Il polo turistico di Ranverso dimentica il Turismo Religioso nel luogo costruito e dedicato al Patrono del borgo Sant’Antonio Abate
Il polo turistico di Ranverso dimentica il Turismo Religioso nel luogo costruito e dedicato al Patrono del borgo Sant’Antonio Abate
Il Primo Nucleo di Ranverso
Non tutti gli studiosi concordano sulla data della fondazione di Ranverso. Alcuni, e tra di loro Placido Bacco13, fanno risalire la nascita del nucleo originario al conte Umberto III di Savoia intorno all’anno 1098. Siamo negli anni in cui in questa zona, tra Avigliana e Rivoli, imperversa un’epidemia di “fuoco sacro” ed è verosimile la storia che vede una marchesa di Avigliana impegnata a chiedere al marito, di recente tornato da una crociata, di intercedere presso il gran Maestro dell’Ordine, Gastone dei Gastoni, per ottenere l’invio di frati infermieri Antoniani per fondare un Ospedale che alleviasse le sofferenze della popolazione residente, in grandissima parte formata da poveri e miserabili contadini. Per la realizzazione venne scelta una regione detta Rivus inversus, perché in tale luogo scorreva un rio denominato Rio Inverso, dal termine piemontese “invers”, che equivale a dire situato a nord, così come il complesso degli 12 Essenziali rimangono gli studi di Italo Ruffino, vedere bibliografia. 13 Placido Bacco, Cenni storici su Avigliana e Susa, Susa, tip. Gatti, 1881.Ranverso e… oltre 20 Antica cartolina di Ranverso edifici è addossato ad una piccola collina esposta al nord, da cui derivò la dizione di Sant’Antonio d’Inverso, diventata successivamente Ranverso. Come già accennato però, i primi documenti attestano l’esistenza di un ospedale in Susa nel 1186, ma è verosimile che la costituzione del primo nucleo della Precettoria fu favorita dalla donazione ai religiosi Antoniani, fatta da Umberto III14 in data 27 giugno 1188. Con quest’atto Umberto donò essenzialmente un mulino e un bosco d’ontani situato tra la Dora e Almese, concesse esenzioni di carattere economico e giurisdizionale, cedette i suoi diritti sulle terre situate tra Ranverso ed Avigliana e promise una simile cessione su San Colombano, condizionandola però alla costruzione della chiesa a Ranverso.
fonte Italo Ruffino
Da sempre Ranverso e stata una comunità aperta ai viandanti poi nel 1776 arrivarono i contadini e diventarono gli autoctoni , si sposavano nacquero i figli che diventarono nativi del posto frequentavano la Chiesa furono battezzati a Ranverso, poi la prima Comunione e si Sposavano etc…” Il territorio di Sant’Antonio di Ranverso”. si trova tra Buttigliera Alta e Rosta (TO), ed e conosciuta per la sua antica Precettoria Abbazia con l’Ospedale , infatti era un centro di ospitalità e assistenza fondato e costruito dagli Antoniani. che arrivarono da Vienne
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Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso:
Questo complesso storico fu dichiarato nel 1883 Monumento Nazionale , che comprende la chiesa , il convento, l’Ospedale Medievale e altri edifici uso foresteria , in passato ha avuto un ruolo importante nell’accoglienza dei pellegrini e la cura per i malati, in particolare quelli affetti dal fuoco di Sant’Antonio.
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Pellegrini e assistenza:
La Precettoria sin dall’origine nel 1098 ha ospitato pellegrini, viaggiatori, i poveri ,e offriva assistenza ai bisognosi, compresi quelli affetti da malattie cutanee , dopo nel 1776 i monaci ospedalieri cessarono e tutti i beni passarono all’ordine dei S.S Maurizio e Lazzaro che modificarono la vita del borgo utilizzandolo come luogo Rurale, vediamo che questo luogo protetto dal suo santo Patrono Sant’Antonio Abate ha resistito nei secoli alle guerre, carestie, alluvioni , terremoti etc.. da A.D.A e annoverato tra i posti più belli al Mondo , oggi 2025 prendiamo atto che sarà di nuovo modificata la funzione di questo luogo e viene riscoperto come struttura Ricettiva e Chiesa Museale dove le persone credenti si fanno il segno della croce quando entrano perchè prima di tutto e una Chiesa consacrata .
