Gennaio 2023 compie 10 anni il gemellaggio virtuale suggellato tra le comunità di Ranverso Buttigliera Alta e Novoli nel gennaio 2012 accomunati per il culto e la tradizione popolare di Sant’Antonio Abate con l’approvazione dell’avanguardista Ugo Nespolo e Monsignor Italo Ruffino.. Ersilio racconta la Fòcara massmediatica degli anni 50 quando i tralci di vite servivano per scaldarsi in casa fino ai nostri giorni con i termosifoni ed impreziosita dai numeri dell’amico Torinese Ugo Nespolo. Nella lista della Prima Giornata Nazionale ICPI e Beni Culturali di Roma e della Rete Italiana degli Antuoniani sulle Feste dedicate a Sant’Antonio Abate e Incluso Ranverso una frazione del Comune Turistico di Buttigliera Alta.
Gennaio 2023 compie 10 anni il gemellaggio virtuale suggellato tra le comunità di Ranverso Buttigliera Alta e Novoli nel gennaio 2012 accomunati per il culto e la tradizione popolare di Sant’Antonio Abate con l’approvazione dell’avanguardista Ugo Nespolo e Monsignor Italo Ruffino.. Ersilio racconta la Fòcara massmediatica degli anni 50 quando i tralci di vite servivano per scaldarsi in casa fino ai nostri giorni con i termosifoni ed impreziosita dai numeri dell’amico Torinese Ugo Nespolo. Nella lista della Prima Giornata Nazionale ICPI e Beni Culturali di Roma e della Rete Italiana degli Antuoniani sulle Feste dedicate a Sant’Antonio Abate e Incluso Ranverso una frazione del Comune Turistico di Buttigliera Alta.

La festa patronale di Ranverso parte dal medioevo , dal suo lungo abbandono fu ripresa nel 2006 grazie all’dea ed alla passione del «Mons. Italo Ruffino della Diocesi di Torino in collaborazione con gli amici degli Antoniani »
La festa con la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli dedicata a Sant’Antonio Abate, patrono del borgo speciale di Ranverso causa Covid nel 2021 non si è svolta. Ma l’appuntamento del 17 Gennaio per noi fedeli, visitatori e cittadini dei paesi limitrofi resta una data centrale nel programma del calendario festa .:Una ricorrenza cristiana e civile con radici antichissime, La Chiesa Cattolica con la festa di Sant’Antonio Abate ricorda la sua nascita avvenuta a Coma in Egitto, la celebrazione cristiana si inserisce su una festa che celebrava il solstizio d’inverno, il momento dell’anno in cui il 17 Gennaio i giorni seguono progressivamente a ridursi dando inizio al periodo di Carnevale e Quaresima.. Proprio per esorcizzare la paura del cambiamento già anticamente si accendevano fuochi e si compivano riti intorno al masso erratico che vigila di fronte all’ingresso della Chiesa dichiarata nel 1883 Monumento Nazionale. A Ranverso molta documentazione fu distrutta da un incendio in mancanza di testimonianze certe, possiamo dedurre dalle antiche scritture sugli Ospedali Antoniani della Casa Madre della Motte Saint Didier nel Delfinato che già nel 1.200 a Ranverso venne inaugurata la devozione a Sant’Antonio Abate innestando la festa cristiana nel giorno 17 Gennaio giorno della morte del Santo Eremita, i Libri, ossia i verbali delle decisioni degli organi amministrativi della Precettoria , raccontano qualche dettaglio sulla preparazione della festa quando era più folkloristica . C’erano trombettieri e tamburini, monaci vestiti «de una tunica con la lettera TAU et uno cappucio» Agli abitanti delle cascine si raccomandava dopo la festa che durava fino a notte di tenere pulito il terreno. Ranverso, all’epoca, era un grosso borgo agricolo abitato da almeno 150 persone ed erano comprese cascine , ospedale, casa uso foresteria, monastero, casa dell’economo, del Sacerdote, dei guardiani del mauriziano e gli animali compreso il maiale scorrazzavano liberamente nei viali e sulla Via Francigena.
