Dicembre 27, 2022

Gennaio 2023 compie 10 anni il gemellaggio virtuale suggellato tra le comunità di Ranverso Buttigliera Alta e Novoli nel gennaio 2012 accomunati per il culto e la tradizione popolare di Sant’Antonio Abate  con l’approvazione dell’avanguardista Ugo Nespolo e Monsignor Italo Ruffino.. Ersilio racconta la Fòcara massmediatica degli anni 50 quando i tralci di vite servivano per scaldarsi in casa fino ai nostri giorni con i termosifoni ed impreziosita dai numeri dell’amico Torinese Ugo Nespolo. Nella lista della Prima Giornata Nazionale ICPI e Beni Culturali di Roma e della Rete Italiana degli Antuoniani sulle Feste dedicate a Sant’Antonio Abate e Incluso Ranverso una frazione del Comune Turistico di Buttigliera Alta.

Gennaio 2023 compie 10 anni il gemellaggio virtuale suggellato tra le comunità di Ranverso Buttigliera Alta e Novoli nel gennaio 2012 accomunati per il culto e la tradizione popolare di Sant’Antonio Abate  con l’approvazione dell’avanguardista Ugo Nespolo e Monsignor Italo Ruffino.. Ersilio racconta la Fòcara massmediatica degli anni 50 quando i tralci di vite servivano per scaldarsi in casa fino ai nostri giorni con i termosifoni ed impreziosita dai numeri dell’amico Torinese Ugo Nespolo. Nella lista della Prima Giornata Nazionale ICPI e Beni Culturali di Roma e della Rete Italiana degli Antuoniani sulle Feste dedicate a Sant’Antonio Abate e Incluso Ranverso una frazione del Comune Turistico di Buttigliera Alta.

La festa patronale di Ranverso  parte dal medioevo , dal suo lungo abbandono  fu ripresa nel 2006 grazie all’dea ed alla passione del «Mons. Italo Ruffino della Diocesi di  Torino in collaborazione con gli amici degli Antoniani »

La festa con la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli dedicata a Sant’Antonio Abate, patrono del borgo speciale di Ranverso causa Covid nel 2021 non si è svolta. Ma l’appuntamento del 17 Gennaio per noi fedeli, visitatori  e cittadini dei paesi limitrofi resta una data centrale nel programma del calendario festa .:Una ricorrenza cristiana e civile con radici antichissime, La Chiesa Cattolica con la festa di Sant’Antonio Abate  ricorda la sua nascita  avvenuta a Coma in Egitto,  la celebrazione cristiana si inserisce su una festa  che celebrava il solstizio d’inverno, il momento dell’anno in cui il 17 Gennaio  i giorni seguono  progressivamente a ridursi dando inizio al periodo di Carnevale e Quaresima.. Proprio per esorcizzare la paura del cambiamento già anticamente si accendevano fuochi e si compivano riti intorno al masso erratico che vigila di fronte all’ingresso della  Chiesa dichiarata nel 1883 Monumento Nazionale. A  Ranverso  molta documentazione fu distrutta da un incendio in mancanza di testimonianze certe, possiamo dedurre dalle antiche scritture sugli Ospedali Antoniani della Casa Madre della Motte Saint Didier nel Delfinato che già nel 1.200 a Ranverso venne  inaugurata la devozione a Sant’Antonio Abate  innestando la festa cristiana nel giorno 17 Gennaio giorno della morte del Santo Eremita, i Libri, ossia i verbali delle decisioni degli organi amministrativi della Precettoria , raccontano qualche dettaglio sulla preparazione della festa quando era più folkloristica . C’erano trombettieri e tamburini, monaci vestiti «de una tunica con la lettera TAU  et uno cappucio» Agli abitanti delle cascine si raccomandava dopo la festa che durava fino a notte  di tenere pulito il terreno. Ranverso, all’epoca, era un grosso borgo agricolo abitato da almeno  150 persone ed erano comprese cascine , ospedale, casa uso foresteria, monastero, casa dell’economo, del Sacerdote, dei guardiani del mauriziano e gli animali compreso il maiale scorrazzavano liberamente nei viali e sulla Via Francigena.

Mons. Italo Ruffino ha lasciato scritto dei verbali che fanno sapere: la festa contemplava due momenti: uno religioso e uno profano. Del momento religioso si sa qualcosa di più. Sappiamo, ad esempio, che i devoti da Moncalieri già nel 1530 venivano a piedi nudi per lodare il Santo in processione e portavano grossi ceri ed un baldacchino in onore di Sant’Antonio Abate che  aveva salvato la città  dalla Peste per ringraziarlo  donarono a Ranverso uno spettacolare Polittico posizionato sull’altare maggiore opera di Defendente Ferrari le famiglie ricche , della Precettoria delle città di Avigliana, la Diocesi di Torino  e la città di Rivoli, a turno suonavano la grande campana e  procuravano i ceri che venivano portati in processione nel concentrico del borgo i muri venivano addobbati con drappi di tessuto colorati nei viali i contadini spargevano fiori .  Non sappiamo molto sul rito,  coperto da molti interrogativi per es…nella notte della festa si narra che quella notte  gli animali nelle cascine  parlavano tra di loro. Ranverso situato in campagna dove la sera  era buia e deserta  le persone per timore non uscivano nei viali e nella graziosa piazzetta.  . Non sappiamo se a partire da secolo cinquecento  in occasione della festa si svolgevano pali etc….

