Aprile 16, 2025

L’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso si trova a Buttigliera Alta lo scrive la Regione Piemonte

L’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso si trova a Buttigliera Alta lo scrive la Regione Piemonte

 

 

 

                                               

Ed ora visi amo L’ABBAZIA DI SANT’ANTONIO DI RANVERSO La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso si trova a Buttigliera Alta fu completata nel del XIII° secolo e fu iniziata ad edificare esattamente nel 1188 adottando lo stile gotico – romanicoFacciata della chiesa Sito web www.ordinemauriziano.it/precettoria-di-santonio-ranverso Una veduta del pronao della chiesa di Sant’Antonio Abate di Ranverso L’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, o meglio Prece oria, è un edificio religioso piemontese fondato dall’Ordine ospedaliero di S. Antonio di Vienne e situato a Bu gliera Alta, in provincia di Torino, al principio della Valle di Susa. La nascita del complesso monas co risale agli ul mi anni del XII secolo su volere del conte Umberto III di Savoia e il suo nome combina la dedica a sant’Antonio abate e il toponimo di rivus inversus, riferito a un canale situato a nord delle colline moreniche nelle vicinanze. Un tempo c’era la tradizione di alles re la scena della Na vità sul terreno della Prece oria, all’interno del presepe vivente, che coinvolgeva cen naia di persone, fra adul e bambini, nella rappresentazione dei passi biblici riguardan la nascita di Gesù tu ves con abi dell’epoca. Storia Le prime no zie di una cappella presso il luogo del Rivus Inversus si hanno già a par re dal 1156 ma soltanto nel 1188 è documentata la donazione del terreno da parte di Umberto III di Savoia, che diede in uso l’area ai canonici regolari di Sant’Antonio di Vienne, in seguito no come “Antoniani”, con l’intento di creare una stru ura dotata di una foresteria per i pellegrini e anche una sorta di lazzare o per coloro i quali erano affli dal “fuoco di sant’Antonio”. L’ubicazione, infa , era strategica poiché rappresentava un’importante tappa della Via Francigena i entrambi i percorsi provenien dai vicini valichi del Moncenisio e del Monginevro. In seguito, con l’avvento dell’epidemia di peste della seconda metà del XIV secolo , l’ospedale di Ranverso svolse un ruolo fondamentale per la cura e l’assistenza agli appesta , poiché venivano a uate apprezzabili pra che di isolamento e cura delle piaghe infe e mediante il grasso dei maiali per evitare l’espandersi dell’infezione, tant’è che la stessa iconografia di sant’Antonio abate divenne esplicita, raffigurando il santo sempre accanto a un suino. Il complesso fu rimaneggiato più volte nel corso dei secoli alterandone fortemente la forma originale e l’ul mo intervento conclusivo a completamento della chiesa fu operato nel ul mo trentennio del XV secolo su volere di Jean de Monthenou, che venne nominato commendatario nel 1470 ; all’epoca il complesso comprendeva un ospedale, di cui rimane solo una facciata prece oria e la chiesa . Alla fine del XVIII secolo , la S. Antonio di Ranverso godeva di un consolidato potere sul territorio e la zona circostante appariva abbastanza popolata, a tal punto da gius ficare la presenza di svaria edifici rurali. Nel 1776 , dopo la soppressione dell’Ordine Ospedaliero degli Antoniani, i possessi di Sant’Antonio di Ranverso contavano circa un quarto dei terreni del comune di Bu gliera Alta e qua ro grandi cascine alle sue dipendenze queste proprietà furono assegnate da papa Pio VI all’Ordine Mauriziano , ancora a uali detentori dell’abbazia. Il complesso è stato dichiarato monumento nazionale nel 1883 Alfredo D’Andrade Nel 2007 e da Cesare Bertea all’inizio del Novecento. e restaurato prima da gli esterni di Ranverso sono sta luogo di ripresa di alcune scene del film di Dario Argento La terza madre . L’esterno Il complesso monas co sorge in un’area collinare a 336 metri s.l.m. e distante circa ven chilometri da Torino. Esso rappresenta una tesmonianza di grande interesse storico, ar s co e naturalis co. Facciata Abbazia ed ospedale Dettaglio dell’affresco Salita al Calvario di Giacomo JaquerioTra gli a uali fabbrica dispos a corte spicca la chiesa e l’ospedale, di cui è rimasta soltanto la qua rocentesca facciata cara erizzata dalla ghimberga in co o. La chiesa si dis ngue