Il mistero delle reliquie di Sant’Antonio Abate, alcuni pezzi del corpo erano custoditi nella Parrocchia di Tricarico poi donati alla cittadina di Novoli
Il mistero delle reliquie di Sant’Antonio Abate, alcuni pezzi del corpo erano custoditi nella Parrocchia di Tricarico poi donati alla cittadina di Novoli
l mistero delle reliquie di Sant’Antonio Abate, alcuni pezzi del corpo erano custoditi nella Parrocchia di Tricarico poi donati alla cittadina
Posta su un’importante via di comunicazione (verso Irsina e la Puglia), è appartenuta ai Gerosolomitani della Commenda di Grassano. Non si conosce la data della sua fondazione ma lo stile dell’edificio la colloca tra l’XI ed il XIII secolo. Agli inizi del Cinquecento, all’epoca del vescovo Agostino de Guarino, nella chiesa diruta, sotto l’altare maggiore, furono ritrovate 2 urne contenenti rispettivamente le reliquie di Sant’Antonio Abate e quelle di San Potito – queste ultime furono prima traslate nella chiesa della Madonna dell’Olivo e poi trasferite nella cattedrale cittadina ove tuttora sono custodite. Ancora oggi non è semplice ricostruire la storia della diffusione dei Cavalieri Gerosolomitani o di Malta in Basilicata e le vicende relative alla Commenda Gersolomitana di Grassano [1] poiché molta documentazione nel corso del tempo è andata distrutta o dispersa [2]. Solo nell’ultimo decennio è stato possibile ricostruire, per sommi capi, le vicende determinate dalla loro presenza e l’importanza della Commenda Gerosolomitana di Grassano [3] . In un inedito manoscritto, dello storico ottocentesco Giuseppe Gattini [6], ricorda che Grassano nel 1277 era ancora un piccolo casale che apparteneva alla vicina cittadina di Tricarico e proprio dai Sanseverino, Signori di Tricarico, fu donato questo feudo [7] ai cavalieri . Un altro documento del 1368 ci da |
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Sintesi morfologica e tipologica | Di stile cluniacense, è costituita da una navata unica con un arco a sesto acuto posto in corrispondenza con l’inizio del presbiterio. Della struttura, parzialmente crollata, si conservano la facciata, il muro laterale sinistro e il muro posteriore. |
Storia
lla terra di Novoli chiedono al
vescovo
Pappacoda
l’assenso perché S. Antonio Abate diventi loro protettore, allorquandosi fa menzine della festa del Santo non vi è in esso alcun riferimento alla Focara mentreinvece si menzionano i fuochi d’articio.
LA GRANDE FOCARA
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Tricarico, collocata su uno sperone di roccia arenaria a 700m d�??altitudine, domina il tratto centrale del Basento e del Bradano. L’importanza di questo centro è documentata in età Bizantina, quando diventa sede vescovile, suffraganea di Otranto (anno 968), quindi città già importante e di buon peso demografico. E credibile quindi, che Tricarico si sia sviluppata, come roccaforte longobarda nel sistema difensivo del gastaldato di Salerno (849), certamente su un nucleo urbano preesistente già fortificato e dotato di porte. Infatti la posizione della chiesa di S. Maria del Lombardo, posta su un sito più basso, è extra moenia del quartiere Civita: nucleo originario ancor oggi così chiamato, forse punto di raccolta di popolazioni scampate alla distruzione di una più antica città posta a pochi chilometri sulla strada per potenza. Le presenze archeologiche nel territorio di Tricarico sono, oltre che a Civita e a Serra del Cedro, a Calle, a Sant’Agata, S. Felpo e i ruderi della chiesa della Trinità. ericamente Civita. ![]()
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