Giugno 15, 2025

 Non si può dire che sia diventata “rurale” in senso stretto, ma ha perso la sua specifica funzione ospedaliera e assistenziale legata all’ordine antoniano.

 Non si può dire che sia diventata “rurale” in senso stretto, ma ha perso la sua specifica funzione ospedaliera e assistenziale legata all’ordine antoniano.

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Nel 1776, con una bolla pontificia di Papa Pio VI, l’Ordine degli Antoniani fu soppresso e i beni della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, inclusa la chiesa, passarono all’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, che ne ha la gestione ancora oggiQuesto segnò la fine dell’originaria vocazione dell’edificio, che divenne proprietà di un altro ordine religioso e non più un luogo di cura e assistenza dell’ordine antoniano. Non si può dire che sia diventata “rurale” in senso stretto, ma ha perso la sua specifica funzione ospedaliera e assistenziale legata all’ordine antoniano. 
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Le cascine del complesso agricolo di Sant’Antonio di Ranverso erano utilizzate dalle famiglie dei contadini quando il borgo ospitava oltre 150 persone,. Questo complesso, nato come precettoria nel XII secolo, includeva anche un convento, un ospedale e un lazzaretto, oltre alle abitazioni dei contadini che lavoravano le terre. Le cascine, insieme ai terreni circostanti, erano parte di un sistema più ampio che forniva accoglienza ai pellegrini e sostentamento per la comunità. 

Il complesso di Sant’Antonio di Ranverso, come lo vediamo oggi, è il risultato di secoli di sviluppo e comprende diverse strutture, tra cui la chiesa, l’ospedale, il convento e le cascine. Le cascine erano abitate dalle famiglie contadine che prendevano in affitto le terre della precettoria. Passeggiando lungo la via Francigena, si può immaginare la vita di un tempo, con il viavai di viandanti e carri, e sentire il rumore della bilancia che veniva utilizzata per pesare il carico dei carri. 

La precettoria di Sant’Antonio di Ranverso fu fondata nel XII secolo da Umberto III di Savoia e affidata ai canonici regolari di Sant’Antonio di Vienne. Il complesso, con i suoi 45 ettari di terreno, il laghetto e la vigna, aveva lo scopo di accogliere i pellegrini che percorrevano la via Francigena, oltre a fornire sostentamento alla comunità. 

In sintesi, le cascine di Sant’Antonio di Ranverso rappresentano un elemento importante del complesso, testimoniando la vita rurale e l’organizzazione del borgo nel corso dei secoli. 

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