borgarino, Abbadia, Valle
dell’Olmo, nel Vercellese.
Il 29-1-1784, Pio VI eresse in Commenda Magistrale l’Abbazia di Santa Maria di
Lucedio, facente parte dell’antico grande Monastero dal nome dalla vetusta origine,
poi ricostruito a cura dei marchesi di Monferrato e dedicato a Santa Maria, che ebbe
cospicue donazioni dal conte Amedeo di Savoia (1137). Prima lo ebbero in spirituale
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custodia i monaci Benedettini, poi i Cistercensi, sotto il patronato del Re di Sardegna, come duca di Monferrato.
Dopo la triste parentesi della nazionalizzazione dei beni delle Abbazie, dei benefizi
e dipendenti parrocchie, dei beni degli Ordini di Malta e dei Santi Maurizio e Lazzaro decretata dalla Consulta del Piemonte in data 21-VIII-1800 e la soppressione
a Torino dell’Ospedale dei Santi Maurizio e Lazzaro, unito a quello di San Giovanni
Battista in data 9-II-1801 (20 piovoso), il 24-X-1814, col ritorno della Monarchia,
furono restituiti i beni all’Ordine. . ..
Il Re Vittorio Emanuele I promulgò il nuovo Corpo di Leggi e Statuti dell’Ordine
completati dalle nuove disposizioni e norme emanate dal Re Carlo Alberto in data
9-XII-1831.

ma, 19 novembre 1902
Buchenwald, 29 agosto 1944.
DA UETO INIZIO DI SECOLO
AL CUPO FONDO DI IMMANE TRAGEDIA STORICA
MAFALDA DI SAVOIA
PRINCIPESSA D’ASSIA
OLTRAGGIO DI BIECO ODIO E
DI SPIETATO DESTINO CONFERMÒ LEI NELLE
STRENUE VIRTù DELLE PIE
E FORTI ANTENATE REGAU.
LA MITE FORTITUDINE
LA GENTILE DIGNITA L’INVITTA BONTA DELLA
DONNA DELL’ITAUANA DELLA CRISTIANA VITTIMA
INNOCENTE ILLUMINARONO DI LUCE SPIRITUALE
L’ORRENDA PRIGIONE LA FINE ATROCE.
L’ORDINE MAURIZIANO
INTITOLANDO LE NUOVE SEZIONI
MATERNITÀ E CHIRURGIA
VUOLE ONORARE LA DIGNITA
DEL DOLORE, DELLA BONTA, DELLA
FORZA D’ANIMO.
IL NOME
MAFALDA
SIA QUI DI CONFORTO E DI AUGURIO
A CHI RECA SU QUESTE SOGUE
LE PRIMIZIE DEGU AFFETTI MATERNI
E LA SPERANZA DI GUARIGIONE
Riccardo Bacchelli
(Inallgurala il 7 febbraio 1966)

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