Intervista di Repubblica al nuovo Presidente della Fondazione Ordine Mauriziano Signora Licia Mattioli.
Intervista di Repubblica al nuovo Presidente della Fondazione Ordine Mauriziano Signora Licia Mattioli.

TEMBRE 2022 ALLE 10:57 3 MINUTI DI LETTURA
«Abbiamo beni straordinari, tra tutti la Palazzina di caccia di Stupinigi, ma mancano le risorse e ci è difficile fare in modo che le persone ne possano fruire con noi come vorremmo. Da imprenditrice, vorrei riuscire ad andare oltre la mera sopravvivenza e guardare più lontano, elaborare un piano di azione per ottenere aiuti stabili da parte degli enti che ci nominano, ma non ci sostengono a sufficienza. La verità è che siamo un po’ soli». Licia Mattioli, avvocato e amministratore delegato di Mattioli Spa, fondatrice di Exclusive brand Torino, già vicepresidente di Confindustria e Compagnia di San Paolo, dall’estate è la numero uno della Fondazione Ordine Mauriziano, indicata dalla presidenza del Consiglio dei ministri, come prevede l’ordinamento dell’istituzione. Tra le buone notizie, annuncia il completamento di una prima parte dei lavori di restauro all’abbazia di Staffarda a Revello, che verranno presentati il 5 ottobre.
Licia Mattioli, come sta la Fondazione che presiede?
«Purtroppo non ha le casse floride, anche se, grazie a una procedura di conciliazione, stiamo per ricevere dalla Regione 11 milioni e mezzo di euro, a conclusione di una vertenza che va avanti dal 2011. Noi gestiamo edifici di grande bellezza che richiedono manutenzioni continue. Oltre a Stupinigi, Staffarda e l’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, ci sono tanti altri beni sparsi per il territorio. Questi fondi saranno destinati a interventi di recupero e rimarrà poco per l’ordinaria amministrazione. Tra l’altro un bene sconosciuto ai più ma unico nel suo genere è il canile della Palazzina, che ospitava i cani da caccia e ora necessita di restauro urgente».
Come riuscite a mantenervi?
«Riceviamo ogni tanto qualche finanziamento spot, la Fondazione Crt ci ha aiutato inoltre in varie occasioni. Poi ci sono le entrate derivanti dai biglietti di ingresso, che però non bastano, malgrado la gestione oculata portata avanti finora. Un tempo questi complessi erano dotati di ospedali e cascine e vivevano di quei proventi e di lasciti, oggi non è più così».
Eppure c’è un accordo da 21 milioni tra la Regione e i comuni dell’area per creare il Distretto Reale Stupinigi, con l’intento di valorizzare anche economicamente le cascine e i territori intorno alla reggia. Voi siete coinvolti?
«In un certo senso sì. Ma da anni quei territori, il cosiddetto ‘Concentrico’, appartengono alla Regione. La ripresa delle varie attività potrà giovare anche a noi, ma in modo indiretto».
Tra i punti del progetto del Distretto c’è la viabilità, con il prolungamento della linea 4 da corso Unione Sovietica al viale di accesso con i poderi. Non pensa che questo potrebbe tornare utile alla Palazzina?
«Sì, perché si tratta di un nodo nevralgico. Se vogliamo i turisti, dobbiamo farli arrivare, anche senza auto. I concerti di Sonic Park hanno attirato 40mila persone, soprattutto giovani: di queste, il 66% ha visitato la Palazzina, ed è un dato positivo. È invece negativo il fatto che l’80% sia arrivato in macchina e solo il 16% in bus».
Si lamenta il fatto che le mostre a Stupinigi siano un po’ troppo pop e manchi una politica culturale adeguata al bene. È così?
«Si sono realizzate molte mostre, ma forse non quelle che ci si aspetta dal luogo. Non sono però nostre produzioni, ci limitiamo purtroppo ad affittare gli spazi ad agenzie esterne, proprio come facciamo con gli eventi, dalle convention aziendali ai matrimoni. Per fare esposizioni di alto livello ci vogliono molti soldi e torniamo al problema di cui dicevo prima. Certo, sarebbe bello riscoprire la vocazione ludica originaria della Palazzina e ci stiamo lavorando. È stato redatto un piano pluriennale che prevede, oltre alla prosecuzione dei restauri, lo sviluppo delle attività, cercando di non sovrapporci a quanto fanno le altre residenze. Le rassegne sul Barocco le lasciamo a Venaria».
A proposito di Venaria, anche Stupinigi potrebbe usufruire del finanziamento di 30 milioni dell’Istituto del Credito Sportivo, indirizzato al Consorzio delle regge?
«Credo nell’unione delle forze: occorrerà sedersi intorno a un tavolo e studiare insieme delle strategie. Ogni residenza ha la sua identità, ma sarebbe importante ottenere servizi comuni, come la promozione e la bigliettazione. Per ora la situazione è ancora un po’ bloccata, vedo comunque delle possibilità».
Tra dieci giorni presenterete la conclusione di restauri a Staffarda. Come siete intervenuti?
«Abbiamo recuperato le coperture con un investimento di 600mila euro, come previsto. Ma i lavori da fare sono ancora tanti e andranno avanti. L’abbazia, del XII secolo, è stata nel Medio Evo un centro importante, non solo religioso, ma anche commerciale. Come Stupinigi, anche questo complesso dovrebbe tornare a vivere, attraverso finanziamenti sia per i rifacimenti di parti strutturali, sia per le iniziative per il pubblico. Ha un potenziale enorme, che bisognerebbe potere sfruttare di più incrementando le presenze turistiche».