Mons. Italo Ruffino ha lasciato scritto dei verbali che fanno sapere: la festa contemplava due momenti: uno religioso e uno profano. Del momento religioso si sa qualcosa di più. Sappiamo, ad esempio, che i devoti da Moncalieri già nel 1530 venivano a piedi nudi per lodare il Santo in processione e portavano grossi ceri ed un baldacchino in onore di Sant’Antonio Abate che aveva salvato la città dalla Peste per ringraziarlo donarono a Ranverso uno spettacolare Polittico posizionato sull’altare maggiore opera di Defendente Ferrari le famiglie ricche , della Precettoria delle città di Avigliana, la Diocesi di Torino e la città di Rivoli, a turno suonavano la grande campana e procuravano i ceri che venivano portati in processione nel concentrico del borgo i muri venivano addobbati con drappi di tessuto colorati nei viali i contadini spargevano fiori . Non sappiamo molto sul rito, coperto da molti interrogativi per es…nella notte della festa si narra che quella notte gli animali nelle cascine parlavano tra di loro. Ranverso situato in campagna dove la sera era buia e deserta le persone per timore non uscivano nei viali e nella graziosa piazzetta. . Non sappiamo se a partire da secolo cinquecento in occasione della festa si svolgevano pali etc….
Nel 1.776 la festa del Santo Patrono si svolgeva diversamente da come avviene oggi: Al suono a festa della campana la gente accorreva per la Celebrazione della Santa Messa nella Chiesa Monumento Nazionale della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso si svolgevano momenti importanti di Fede, dopo la messa la benedizione degli animali avveniva sul sagrato, la festa proseguiva fino a sera con i gruppi storici, pifferi. musica e balli tradizionali della Valle di Susa , si accendeva anche un piccolo falò controllato, i mortaretti e la banda non mancavano il clima era molto più festoso e la gente con i bambini partecipavano , mentre i devoti portavano in processione il Santo Patrono passando negli spazi a corte delle cascine nei vialetti, sulla via Francigena e nella graziosa piazzetta ), purtroppo questa tradizione venne sperduta, ancora oggi dopo la morte del Mons. Italo Ruffino notiamo una trascuratezza da parte degli organizzatori la festa non viene più rappresentata come l’aveva voluta il Monsignore. Sicuramente nel 2023 la tradizione della festa crescerà con il coinvolgimento dei cittadini e dei devoti Amici di Sant’Antonio Abate di Ranverso riconosciuti dalla Casa Madre della Motte au Boix oggi chiamata: (Saint Antoine l’Abbaye) nell’Isere della Francia, nell’Ottobre 2022 Ersilio Teifreto e stato designato per Rappresentare la Casa Madre nel luogo di Ranverso dove Sant’Antonio Abate e (Patrono di tutto ‘Ordine Ospedaliero Antoniano). Gli Amici di Sant’Antonio Abate di Ranverso sono riconosciuti dall’Organizzazione Rete Italiana per la Salvaguardia e la Valorizzazione delle feste di –Sant’Antonio Abate asseverata dall’Unesco per le feste patrimonio immateriale, in questo progetto nel mese di Luglio 2021 Il borgo di Ranverso in Rosta e Buttigliera Alta con la festa della benedizione degli animali che si svolge a Sant’Antonio di Ranverso e stata inserita nei Beni Culturali immateriali e catalogata nelle comunità patrimoniali Italiane rappresentando la Regione Piemonte domiciliata presso la Rete Italiana nella persona di Ersilio Teifreto.
28 Luglio 2021
A cura di ADA amici degli Antoniani di ToriNovoli Blog di informazione popolare con sito Web – www.torinovoli.it e l’Archivio Storico Come Eravamo E-mail ricercatoreteifreto@libero.it
Sabato 23 ottobre alle ore 14.30 presso la sede dell’ICPI, si svolgerà la prima Giornata Nazionale della Rete delle Feste di Sant’Antonio. Si potrà seguire l’evento anche in streaming al seguente link:
https://stream.lifesizecloud.com/extension/5959767/6fb26c21-62c3-4b59-ac02-74dce9bbc3481
La Rete, come un laboratorio culturale a tutto campo, opera nel campo della salvaguardia e della valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale immateriale, della promozione dei diritti culturali, della protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali, portando a conoscenza delle comunità i principi della Convenzione UNESCO del 2003 e della Convenzione di Faro sul Valore del Patrimonio Culturale.
All’evento promosso dall’ICPI saranno presenti le Comunità patrimoniali di Brindisi Montagna (Potenza), Calvello (Potenza), Campobasso, Cerami (Enna), Collelongo (L’Aquila), Fara Filiorum Petri (Chieti), Genzano di Lucania (Potenza), Macerata Campania (Caserta), Novara di Sicilia (Messina), Novoli (Lecce), Oppido Lucano (Potenza), Pedara (Catania), Ranverso Buttigliera Alta (Torino), San Mauro Forte (Matera) e Trivigno (Potenza).
