Maggio 16, 2022

La Torre medioevale di Buttigliera Alta (Valle di Susa).

La Torre medioevale di Buttigliera Alta (Valle di Susa).

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LA TORRE DELLA BICOCCA 0),
CASTELLO DI BUTTIGLIERA ALTA (VALLE DI SUSA)
E LA BORGATA MALAN NEL CONTESTO DELL’ANTICO
SISTEMA VIARIO DELLA VALLE
Sul filo di cresta della morena laterale destra dell’antico ghiacciaio della Valle
di Susa, a 441 metri di quota s.l.m., si staglia abbastanza chiaramente la Torre
di Buttigliera detta della Bicocca (cfr. fig. 1 (2) e fig. 2 (3).
Rappresenta uno dei due esemplari di Torri isolate (quindi da segnalazione
e da disturbo) a pianta circolare che ancora annovera la Valle di Susa; l’altra è
la “Torre del Colle” in Comune di Villar Dora (già Villar Almese o semplicemente Villar).
Pur nell’attuale dilagare del cemento, la Torre di Buttigliera di Susa è rimasta
bucolicamente isolata e circondata da vigneti e da intricate boscaglie (foto 3).
Troppa tranquillità (spesso sinonimo di oblio) potrebbe però portarla in breve
tempo ad una morte violenta per crollo, trasformandola in un ammasso informe
0) Con i titoli: La Torre medioevale di buttigliera Alta (Valle di Susa) deve proprio morire? e buttigliera Alta con la bicocca nel gran distretto delle regie caccie, sono comparse, rispettivamente il
3 febbraio ed il 18 maggio 1984 sui settimanali II Nuovo Rocciamelone ed II Corriere di Torino
e Provincia, due segnalazioni di F. Pari tendenti a sensibilizzare gli Enti pubblici preposti, ad intervenire in un restauro conservativo per arrestarne il degrado. Appello a cui solo il Comune di
Buttigliera rispose, denunciando però la sua impossibilità finanziaria.
Il presente intervento (inquadrando il tutto in un contesto territoriale più ampio e quindi abbracciarne più sfere d’interesse istituzionale) viene redatto con il supporto di nuovi elementi e
dati pervenuti. Poiché il campo d’indagine è ricco e suscettibile di ulteriori ritrovamenti, ha la
presunzione di invogliare ad un approfondimento sul piano della ricerca documentaria, quale supporto ad un restauro conservativo non più dilazionabile e nel quale la Segusium ha lo scopo statuario di promuovere l’interesse collettivo e di fornire la propria collaborazione operativa.
(2) Particolare dell’I d i scenografica di Rivoli di Clemente Rovere pubblicata nel 1978 a cura
di C. Sertorio Lombardi (in occasione del 130° Anniversario di fondazione della Reale Mutua
Assicurazioni) in due Volumi che raccolgono gli altri 4102 disegni di questo Autore che nell’800
percorse in lungo ed in largo lo Stato Sardo, fissando sulla carta le inquadrature più rimarchevoli.
Nel particolare proposto si nota — dopo il primo piano rappresentante Rivoli con il suo Castello — la “nostra” Torre indicata con una freccia con sullo sfondo l’apertura della Valle delimitata
a sinistra del M. Pirchiriano ed a destra dal M. Musiné.
(3) Particolare dell’abitato di “buttigliera di Susa” eseguito dal Rovere nel 1833, evidenziarne
la Torre sullo sfondo dei monti della conca Milanere-Rubiana pubblicato nel II voi. per le Celebrazioni centenarie di Luigi Francesco Des Ambrois – Oulx 1974.
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di pietrame illeggibile — regno indisturbato di vipere — come è già avvenuto
pochi decenni or sono per il torrione quadrato centrale (mastio) del complesso
castellano dei De Bardonisca e delle torri circolari delimitanti il perimetro murario, indicato nella Parte seconda della “Carta topografica della Valle di Susa …”
(4) come LE CHATEAU ed ora declassata dagli Autori e dal cartello turistico
in TOUR d’amount (5).
La qual cosa avverrà tra non molto anche per le Torri — pur esse a pianta
quadra — di Meana, di Borgone, il Castelletto di Mompantero (per citare solo
quelle dove più facilmente si potrebbe intervenire con modeste opere edilizie
tamponatrici) purtroppo nella più completa indifferenza.
Il Casalis (6) alla voce BUTTIGLIERA URIOLA (7) così descrive il Monumento: “ …Sul rialto detto della Bicocca, che quivi sorge, si va facilmente eziandio coi carri. Esistevi una torre antichissima, rotonda dell’altezza di cinque
trabucchi che già servì per segnali di corrispondenza militare…” (foto 4).
Essendo il trabucco (antica misura lineare piemontese) corrispondente a m.
3,086, ne deduciamo un’altezza (naturalmente riferita agli anni 1833/34 in cui
venne compilato il II Voi. del Casalis) di m. 15,40.
Una misurazione di massima effettuata ai nostri giorni, da un risultato di circa m. 14.
Come può notarsi dalla foto 5, il coronamento superiore della costruzione cilindrica è notevolmente danneggiato, apparendo — tra l’altro — completamente
privo della merlatura che al tempo del Casalis (150 anni or sono) certamente ancora esisteva e della quale un elemento completo a coda di rondine (ghibellino)
si nota nella foto 6 (8).
Si può pertanto dedurre che i due dati altimetrici sono grosso modo esatti nel
contesto conservativo esistente nelle epoche dei due rilievi (1833-1984).
Una breve e modesta descrizione del manufatto, certamente inquadra meglio
il problema evidenziando l’importanza estrema del Monumento — oggetto della presente — sotto il duplice profilo storico e paesaggistico. Si rileva quindi l’urgenza di addivenire ad un intervento di restauro conservativo che — con un

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