Novembre 2, 2024

Il cimitero in epoca medievale alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso Il 2 Novembre 2024 In memoria dei defunti

Il cimitero in epoca medievale alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso Il 2 Novembre 2024 In memoria dei defunti

  Reliquia di Sant’Antonio Abate

Cimitero poi rimosso  per le scene del film su Giacomo Leopardi  Lastra sull’altare maggiore  Masso erratico

di Ersilio Teifreto

Nella Valle di Susa agli inizi dell’Ottocento, sull’esempio di quanto aveva stabilito in Francia Napoleone con l’editto di Saint Cloud del 1804, vietò la sepoltura nelle chiese e ordinò la costruzione di cimiteri in cui riporre i cadaveri. Tali disposizioni suscitarono violenti disappunti, registratisi anche nella Precettoria da un’inchiesta condotta nel 1811 risultò che il popolo guardava “con un’avversione furibonda il divieto di seppellirsi nelle chiese”, Peraltro sia a motivo dell’opposizione dei monaci e dei contadini  e per le oggettive difficoltà tecniche ed economiche di costruire in breve tempo tanti cimiteri, si riuscì soltanto a vietare la sepoltura nelle chiese parrocchiali: in attesa della costruzione dei cimiteri, cosa che avrebbe richiesto diversi anni, e per cercare di non urtare del tutto l’opinione pubblica, i cadaveri furono riposti nelle chiese dei monasteri soppressi o nelle chiese abbandonate o comunque nelle loro strette adiacenze.

Fonte Italo Ruffino. Dall’atrio d’ingresso Pronao  della Chiesa di Sant’Antonio di Ranverso (il portale è sulla destra), guardando verso l’esterno a nord, s’intravede il cancello e il masso erratico sormontato da una stele ottagonale e una croce di marmo bianco che segnalava la via Romea detta poi via Francigena- la presenza dell’ospedale. oltre il masso era l’ingresso dell’antico Cimitero, racchiuso tra due  muriccioli divergenti che si estendevano fino al fabbricato dell’ospedale di cui resta solo la facciata mutilata di un pinnacolo. La presenza di un Cimitero nella Precettoria è unico in Italia  fa capire quanto era abitato questo borgo speciale in quegli anni. Il Cimitero rimase in funzione fino al 1803 e fu smantellato nel 1846 per dare luogo al tracciato degli olmi e platani destinato a unire il borgo verso la Dora , alla nuova arteria stradale Torino-Susa.

Il 2 Novembre 2024 In memoria dei defunti

Il cimitero in epoca medievale alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

All’interno della nostra chiesa– più frequentemente, sotto i pavimenti, chiusi da lastre tombali ora ancora visibili ricoperti da marmi posti successivamente – riposano le ossa di tantissime persone, di tantissimi nostri antenati vissuti nei secoli addietro e anche di essi noi dobbiamo fare memoria, specie in occasione del 2 novembre 2024. A volte è purtroppo capitato che, a causa di lavori fatti all’interno della chiesa, alcuni di quei resti siano stati spostati altrove;

quelle ossa dovevano rimanere nella chiesa lì dove furono posti.

La sepoltura dei morti durante il periodo medievale veniva effettuata in prossimità della chiesa. Contrariamente alle attuali abitudini, però, era diffusa l’abitudine di non aggiungere alcuna iscrizione nelle tombe che, di fatto, rimanevano nell’anonimato.

A Ranverso i monaci avevano ottenuto l’autorizzazione a costruire un cimitero oltre all’interno della vera e propria chiesa, spesso venivano utilizzati anche gli spazi esterni come il cortile o l’atrio. In alcune strutture religiose il chiostro veniva usato come ossario.

Nella chiesa Precettoriale di Ranverso si  si conservava una reliquia del patrono 

Sant’Antonio Abate a forma di avambraccio, si consideri inoltre che il prestigio della sepoltura dipendeva dalla vicinanza alle reliquie del santo collocate nella stessa chiesa: è per questo motivo che i ricchi venivano spesso seppelliti all’interno della chiesa, mentre ai poveri era riservata una tumulazione all’interno di fosse comuni in un recinto, sotto il masso erratico  all’esterno, o intorno alle mura con il cimitero.

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Per quanto poi attiene le modalità di tumulazione dei defunti, in passato nel 1.200 le Comunità di Rivoli e Avigliana e poi intorno al 1.700 quando si costituirono i due paesi Buttigliera Alta e Rosta dichiararono di non poter seppellire tutti obbligando Ranverso a trovare soluzioni nel suo concentrico , fonti storiche hanno ricostruito che oltre alla tradizionale e più diffusa sepoltura, si ricorreva anche ad altre alternative come la mummificazione, riservata però ad alcuni personaggi particolarmente importanti che, in tal modo, si riteneva potessero vivere anche dopo la morte.

Le ricostruzioni storiche non mancano poi di documentare come in alcuni casi si sia anche proceduto a delle sepolture in fosse comuni: sebbene non fosse certamente lo standard desiderato dal Cristianesimo, era una soluzione di emergenza in alcuni particolari contesti, come ad esempio nelle ipotesi in cui nel borgo dove accorrevano numerosi i malati del fuoco sacro era posto sotto assedio. In questo caso si ricorreva a delle fosse in cui cremare i cadaveri dei morti.

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