Ottobre 12, 2025

L’invenzione della stadera, originaria quasi con certezza della Campania, è da attribuire ai romani intorno al 200 a.C.

L’invenzione della stadera, originaria quasi con certezza della Campania, è da attribuire ai romani intorno al 200 a.C.

 

 

 

 

L’invenzione della stadera, originaria quasi con certezza della Campania, è da attribuire ai romani intorno al 200 a.C. Ben presto per il suo facile impiego, per la sua immediatezza di lettura e il soddisfacente grado di precisione conquistò i mercati anche nei secoli successivi all’età romana.
L’unità di misura di massa in epoca romana è la libbra di 327,45 g (con l’oncia di 27,28 g pari ad 1/12 di libbra); questa stadera ha dunque una portata minore di 8 once (218,3 g) e quella maggiore di 30 once, cioè 2 libbre e mezzo (818,6 g).
La sostituzione di due ganci indica un lungo utilizzo della stadera.
Il donatore riferisce che venne trovata agli inizi del Novecento dal nonno, medico, in contatto con molte imprese che effettuavano lavori ferroviari. Non è però in grado di dire la provenienza geografica del ritrovamento.
uso originario: non desumibile

 

 

 

La stadera è attribuita alla Campania in quanto, secondo l’antico storico Sant’Isidoro, la bilancia prese il nome dalla regione italiana dove fu inventataQuesto tipo di bilancia, basata sul principio delle leve, è associata ai Romani e venne diffusa anche nel territorio campano, divenendo popolare per la sua praticità e precisione, come testimonia anche il nome della via “della Stadera” a Napoli. 

Dettagli sull’origine
  • Origine geografica

    L’invenzione della stadera è collegata alla Campania, e in particolare all’antica Capua. 

  • Attributo romano

    I Romani contribuirono a diffonderla e popolarizzarla, grazie alla sua praticità e precisione. 

  • Funzione

    La stadera era un bilancia a leve disuguali che veniva usata per pesare le merci, pagando i dazi e le imposte per importarle nelle città. 

  • Etimologia

    Il termine “stadera” deriva da “campana”, da cui deriva l’aggettivo “campana”, che indicava un tipo di bilancia originaria della Campania. 

stadera

stadèra s. f. [lat. statēra, dal gr. στατήρ (accus. στατῆρα), nome di un peso e di una moneta]. – 1. Tipo di bilancia basato sul principio della leva: un’asta orizzontale (stilo) tarata in chilogrammi e frazioni di chilogrammo mediante suddivisioni (tacche), lungo la quale scorre un peso equilibrante (romano), è sospesa per mezzo di un gancio che funge da fulcro, e reca a sua volta appeso a una estremità un piatto su cui si pone l’oggetto da pesare; spostando il romano si fa variare il braccio della potenza fino a equilibrare il peso in esame, mentre il braccio della resistenza rimane costante. 2. S. a ponte (o ponte a bilico), strumento per pesare veicoli stradali o ferroviarî: nel primo caso è costituito da una piattaforma di acciaio, al livello della strada, che fa parte di una grossa bascula, i cui congegni indicatori del peso sono alloggiati in una cabina a fianco della piattaforma; nel caso degli impianti ferroviarî, la piattaforma è sostituita da due speciali rotaie a gola che possono essere accostate, mediante un apposito meccanismo, a quelle ordinarie in modo che i bordini delle ruote montino nelle gole mantenendo i cerchioni sollevati durante la pesatura. ◆ Dim. staderina; accr. staderóna e staderóne m. (con quest’ultimo, in alcune zone, si denomina anche la bascula o la stadera a ponte).

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