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Storico e religioso:
Sant’Antonio di Ranverso è un sito storico e religioso di grande importanza dove in Val di Susa il culto per Sant’Antonio Abate e molto radicato .
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Eventi recenti DI RIQUALIFICAZIONE :
Il polo turistico di Ranverso dimentica il Turismo Religioso nel luogo costruito e dedicato al Patrono del borgo Sant’Antonio Abate
Così si demolisce la figura
del Patrono del borgo Sant’Antonio Abate
Nel mese di Marzo 2025 , la Regione Piemonte e la Fondazione Ordine Mauriziano hanno firmato un accordo per il restauro e la riqualificazione di alcuni edifici storici come la facciata dell’Ospedale della Precettoria, e un Hotel presso la Cascina Bassa, con l’obiettivo di creare un ristorante-caffetteria, una foresteria e un parcheggio, il museo del contadino, un’area per noleggiare le bici, una sala riunione , un mercato di prodotti locali etc….
LA STORIA SI RIPETE RANVERSO SI RIAPPROPRIERA DELLA SUA ATAVICA FUNZIONE QUELLA DI LUOGO POLIFUNZIONALE -
Sant’Antonio di Ranverso. e noto per la sua storia e per la sua funzione di centro di accoglienza, di assistenza e di preghiera
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La Casa di Sant’Antonio di RanversoLe origini del suo nucleo risalgono alsecolo 1.098, epoca in cui sorgono i primi insediamenti destinati a formare quella che poi diventerà la Precettoria AbbaziaFonte www.torinovoli.it Ersilio Teifreto A.D.A
- Ranverso Diventerà un Polo turistico culturale e sociale dimenticando il Turismo Religioso il Vero cuore di Ranverso
Circa trent’anni fa, un ricercatore tedesco, il dottor Adalbert Mischlewski, incuriosito dalla presenza in Germania di numerosi ospedali costruiti e gestiti da abitanti del Delfinato, effettuò delle ricerche storiche e riscoprì la sorprendente storia di questi Antonini, che per oltre sei secoli crearono e gestirono la maggior parte degli ospedali europei.
Quale grande città europea non ha un sobborgo, una strada, un quartiere o un ospedale chiamato “Sant’Antonio”?
Questa è la storia degli Antonini come il Dott. MISCHLEWSKI, la Sig.ra MOCELLIN-SPICUZZA, Direttrice del Museo di Sant’Antonio, e gli storici Sig.ri BRICAUD, ci hanno permesso di riscoprirla. (Vedi nota bibliografica alla fine).
Nel 1070 , Jocelyn, un modesto signore del Basso Delfinato, riportò da Costantinopoli le reliquie di Sant’Antonio Eremita, detto l’Egiziano, morto nel 356, reliquie che gli erano state donate dall’imperatore d’Oriente Romano IV Diogene,come ringraziamento per il suo aiuto, durante le Crociate, nella lotta contro i turchi selgiuchidi.
Gli imperatori orientali dell’epoca possedevano decine di migliaia di reliquie , più o meno vere…, che servivano come moneta di pagamento, poiché le reliquie fornivano entrate dalle missioni a coloro che le possedevano.
Fu quindi per una fortuita coincidenza che le reliquie di Sant’Antonio finirono nel Delfinato.
https://importanza-delle-reliquie-nel-medioevo.html
Al suo ritorno nel Delfinato, Jocelyn depose le reliquie di Sant’Antonio nella chiesa del suo villaggio di La Motte aux Bois , che sarebbe diventato Saint Antoine l’Abbaye, una piccola cittadina situata nell’Isère, tra Grenoble e Valence.
Le reliquie di Sant’Antonio sono attualmente collocate
sotto l’altare della chiesa di Sant’Antonio dell’Abbazia
Trent’anni dopo ,agli inizi del 1100,apparve una misteriosa malattia:
I pazienti hanno la sensazione di bruciare dentro.
I loro arti diventano neri e marciscono.
Spesso hanno allucinazioni .
Non è né la lebbra né la peste.
In un’epoca in cui la religione cristiana struttura tutta la vita nel mondo occidentale, tutti ritengono che questo male sconosciuto non possa essere altro che la Giustizia di Dio che punisce così coloro che hanno sbagliato, soprattutto perché questa malattia colpisce senza distinzione tutte le classi sociali. Si chiama Fuoco Sacro, Ardore Mortale o Male Ardente.
