Luglio 9, 2018

I beni citati di Staffarda, di Stupinigi e dell’Abbazia di S. Antonio di Ranverso, conferendoli ad una futura fondazione in godimento e non in proprietà,

I beni citati di Staffarda, di Stupinigi e dell’Abbazia di S. Antonio di Ranverso, conferendoli ad una futura fondazione in godimento e non in proprietà,

Detto questo, il Governo intende mantenere l’ente ospedaliero, concentrato nei due presidi Umberto I e Candiolo; intende preservare successivamente i beni citati di Staffarda, di Stupinigi e dell’Abbazia di S. Antonio di Ranverso, conferendoli ad una futura fondazione in godimento e non in proprietà, che, con il conferimento di altre proprietà della Regione e di vari Comuni, costituiranno il compendio molto più ampio di una fondazione dedicata agli studi storici, sabaudi e piemontesi, in modo che vi sia una utilizzazione culturale di questi beni. Il Governo ritiene questi beni assolutamente protetti dagli attuali vincoli già esistenti nel Parco nazionale di Stupinigi. (Richiami del Presidente). Ha ragione, signor Presidente, ma devo rispondere ai colleghi per alcune delle osservazioni fatte.

Per quanto riguarda l’ospizio del Piccolo San Bernardo, senatore Rollandin, devo pur dire che la Regione Valle d’Aosta ha fatto richiesta di poterla acquisire e ciò potrà avvenire a seguito di regolare valutazione.

Non mi sembra lineare rivolgersi alla Corte costituzionale, come è successo, per l’ospedale che l’Ordine Mauriziano possedeva in Val d’Aosta, per ottenerne, proprio in virtù della riforma costituzionale, gratuitamente la proprietà, che del resto è stata riconosciuta alla Regione Valle d’Aosta.

Quanto all’ospizio del Piccolo San Bernardo, certamente l’offerta della Regione Valle d’Aosta sarà ritenuta prioritaria se conforme alle valutazioni che saranno fatte dagli organi competenti. Allo stesso tempo, per quanto riguarda il centro rifugi esistenti in territorio francese, l’offerta dello Stato francese sarà presa certamente in prima considerazione.

Voglio dire che la Regione Piemonte si è impegnata con 60 milioni di euro a risolvere in parte il ben più ampio – purtroppo – deficit dell’Ordine Mauriziano, che consiste in 350 milioni di euro. Per il resto, il debito sarà ricoperto con le vendite di alcuni beni, che saranno contenute nel minore numero possibile, facendo ricorso anche ad un possibile mutuo, garantito con le mura dell’ospedale Umberto I di Torino.

Insomma, signor Presidente, onorevoli colleghi, si tratta di una politica di risanamento assolutamente oculata, sottoposta al controllo del Parlamento e del Governo, così come è stato fatto negli ultimi anni: ciò si impegnano a fare il Governo e la gestione commissariale a seguito dell’approvazione del decreto-legge in esame, finalizzato a recuperare alla solidità patrimoniale tutti i beni della Fondazione…

PRESIDENTE. Sottosegretario D’Alì, la prego di concludere. Le ho già concesso due minuti di tempo in più.

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