Ottobre 17, 2017

Il 13 aprile del 1987 a Torino si tennero i funerali del grande scrittore italiano Primo Levi, trovato morto due giorni prima nella tromba delle scale della sua casa.

Il 13 aprile del 1987 a Torino si tennero i funerali del grande scrittore italiano Primo Levi, trovato morto due giorni prima nella tromba delle scale della sua casa.

 

Torino Ersilio Teifreto

Il 13 aprile del 1987 a Torino si tennero i funerali del grande scrittore italiano Primo Levi, trovato morto due giorni prima nella tromba delle scale della sua casa.

Di origini ebraiche, Primo Levi nacque a Torino il 31 luglio del 1919. La sua vita fu fortemente segnata quando il 22 febbraio del 1944, Levi e altri 650 ebrei vennero deportati al campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, dove rimase fino alla liberazione da parte dell’Armata Rossa, il 27 gennaio del 1945. Fu uno dei 20 sopravvissuti. L’esperienza al campo di concentramento lo sconvolse profondamente e lasciò un segno indelebile nel suo animo. Fu a quel punto che cominciò la sua attività di scrittore, regalando alla storia una serie memorabile di romanzi, tra i quale “La tregua”, storia del suo viaggio di ritorno da Auschwitz, “La chiave a stella”, “Se non ora quando?”,  “I sommersi e i salvati” e lo struggente “Se questo è un uomo”, coinvolgente e riflettuta testimonianza di quanto fu vissuto in prima persona dall’autore nel campo di concentramento. Come Levi stesso disse il libro nacque “fin dai giorni di lager per il bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi”…

 

Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

che lavora nel fango

che non conosce pace

che lotta per mezzo pane

che muore per un si o per un no.

Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nome

senza più forza di ricordare

vuoti gli occhi e freddo il grembo

come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

stando in casa andando per via,

coricandovi, alzandovi.

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,

i vostri nati torcano il viso da voi.

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