Nel tentativo di guarire, i malati si rivolgevano alle Reliquie dei Santi , perché questi, vicini a Dio, potevano trasmettergli le loro preghiere e le loro richieste di guarigione. Fu così che ai Santi vennero attribuite, attraverso devozioni, virtù di protezione e di guarigione che spesso non avevano nulla a che vedere con le loro vite passate.
Gli abitanti del Delfinato scoprirono allora che Sant’Antonio Eremita, le cui reliquie erano state deposte trent’anni prima nella chiesa di La Motte aux Bois , era stato egli stesso preda di un fuoco interiore quando si ritirò nel deserto d’ Egitto nel III secolo.
= > la-tentazione-di-sant’antonio-di-Grünewald
Molti si recarono in pellegrinaggio al Priorato di La Motte aux Bois toccando le sue reliquie. Dopo un po di anni per gli stessi motivi i malati mentre asi recavano Sant’Antonio di Ranverso per pregare davanti alla statua del santo del fuoco chiedendo la graia di guarigione .
Ci affrettiamo, ci accalchiamo attorno alle reliquie del Santo,
e … vediamo molte guarigioni!
Questa notizia si diffuse rapidamente in tutta la cristianità.
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Ma come possiamo dare alloggio, nutrimento e alloggio a così tante persone malate?
Gli abitanti di Saint Antoine si stanno organizzando spontaneamente e devono affrontare i problemi della gestione.
Un piccolo gruppo di una decina di uomini e donne, che sarebbero stati chiamati ” Gli Antonini “, creò una fraternità laica per la cura dei pellegrini e costruì un primo ospedale, la casa di elemosina , dove non solo i malati ma anche i pellegrini poveri potevano trovare cure, alloggio e cibo. La giovane comunità laica crebbe rapidamente e si impegnò per costruire un nuovo ospedale speciale chiamato Dismembered Hospital.
L’ efficacia delle cure era tale che diverse città vicine si interessarono ai metodi di lavoro e al trattamento dei malati e chiesero consiglio e aiuto agli Antonini per fondare o riformare i loro ospedali.
Fu così che, a partire dal 1123, gli Antonini furono chiamati a Gap, Besançon e Chambéry per creare lì le stesse strutture di accoglienza e cura.
Poi la comunità antonina si diffuse, naturalmente in Francia, ma anche in Italia a Ranverso presso Torino, a Modena, a Napoli, in Germania a Grünberg, Memmingen e Friburgo, a Dravec in Ungheria, in Spagna, in Scozia e a Saint-Jean-d’Acre in Terra Santa.
La maggior parte dei re, signori, vescovi e abati si rivolgono a loro.
Poiché gli ospedali di Roma erano mal gestiti, nel 1289 papa Niccolò IV chiamò gli Antonini. Essi applicarono i loro moderni metodi di cura e l’ospedale principale di Roma prese il nome di ” Sant’Antonio dell’Urbe”.
Nel 1500, più di 400 stabilimenti (commende, priorati, ospedali, case di raccolta) erano registrati e annessi agli ANTONINI.
=> Elenco delle Precetture Antonine nel 1478
Dr Adalbert Mischlewski
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La malattia urente ,come la conosciamo dal XVI secolo, è un’infezione del sangue causata da un fungo, l’ergot,che cresce particolarmente bene nel guscio esterno dei chicchi di segale. L’ergot contiene composti tossici il cui effetto fisiologico è quello di provocare la contrazione muscolare e la costrizione dei vasi sanguigni.
=> Fuoco di Sant’Antonio o ergotismo gangrenoso
Negli esseri umani, l’ergot provoca nel corpo una sensazione alternata di freddo e caldo. Gli effetti della malattia sono inizialmente allucinazioni. Il cervello è il primo ad essere colpito. Quindi il paziente avverte un intenso bruciore interno. Le descrizioni antiche parlano di un fuoco “ardente”, ma anche di un fuoco “ghiacciato”. Infine, gli arti scarsamente irrorati sono colpiti dalla cancrena.
Si possono verificare due tipi di cancrena. Gangrena secca: le braccia e le gambe si seccano e si staccano dal corpo spontaneamente; Questo è il fenomeno più caratteristico del Mal des Ardents. Gangrena umida: gli arti marciscono letteralmente. In questo caso la morte è inevitabile se l’arto non viene amputato.
