I canonici regolari di Sant’Antonio di Vienne erano un ordine ospedaliero e monastico-militare medievale.
I canonici regolari di Sant’Antonio di Vienne erano un ordine ospedaliero e monastico-militare medievale.

I canonici regolari di Sant’Antonio di Vienne erano un ordine ospedaliero e monastico-militare medievale. I membri di questo ordine, chiamati anche cavalieri del fuoco sacro (la malattia oggi detta ergotismo o “fuoco di Sant’Antonio”), si dedicavano alle cure degli ammalati di ergotismo che cercavano grazia e conforto presso i santuari di Sant’Antonio abate. Venivano anche chiamati i cavalieri del tau, per la loro divisa che era formata da una veste e da un manto neri, con una croce Tau di soli tre bracci di colore azzurro, cucita sopra il cuore.
L’Ordine in origine era formato da infermieri e frati laici che avevano come superiori religiosi i Benedettini dell’abbazia di Montmajour presso Arles, sottomissione che provocava continui litigi e discussioni, che non impedirono all’Ordine di espandersi rapidamente in tutta Europa e oltre. In Italia i primi ospitali sorsero lungo la via francigena che collegava Delfinato e Italia, presso la Precettoria di Sant’Antonio a Ranverso in Val di Susa (ante 1188), poi a Roma, Teano (CE) e presso Napoli e Brescia.
Lo stesso Dante, in uno degli ultimi canti della Divina Commedia, prende di mira gli antoniani, evidentemente molto attivi e spesso insistenti nella richiesta di elemosine e scrive: “di questo ingrassa il porco Sant’Antonio/ e altri assai son ancor più porci, / pagando di moneta senza conio” (Paradiso, canto XXIX, vv.124-126). L’Ordine ebbe nel corso della sua storia, durata fino al 1776, anno della soppressione, una grandissima espansione territoriale i cui limiti erano a nord la Svezia, a est l’Ucraina e a sud forse l’Etiopia, con circa mille fondazioni, delle quali un centinaio distribuite in tutta l’Italia. Non a caso nel XV secolo gli antoniani assistevano ben oltre 4000 pazienti, in circa 370 ospedali sparsi per l’Europa.
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