Marzo 23, 2021

L’ importanza dell’Abbazia Antoniana di Sant’Antonio di Ranverso si accrebbe grandemente nei secoli seguenti ed i monaci continuarono ad esercitare la loro missione ospitaliera fino al 1776, anno nel quale. Beato Umberto III di Savoia (1149-1188), che fu a loro largo di doni e di agevolezze, quei monaci costrussero la loro casa ed una chiesetta all’imbocco della valle di Susa, in vicinanza della strada romea che dal Piemonte conduceva in Francia.

L’ importanza dell’Abbazia Antoniana di Sant’Antonio di Ranverso si accrebbe grandemente nei secoli seguenti ed i monaci continuarono ad esercitare la loro missione ospitaliera fino al 1776, anno nel quale. Beato Umberto III di Savoia (1149-1188), che fu a loro largo di doni e di agevolezze, quei monaci costrussero la loro casa ed una chiesetta all’imbocco della valle di Susa, in vicinanza della strada romea che dal Piemonte conduceva in Francia.

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Abbazia di S. Antonio di Ranverso. l
Secondo la comune opinione
degli storici, l’Abbazia di Hanverso venne fondata nel 1156
da alcuni monaci dell’ordine
ospitaliero di Sant’Antonio, istituito negli ultimi anni del secolo XI a La Motte Saint Didier
presso Vienne nel Delfinato per
soccorrere malati di fuoco
sacro, una delle forme epidemiche più tremende che infierivano nel medioevo.
S . Anto11io di llanver!o – Faccjo to .
Sotto la p1·otezione del
Beato Umberto III di Savoia
(1149-1188), che fu a loro largo
di doni e di agevolezze, quei monaci costrussero la loro casa
ed una chiesetta all’imbocco della valle di Susa, in vicinanza
della strada romea che dal Piemonte conduceva in Francia.
Delle primitive costruzioni rimangono pochi r esti della
chiesa dai quali si può riconoscere che e sa era un edificio
di mode te proporzioni, a·d una sola navata, con abside a
pianta semicircolare e con un campaniletto, la base di quello
costrutto nel secolo XIV tutt’ora esistente e che è notevole
specialmente per le ciottole verniciate che decorano i timpani
arcuati delle finestre bifore.

  • 3 -L’ importanza dell’Abbazia Antoniana si accrebbe grande·
    mente nei secoli eguenti ed i monaci continuarono ad esercitare la loro missione ospitaliera fino al 1776, anno nel quale,
    per disposizioni di una bolla di papa Pio VI, l’Abbazia stessa
    venne soppressa ed i beni furono assegnati all’ordine dei
    SS. Maurizio e Lazzaro che ne è tutt’ora proprietario e che,
    per illuminata iniziativa del suo Primo Segretario Paolo Boselli, ha recentemente provveduto al restauro della chiesa a
    mezzo della Sopraintendenza dei Monumenti del Piemoqte.
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    Dall’esame degli elementi costruttivi e decorativi rimessi
    in luce durante questo ristauro fu possibile riconoscere le
    vicende della chiesa. Nel secolo XIII, demolita l’abside, si
    aggiunse un presbiterio a pianta quadrata; nel secolo XIV si
    costrussero le cappelle del fianco settentrionale, fu allungato
    nuovamente il pre biterio, furono costrutte. le volte, fu aguiunta la navata sud e si edificò la sacrestia. Nello stesso b
    tempo contro la facciata della chiesa primitiva venne innalzato il portico, con un piano superiore, che tuttora esiste.
    Sul finire del secolo XV, Giovanni Montchenu, vescovo di
    Viviers c nominato commendatario di Ranverso il22 aprile 14 70,
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    costru se l’ ab icl e poligonale, rifece le volte del presbiterio e
    decorò La facciata coi dipinti a motivi geometrici c con le
    ricche e belle terrecotte che ancora oggi i amm\rano.
    Sotto il porticato ono degni di nota i pila tri in pietra
    verdognola a colonnine in fascio con capitelli lavorati a fogliami e figure, gli atfresclù del duecento ulla parete di fondo
    rappresentanti scene della vita di Sant’Antonio, la Madonna
    dipinta nella lunetta al disopra dell’architrave della porta, e
    le pitture cinquecentesche negli scomparti della volta centrale
    con episodi del tra porto delle reliquie di Sant’Antonio da Alessandria d’Egitto nel Delfinato.
    Pei succe ivi ampliamenti,
    dei quali i è fatto cenno, la
    chiesa ha ora la pianta a croce
    latina con due navate e con cappelle sul fianco a nord.
    Sulla parete a sinistra della
    navata maggiore, fra le due
    prime cappelle ed in parte nascosti da un pila tro di o tegno
    della volta, ono affre chi del
    secolo XIII rappresentanti il
    Cristo benedictnte, il Presepio
    ed i SS. Pietro e Paolo.
    Nella prima cappella si vedon_o
    della vita di S. Maria Maddalena.
    dipinte sulle pareti scene
    Interessante è l’affresco di scuola vercellese del secolo XV
    sull’arco della seconda cappella nel quale è figurata la madonna col bambino tra S. Bernardino da Siena e Sant’Antonio. Quest’ultimo è in atto di presentare alla Vergine una
    donna inginocchiata ·che un’iscrizione dipinta sotto l’affresco
    ricorda es ere Bianchina Raspa moglie del giudice Eugenio
    Raspa che fu sepolta nella chiesa.
    Le pitture che si vedono sulla parete soprastante all’entrata della terza cappella risalgono al secolo XIII e rappre-

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