In tempi normali, i mugnai facevano attenzione a macinare solo il grano.
Ma in tempi di carestia, come accadde nell’XI secolo, i cereali (segale e grano) venivano mal selezionati e i mugnai, per ottenere più farina, non rimuovevano la pula dal chicco, ed è proprio lì che si sviluppava la tossica segale cornuta. E se l’anno era stato particolarmente umido, i rischi di malattie si moltiplicavano, perché si trattava di un terreno fertile per la formazione di funghi.
Con questa farina si faceva il pane, che in realtà era avvelenato e che tutti mangiavano.
Chiunque potrebbe quindi sviluppare questo male.
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Ora, quando i malati e i pellegrini giungono a Sant’Antonio, gli Antonini danno loro da mangiare “buon pane di grano”, non contaminato dalla segale cornuta, perché raccolto e macinato in condizioni normali, e carne di maiale, e danno loro da bere AGNELLO SANTO (vino mescolato con erbe medicinali e benedetto durante la processione annuale dell’Ascensione).
Quattordici piante sono elencate come potenzialmente incluse nella composizione di Saint Vinage: piantaggine maggiore, piantaggine lanceolata, papavero, verbena, ranuncolo bulboso, scrofularia acquatica, ortica bianca, gramigna strisciante, veronica quercina, genziana maggiore, domatore di veleni, trifoglio bianco, chufa, farro.
“CRONACHE DI UN’ABBAZIA NEL MEDIOEVO” – Géraldine Mocellin-Spicuzza, [167]
L’avvelenamento cessa, il cibo sano e le erbe medicinali fanno il resto e molti guariscono.
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A coloro che hanno gli arti in cancrena vengono amputati .
I “medici” non possono farlo, perché la religione cristiana ha proibito loro di aprire il corpo umano, opera di Dio.
Gli Antonini si rivolsero quindi ai barbieri del villaggio di Saint-Antoine, che possedevano gli strumenti affilati e l’abilità necessari.
Questi barbieri, che divennero “chirurghi” e che, a differenza dei medici, non parlavano il latino ma la lingua del popolo, acquisirono rapidamente grande notorietà in tutta Europa.
Amputano correttamente. I loro strumenti sono ereditati da Galeno e Ippocrate (pinzette, aghi), dai chirurghi arabo-musulmani (cauterizzazione) e presi in prestito dagli artigiani del loro tempo, fabbri (pinze) o falegnami (rugines: una specie di pialla per raschiare le ossa).
Nel 1560 gli Antonini pubblicarono l’ Epitome chirurgiae .
Amputazione con una sega da parte degli Antonini.
(secondo Hans Von Gersdorff)
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Gli Antonini erano maestri anche nell’uso delle piante.
Nel Medioevo, unguenti e cerotti erano medicinali comuni per curare le ferite. Tra questi rimedi,il balsamo di Sant’Antoniosembra essere il più efficace.
=> Il balsamo di Sant’Antonio nel XVIII secolo: Elisabeth Clémentz”
È anche possibile che i numerosi Templari che si unirono agli Antonini nel 1312, in seguito allo scioglimento del loro ordine, portassero con sé le conoscenze mediche acquisite in Oriente.
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Infine, e non ultimo tra i loro contributi in campo medico, per aiutare a curare i pellegrini, gli Antonini sapevano anche fare affidamento sulla loro conoscenza e padronanza delle forze energetiche provenienti dalle correnti d’acqua sotterranee che scorrevano sotto la chiesa abbaziale e che potevano aiutare a curare i malati, in particolare durante il cammino dei pellegrini all’interno della chiesa.
Vedi il libro di Gisèle e Robert BRICAULT:
“ST ANTOINE L’ABBAYE – STORIA SEGRETA, SIMBOLISMO, GUARIGIONE”
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Per finanziare questi ospedali e queste cure , gli Antonini inizialmente non poterono avvalersi delle donazioni dei pellegrini e dei malati. Infatti, erano i Benedettini i custodi delle Reliquie di Sant’Antonio nella Cappella del loro priorato. Una lotta incessante e ingloriosa contrapporrà dunque per molti anni i Benedettini e gli Antonini.
