I 650 anni di Giacomo Jaquerio nei suoi affreschi ci racconta la storia e il culto per Sant’Antonio Abate in Ranverso
I 650 anni di Giacomo Jaquerio nei suoi affreschi ci racconta la storia e il culto per Sant’Antonio Abate in Ranverso
Con gli affreschi Giacomo Jaquerio racconta e ci fa conoscere la storia e il culto per il Patrono e Protettore del borgo speciale di Sant’Antonio Abate in Ranverso
Sull’altare maggiore nella parete destra su un affresco stupefacente , si trovano le “Storie di Sant’Antonio Abate e i contadini che offrono maiali a Sant’Antonio”. Sulla stessa parete in alto la scena quando Antonio affidò la sorella minore ad un istituto di Suore ,per noi Antoniani questi affreschi sono di grande interesse, i personaggi continuano con una processione girati con il volto e il corpo verso il maestoso Polittico svolta in onore del Patrono Sant’Antonio Abate
Il 17 gennaio, in occasione della festa patronale , presso la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso viene svolta la “benedizione degli animali e dei mezzi agricoli da lavoro contadino”, usanza ripristinata nel 2006, a cui si aggiunge la processione nelle vicinissime cascine dei contadini per la benedizione, dove in tutte le stalle della Val Di Susa e sempre presente l’immagine del Santo. In precedenza il rito della benedizione si svolgeva presso le parrocchie di Rosta (TO) e di Buttigliera Alta (TO), il confine dove è situato il concentrico della Precettoria.
Nel corso della manifestazione vengono distribuiti dei piccoli pani benedetti a forma di animali, la festa sta crescendo in futuro verranno coinvolte altre testimonianze degli storici antoniani e dai coltivatori autoctoni del posto.
L’evento, fortemente sentito dalla popolazione locale, coinvolge ogni anno i parroci sia di Rosta che di Buttigliera Alta, le Amministrazioni Comunali, le Pro Loco, Volontari di storia antoniana locale e le Associazioni dei coltivatori.
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Precettoria si riferisca all’intero complesso abbaziale, talvolta viene associato impropriamente alla sola Chiesa di Sant’Antonio Abate di Ranverso.
No, l’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso non è stata “eliminata”, anzi, la sua denominazione di “abbazia” è corretta, sebbene in passato sia stata impropriamente definita “precettoria”