per i suoi mo vi picamente tardogo ci di influenza francese, di cui le tre imponen ghimberghe dei portali decorate con formelle in terraco a e pinnacoli sono l’elemento predominante; sul lato sinistro, ma completamente incluso nel perimetro del corpo di fabbrica della chiesa, si erge il campanile cara erizzato da tre piani di bifore e sormontato da qua ro pinnacoli che circondano una cuspide o agonale del XIV secolo. Gli interni L’interno della chiesa è pregevole e ben conservato. Le navata principale, affiancata dalle due laterali, è scandita da pilastri polis li a cui si alternano ampie cappelle sormontate da volte a crociera ogivali. Numerosi sono gli affreschi realizza da Giacomo Jaquerio , considera uno dei capolavori della scuola tardogo ca piemontese risalen al secondo decennio del XV secolo e raffiguran la Storia della vita di San Biagio, la Madonna in trono tra i san , la Na vità con i san , le Storie di sant’Antonio Abate; degno di nota è il ciclo di affreschi della sagres a raffigurante la vita di Cristo f irmato dallo stesso autore che comprende un’Annunciazione, i San Pietro e Paolo, l’Orazione nell’Orto, gli Evangelis sulle vele della volta e, sulla lune a, la celebre Salita al Calvario. Una veduta del campanile L’abside conserva inoltre un pregevole pen co di Defendente Ferrari realizzato come voto su volere della vicina ci à di Moncalieri datato 1531 e durante l’epidemia di peste dello stesso anno. Dalla navata di destra si accede all’unico lato supers te del chiostro che in origine si estendeva a latere della chiesa e la congiungeva con il vicino monastero rimaneggiato nel XVIII secolo riada ando il precedente edificio qua rocentesco. La Cascina Ranverso Un viale re lineo che a raversa campi col va collega l’abbazia alla Cascina Nuova d’Indrit, un interessante complesso rus co che ha conservato inalterata la cara eris camorfologia archite onica “a corte chiusa” risalente al 1782, su probabile proge o a ribuibile a Giovan Ba sta Feroggio . La costruzione rappresenta una delle più an che cascine agricole piemontesi immersa in un territorio che conserva un’ampia copertura boschiva e i tra cara eris ci di un paesaggio agrario. La Cascina Nuova era compresa nelle proprietà dell’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso e nel 2017 è stata riaperta al pubblico a seguito di un lungo e a ento restauro conserva vo a opera di priva che hanno rinominato la stru ura Cascina Ranverso, trasformandola in un agriturismo. APPROFONDIMENTI 1. ^ L’interno della chiesa è caratterizzato da volte a crociera , al cui centro di ognuna vi sono decorazioni originali coeve con la costruzione della chiesa e caratterizzate da motivi differenti che raffigurano la storia della salvezza dalla creazione del mondo alla resurrezione di Cristo . Nella prima crociera è visibile un cerchio con stelle chiare su sfondo rosso e nero: rappresenta la creazione. Nella seconda crociera è visibile un decoro a bassorilievo rappresentante un angelo che rappresenta l’incarnazione di Gesù. Nella terza un agnello indicativo del Natale . Le ultime due crociere sono decorate rispettivamente con una stella rossa su fondo scuro a simboleggiare la morte di Gesù e una stella su fondo chiaro a simboleggiarne la resurrezione. La rappresentazione del sole nell’abside invece è di fattura successiva, probabilmente settecentesca . 2. ^ Nel 1914 fu scoperta l’iscrizione in caratteri gotici «[picta] fuit ista capella p[er] manu[m] Jacobi Jaqueri de Taurino». 3. La Salita al Calvario raffigura su sfondo neutro una folla di figure armate di lance, bandiere e alabarde che si librano nella parte superiore. Questi personaggi contornano, seppur a una certa distanza, la figura dolente del Cristo che porta la croce, mentre figure crudeli e stralunate lo aiutano in malo modo, spingendo il legno o tirando il Salvatore con una corda. Nella grande varietà di tipi umani, dal nordico con la pelle chiara e la barba rossa al caucasico con la pelle bruna, dal giovane al vecchio, dal povero al ricco, prevale un senso lineare grazie alla marcata linea nera dei bordi, con una raffinata attenzione ai dettagli, come la resa del legno nodoso della croce . Ogni soggetto si stacca così espressivamente dal gruppo, creando una visione drammatica e priva di sentimentalismi.

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