I quindici comuni sparsi in diverse regioni, da nord a sud, insieme per condividere gli elementi comuni della festa: Dal fuoco, al cibo di festa per poi passare alla musica primigenia eseguita dai bottari. Sono tante le tradizioni legate al suo culto che nella loro unicità rappresentano una parte significativa del patrimonio culturale immateriale dell’Italia e del mondo intero.
L’ICPI offre il suo supporto alla Rete fin dalla sua costituzione, con l’obiettivo di definire con le comunità percorsi di crescita nella consapevolezza del valore di un patrimonio volatile come quello degli eventi festivi. Tutto ciò soprattutto con il fine ultimo di individuare le migliori pratiche di salvaguardia da adottare e individuare modalità di promozione e valorizzazione che possano avere ricadute positive sui territori.


GIORNALE LUNA NUOVA


Amici miei Antuoniani Sono contento che avete condiviso il Manufatto Fòcara un bene Immateriale, posso dirvi che si tratta di una vera opera di Ingegneria contadina, come materia prima per costruirla vengono utilizzate le tralci di vite=leune molto scivolose e nervose da manovrare umide e sottometterle per la legatura della sarcina cuore della Fòcara, la stabilità della Fòcara deve superare la prova delle intemperie pioggia, vento, peso raramente anche il peso della Neve inclinazione etc…la Fòcara e dedicata a Sant’Antonio Abate Patrono della cittadina di Novoli, la tecnica di costruzione viene tramandata dai Maestri alle nuove generazioni. La posa della prima fascina=sarcina benedetta dal Sacerdote inizia già un mese prima del giorno dell’accensione che avviene la vigilia del 16 Gennaio alle ore 20.00 dopo il passaggio della processione che si snoda per qualche kilometro con i devoti che arrivano a Novoli anche a piedi nudi per chiedere una grazia al Santo dei miracoli invocato per diverse malattie , i devoti a piedi seguono il percorso della la processione sorreggendo grossi ceri, si assiste a a scene commoventi anche la Fòcara si inchina al passaggio della processione con Sant’Antonio Abate che prima passava vicinissima alla Fòcara, e quando veniva costruita con la galleria la processione passava sotto la Fòcara, oggi per la Sicurezza la vicinanza alla Fòcara viene limitata assistere all’accensione della Focara che avviene dall’alto tiene tutti con il naso all’insù è un’emozione da vivere una volta nella vita vi regala immagini che scaldano il cuore e riempiono l’animo.
Un pò di numeri: la Fòcara ha un diametro di 22 metri e alta fino 29 metri da sempre e stabilito che non deve superare l’altezza del campanile del santuario alto 32 metri, la Fòcara Rinasce rinasce dalle sue ceneri come l’Araba Fenice infatti dopo tre giorni quando il fuoco non arde più le ceneri vengono raccolte e portate nei filari delle viti per concimare la terra, tutti gli anni ritorna ma con una forma diversa la Fòcara a forma di Cono secondo me e la più difficile perchè i volontari devono rimanere in equilibrio sulle scale usando solo braccia e schiena, riteniamo che con queste caratteristiche di costruzione manuali e materia prima: utilizzata Solo tralci di vite il Manufatto sia Unico al Mondo. Ricordo da ragazzo andavamo in giro per le case in cerca delle fascine di vite ma servivano alle famiglie per scaldarsi non c’erano i riscaldamenti e la Fòcara era bassa 6/7 metri si costruiva sul piazzale del santuario, oggi per l’evoluzione delle sue dimensioni e stato necessario trasferirla in un’apposita Piazza adatta, per la costruzione della Fòcara occorrono oltre 100.000 fascine di viti ben legate di peso e lunghezza adeguata per essere maneggiate dai volontari senza farsi male, negli anni passati accordi tra Sindaci hanno costituito il Parco del Negroamaro le fascine vengono donate anche dai comuni limitrofi per raggiungere l’attuale altezza. Vi invio la Poesia del mio amico Paolo l’Etrusco, ed un mio scritto sull’evoluzione della festa di Novoli. un saluto dagli amici devoti Antoniani Ersilio.





