Dicembre 26, 2021

La Lombardia è una delle regioni del Nord che con i falò festeggia Sant’Antonio Abate .

La Lombardia è una delle regioni del Nord che con i falò festeggia Sant’Antonio Abate .

Sant'Antonio Abate, ecco 10 cose da sapere sulla festa del 17 gennaio
Chi è Sant’Antonio AbateSant’Antonio Abate è il beato del fuoco, protettore del bestiame e dei campi. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente. Anche l’imperatore Costantino e i suoi figli, pare, ne cercarono il consiglio. Antonio si dedicò, dunque, alla cura dei sofferenti, operando guarigioni miracolose e scacciando il diavolo. Da allora Antonio è il ‘Grande’ capace di sconfiggere le malattie più terribili – il fuoco di Sant’Antonio – e di lenire il dolore dello spirito. La sua vita è raccontata da un discepolo, sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea. Il Santo viene spesso raffigurato con un bastone, il fuoco ai suoi piedi, un Tau e un maiale accanto a lui.
Sant'Antonio Abate, ecco 10 cose da sapere sulla festa del 17 gennaio
La data sul calendarioLa festa di Sant’Antonio Abate si celebra il 17 gennaio.
Sant'Antonio Abate, ecco 10 cose da sapere sulla festa del 17 gennaio
Il bastone a forma di ‘T’Il bastone su cui si appoggia Sant’Antonio è spesso a forma di stampella, emblema tradizionale del monaco medievale il cui dovere era di aiutare gli zoppi e gli infermi, oppure è semplicemente un bastone pastorale. Spesso il manico del bastone è a forma di T, o in alternativa può comparire la lettera tau sulla sua tonaca, all’altezza della spalla. Questo simbolo richiama la croce egizia, antico simbolo di immortalità poi adottato come emblema dai cristiani alessandrini. Secondo un’altra interpretazione la lettera tau allude alla parola “thauma”, che in greco antico significa “prodigio”.
Sant'Antonio Abate, ecco 10 cose da sapere sulla festa del 17 gennaio
Il maiale e la benedizione degli animaliIl maiale, compagno inseparabile di Sant’Antonio Abate in tutte le sue rappresentazioni. Nel corso del Medioevo il maiale, che aveva ancora l’aspetto del cinghiale, era infatti l’animale allevato dai monaci antoniani e secondo la tradizione il suo grasso era un antidoto contro l’herpes zoster, noto come il fuoco di sant’Antonio. Al maiale si sono quindi aggiunti altri animali, e per estensione l’abate è diventato il protettore di tutti gli animali domestici e della stalla. Il 17 gennaio, tradizionalmente, la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del Santo.
Sant'Antonio Abate, ecco 10 cose da sapere sulla festa del 17 gennaio
La leggenda del fuocoUna simpatica leggenda dice che Sant’Antonio Abate si recò all’inferno per rubare il fuoco al diavolo, e che mentre lui lo distraeva, il suo maialino corse dentro l’inferno, rubò un tizzone, e lo portò fuori per donarlo agli uomini. Un’altra leggenda narra che Sant’Antonio si recò all’inferno, per contendere l’anima di alcuni morti al diavolo e mentre il suo maialino, sgattaiolato dentro, creava scompiglio fra i demoni, lui accese col fuoco infernale il suo bastone a forma di ‘Tau’ e lo portò fuori insieme al maialino recuperato e lo donò all’umanità, accendendo una catasta di legna.
Sant'Antonio Abate, ecco 10 cose da sapere sulla festa del 17 gennaio
Vita e fertilità ai campiSant’Antonio Abate si lega al momento che si vive a metà gennaio, quello in cui torna la luce, in cui il sole risorge sull’orizzonte portando vita e fertilità ai campi. Così come il solstizio o anche l’epifania, queste sono feste dedicate alla luce e al fuoco rituale. Si chiude un anno con un falò, si brucia il passato, si risorge, si rinizia dalla cenere, purificatrice e fertile.
Sant'Antonio Abate, ecco 10 cose da sapere sulla festa del 17 gennaio
I falòAncora oggi, il 17 gennaio, si usa accendere i cosiddetti “fuochi”, “focarazzi” o “ceppi”, più conosciuti come “falò di S. Antonio”, che avevano una funzione purificatrice, fecondatrice e portatrice di prosperità, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla imminente primavera. Le ceneri poi raccolte nei bracieri casalinghi di una volta, servivano a riscaldare la casa e con apposita campana fatta con listelli di legni per asciugare i panni umidi. La Lombardia è una delle regioni in cui più si festeggia Sant’Antonio. Soltanto nel Sudovest milanese, vengono tradizionalmente accesi falò in diversi Comuni. Nel Bresciano, a Pontoglio, la festa si unisce alla giornata conclusiva della Sagra del Casoncello. Tra i falò, ci sono quelli di Orezzo (Bergamo), Erba (Como), Casorate Primo (Pavia) , Cremona, Asola (Mantova); Vimercate (Monza). A Sant’Angelo Lodigiano vengono distribuite le offelle, dolce tipico locale. A Varese, imperdibile appuntamento in piazza della Motta, dove la grande pira brucerà contornata da bancarelle alimentari.

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