Gli Antonini chiedono di essere riconosciuti come ordine religioso e non più semplicemente secolare . Nel 1245 venne fondato l’Ordine dei Fratelli Ospitalieri di Sant’Antonio, secondo la regola di Sant’Agostino, un ordine indipendente e sottoposto alla sola autorità della Santa Sede.
Gli Antonini si rivolsero quindi al Papa per ottenere il monopolio delle missioni legate a Sant’Antonio, nonostante la rivalità degli altri ordini religiosi. Ottennero questo monopolio che sarebbe stato confermato da tutti i papi successivi. I fratelli Antonini organizzano le loro missioni in modo straordinariamente buono. Reclutano collezionisti, spesso semplici laici, ai quali assegnano una percentuale delle raccolte.
Questi raccoglitori viaggiano per tutta l’Europa : hanno una campana per annunciare il loro passaggio e usano un timbro a forma di Tau, con il quale marchiano a fuoco i maialini, che saranno ingrassati dai contadini e consegnati ai raccoglitori in una visita futura. I maiali di Saint-Antoine, con la loro T, sono quindi presenti in tutte le fattorie e i villaggi d’Europa, ma anche nelle grandi città, dove spesso sono lasciati liberi di girovagare a loro piacimento.
Gli Antonini si affidano a una rigida organizzazione di terminali di missione:
le Precettorie o commende generali e i baliati sono strutturati.
In tutta Europa vengono costruiti grandi edifici.
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Donare ai collezionisti di Sant’Antonio è quasi un obbligo.
La malattia ardente che colpisce coloro che hanno agito male, i mendicanti di Sant’Antonio useranno e abuseranno della vendita di indulgenze agli ammalati, affinché il loro purgatorio sia il più breve possibile.
I mendicanti non esitano a minacciare coloro che si astengono, malati o sani che siano, con la “Vendetta di Sant’Antonio” (nome che verrà dato a questa malattia a partire dal XII secolo!).
Ascesa e caduta degli Antonini:
Riconosciuti come religiosi nel 1245, gli Antonini poterono finalmente recuperare le reliquie di Sant’Antonio dai Benedettini nel 1297 e beneficiare così direttamente delle donazioni dei pellegrini e dei malati.
La grande peste nera del 1347, che decimò più della metà della popolazione europea, rafforzò ulteriormente il potere degli Antonini in materia di ospitalità. Le loro abilità vanno ben oltre la semplice lotta contro il Male che Brucia.
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Oltre alle ricchezze che affluivano all’Abbazia di Sant’Antonio, gli Antonini crearono una delle reti di informatori più sorprendenti che l’Europa abbia mai conosciuto.
=> https://www.le-reseau-europeen-des-antonins.html
I mendicanti di Sant’Antonio si recano nei villaggi più remoti, dove non arrivano né preti né signori. Trasmettono le informazioni raccolte in tutta la cristianità ai Precettorati e poi alla Casa Madre di Sant’Antonio.
Gli abati antonine, che erano per la maggior parte degli amministratori straordinari, usarono e vendettero queste informazioni ai potenti dell’epoca. Diventarono attori chiave nel gioco politico e nelle rivalità di potere, in particolare nelle guerre di religione. Nel XIV e XV secolo furono regolarmente chiamati da Papi, Imperatori, Re e Signori per ricoprire importanti cariche politiche: diplomatici, consiglieri, ministri.
È la loro struttura fortemente gerarchica e, soprattutto, fortemente centralizzata che consente loro di distinguersi in questo modo, e sono i direttori francesi, provenienti principalmente dal Delfinato, a dirigere quasi tutti gli ospedali e le commende che controllano in tutta Europa.
Uomini di cultura, gli Antonini praticarono il mecenatismo, fornendo all’abbazia di Sant’Antonio e alle sue commende (più di 200 in Europa) raffinate opere d’arte. I più grandi re e signori vengono a far visita a Sant’Antonio.
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Dal 1378 al 1418, durante il Grande Scisma , si batterono affinché i Papi rimanessero ad AVIGNONE, perché era più facile per loro controllarlo, e si dichiararono apertamente contrari alla reinsediamenti dei Papi a ROMA. Così facendo, si alienarono i membri dei loro establishment tedeschi, italiani o inglesi che erano a favore di ciò.
