Aprile 25, 2021

La croce commissa, o a Tau (in forma di una ‘T’ maiuscola), onnipresente a Ranverso, gli Ospedalieri di Sant’Antonio erano dei monaci che indossavano un abito nero, segnato sul petto da una croce in forma di “T” in panno azzurro. Gli Antoniani furono i veri anticipatori di tutti gli ordini Ospedalieri in Europa.

La croce commissa, o a Tau (in forma di una ‘T’ maiuscola), onnipresente a Ranverso, gli Ospedalieri di Sant’Antonio erano dei monaci che indossavano un abito nero, segnato sul petto da una croce in forma di “T” in panno azzurro. Gli Antoniani furono i veri anticipatori di tutti gli ordini Ospedalieri in Europa.

Il complesso in realtà non era un’abbazia, ma una precettoria dipendente dall’abbazia di Saint-Antoine-duViennois, nel Delfi nato, e rappresentava una delle tappe di quel sistema
di luoghi di accoglienza i cui cardini
erano la Sacra di San Michele, Novalesa e San Giusto di Susa (poi divenuta
cattedrale). La croce commissa, o a
Tau (in forma di una ‘T’ maiuscola),
onnipresente a Ranverso, identifi cava
Sant’Antonio, solitamente rappresentato con il bastone a Tau e seguito da
un maiale. Il Santo era considerato il
protettore degli animali domestici e
l’inventore del sistema di curare col
grasso di maiale l’Herpes Zoster, quel
“Fuoco di Sant’Antonio” che aveva
raggiunto forme endemiche e particolarmente gravi nel Medioevo e i
cui malati venivano accomunati ai
lebbrosi: col grasso si ricoprivano le
piaghe evitando contatto con l’aria e
attenuando il dolore. Proprio con lo
scopo di assistere questi ammalati
verso la fi ne dell’XI secolo era stato
fondato in Francia, a La Motte-Saint
Didier presso Vienne, l’istituto degli
Ospedalieri di Sant’Antonio: i monaci indossavano un abito nero, segnato
sul petto da una croce in forma di “T”
in panno azzurro. Gli Antoniani furono i veri anticipatori di tutti gli ordini
Ospedalieri.
Preceduta da un ristretto sagrato, la
facciata della chiesa si presenta nelle
linee del gotico dell’ultimo trentennio
del Quattrocento ed è segnata da tre
alte ghimberghe concluse da pinnacoli e formate da ricche fasce di formelle in cotto, molte delle quali rappresentano foglie di quercia e ghiande
(nutrimento del maiale). Nel portico,
o nartece, si trovano le sculture più
interessanti di tutto il complesso.

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