L’ascesa del nazionalismo in Germania e nei Paesi Bassi, sostenuta da Lutero che denunciava il “traffico di indulgenze” e il “culto delle reliquie”, spinse i membri delle fondazioni tedesche, scandinave e inglesi a liberarsi dal giogo del Delfinato e a rendersi indipendenti dall’abbazia madre di Sant’Antonio.
Furono quindi i grandi comuni tedeschi e italiani a gestire direttamente questi ospedali, fornendo assistenza ai malati e ai poveri, un fenomeno del tutto nuovo per quei tempi.
Gli ospedali antonine vengono… nazionalizzati.
I numerosi signori del sud della Francia che aderirono alla Riforma, tra cui il barone des Adrets, giunsero ad attaccare, saccheggiare e saccheggiare l’abbazia di Sant’Antonio. La maggior parte dei religiosi fuggì.
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Alla fine delle guerre di religione, gli Antonini vissero un secondo periodo di prosperità a partire dal 1597. Riscoprono la loro ricchezza, le loro influenze e il loro amore per le arti. Mai i loro edifici, ristrutturati e ampliati, furono così belli – Si veda nel coro della chiesa abbaziale la serie dei dieci arazzi di Aubusson –
Ma oltre alle ragioni politiche del declino degli Antonini, c’erano anche quelle dei progressi in campo igienico. Gli Antonini non sono stati più così indispensabili da quando i tedeschi scoprirono la tossicità della segale cornuta nel 1596.
Infine, le rivalità interne e la totale mancanza di vera spiritualità aggravano ulteriormente il declino di questo impero religioso.
Una frase sorprendente, incisa nel marmo su una targa situata in Rue St Antoine a Marsiglia!
Nel 1777 l’Ordine venne affidato agli Ospitalieri di Malta, ma senza successo.
Durante la Rivoluzione, gli edifici furono venduti come proprietà nazionale e solo nel 1840 Prosper Mérimée riscoprì il sito e lo fece classificare come monumento storico.
La vera storia degli Antonini andò perduta finché gli storici tedeschi, incuriositi dalla presenza di questi antichi ospedali del Delfinato sul loro territorio, non tornarono ad interessarsene…
Insomma:
La storia degli Antonini non è solo una storia religiosa.
È anche e soprattutto una storia laica e moderna, ante litteram:
Per rendere efficaci le loro cure, gli Antonini aggirarono molte usanze e perfino divieti dell’epoca.
- Aiutavano le persone di passaggio, gli sconosciuti.
- Curavano i malati senza distinzione di ricchezza o di classe.
- Hanno creato una rete di raccolta fondi sorprendentemente attuale.
- Riuscirono a stabilire il loro potere attraverso la loro influenza sui “potenti”,
religiosi o politici. - Sono riusciti a riprendersi dai loro fallimenti.
- Avevano capito che l’arte e la cultura erano elementi essenziali della comunicazione.
- Le istituzioni da loro fondate furono all’origine dell’assistenza pubblica.
Ma l’argomentazione basata sulla minaccia della vendetta di Sant’Antonio crollò con la scoperta della realtà del male del rogo e sotto il fuoco della Riforma.
Inoltre, l’efficacia della loro estrema centralizzazione non ha retto alla nuova situazione europea: l’ascesa del nazionalismo.
Infine, sperimentarono gli stessi eccessi della maggior parte delle grandi organizzazioni economico-religiose dell’epoca, vale a dire una forte ricerca del guadagno finanziario ma anche un notevole lassismo morale.
Il declino degli Antonini fu rapido quanto la loro ascesa.
- Nessuno dei loro abati ha lasciato il proprio nome nella storia.
- La maggior parte della loro ricchezza è stata dispersa.
- I loro archivi sono quasi scomparsi.
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E tuttavia… molti siti antoninati in Europa stanno oggi riscoprendo con stupore il contributo medico degli Antonini nella loro regione, e questo, per diversi secoli…
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Ho scoperto il sito di Sant’Antonio Abbadia più di vent’anni fa, quando, su richiesta dei Missionari della Sacra Famiglia, ho dovuto valutare i vasti edifici del Noviziato Antonino, attualmente occupati dall’Associazione dell’Arca.
Questo è il libro di A. Mischlewski, appena tradotto in francese, mi ha fornito i dettagli per comprendere questa sorprendente storia.
Michel Besson – ottobre 2024.
Questo articolo è stato pubblicato anche sulla rivista LE ROTARIEN nell’aprile 2007.