Nel 1.776  la festa del Santo Patrono si svolgeva diversamente da come avviene  oggi: Al suono a festa della campana la gente accorreva per la Celebrazione della Santa Messa nella Chiesa Monumento Nazionale della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso si svolgevano momenti importanti di Fede, dopo la messa  la benedizione degli animali avveniva sul sagrato, la festa proseguiva fino a sera con i gruppi storici, pifferi. musica e balli tradizionali della Valle di Susa , si accendeva anche un piccolo falò controllato, i mortaretti e la banda non mancavano il clima era molto più festoso e la gente con i bambini partecipavano , mentre i devoti portavano in processione il Santo Patrono passando negli spazi a corte delle cascine nei vialetti, sulla via Francigena e nella graziosa piazzetta ), purtroppo questa tradizione  venne sperduta, ancora oggi dopo la morte del Mons. Italo Ruffino notiamo una trascuratezza  da parte degli organizzatori la festa non viene più rappresentata come l’aveva voluta il Monsignore. Sicuramente nel 2023 la tradizione della festa crescerà  con il coinvolgimento dei cittadini e dei devoti Amici di Sant’Antonio Abate di Ranverso riconosciuti dalla Casa Madre della Motte au Boix oggi chiamata: (Saint Antoine l’Abbaye) nell’Isere della Francia, nell’Ottobre 2022 Ersilio Teifreto e stato designato per Rappresentare la Casa Madre nel luogo di Ranverso dove Sant’Antonio Abate e (Patrono di tutto ‘Ordine Ospedaliero Antoniano). Gli Amici di Sant’Antonio Abate di Ranverso   sono riconosciuti dall’Organizzazione  Rete Italiana per la Salvaguardia e la Valorizzazione delle feste di –Sant’Antonio Abate asseverata dall’Unesco per le feste patrimonio immateriale,  in questo progetto nel mese di Luglio 2021 Il borgo di Ranverso in Rosta e Buttigliera Alta con la festa della benedizione degli animali che si svolge a Sant’Antonio di Ranverso  e stata inserita nei Beni Culturali immateriali e catalogata nelle comunità patrimoniali Italiane rappresentando la Regione Piemonte domiciliata presso la Rete Italiana nella persona di Ersilio Teifreto.

28 Luglio 2021

A cura di ADA amici degli Antoniani di ToriNovoli Blog di informazione popolare  con sito Web – www.torinovoli.it e l’Archivio Storico Come Eravamo E-mail ricercatoreteifreto@libero.it

Sabato 23 ottobre alle ore 14.30 presso la sede dell’ICPI, si svolgerà la prima Giornata Nazionale della Rete delle Feste di Sant’Antonio. Si potrà seguire l’evento anche in streaming al seguente link:

https://stream.lifesizecloud.com/extension/5959767/6fb26c21-62c3-4b59-ac02-74dce9bbc3481

La Rete, come un laboratorio culturale a tutto campo, opera nel campo della salvaguardia e della valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale immateriale, della promozione dei diritti culturali, della protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali, portando a conoscenza delle comunità i principi della Convenzione UNESCO del 2003 e della Convenzione di Faro sul Valore del Patrimonio Culturale.

All’evento promosso dall’ICPI saranno presenti le Comunità patrimoniali di Brindisi Montagna (Potenza), Calvello (Potenza), Campobasso, Cerami (Enna), Collelongo (L’Aquila), Fara Filiorum Petri (Chieti), Genzano di Lucania (Potenza), Macerata Campania (Caserta), Novara di Sicilia (Messina), Novoli (Lecce), Oppido Lucano (Potenza), Pedara (Catania), Ranverso Buttigliera Alta (Torino), San Mauro Forte (Matera) e Trivigno (Potenza).

I quindici comuni sparsi in diverse regioni, da nord a sud, insieme per condividere gli elementi comuni della festa: Dal fuoco, al cibo di festa per poi passare alla musica primigenia eseguita dai bottari. Sono tante le tradizioni legate al suo culto che nella loro unicità rappresentano una parte significativa del patrimonio culturale immateriale dell’Italia e del mondo intero.

L’ICPI offre il suo supporto alla Rete fin dalla sua costituzione, con l’obiettivo di definire con le comunità percorsi di crescita nella consapevolezza del valore di un patrimonio volatile come quello degli eventi festivi. Tutto ciò soprattutto con il fine ultimo di individuare le migliori pratiche di salvaguardia da adottare e individuare modalità di promozione e valorizzazione che possano avere ricadute positive sui territori.

GIORNALE LUNA NUOVA

Amici miei Antuoniani Sono contento che avete condiviso il Manufatto Fòcara un bene Immateriale, posso dirvi che si tratta di una vera  opera di Ingegneria contadina,   come materia prima per costruirla vengono utilizzate le tralci di vite=leune  molto scivolose e nervose da manovrare umide e sottometterle per la legatura della sarcina cuore della Fòcara, la   stabilità  della Fòcara deve superare la prova delle intemperie pioggia,  vento, peso raramente anche il peso della Neve  inclinazione etc…la Fòcara e dedicata a Sant’Antonio Abate Patrono della cittadina di Novoli, la tecnica di costruzione viene  tramandata dai Maestri alle nuove generazioni. La posa della prima fascina=sarcina benedetta dal Sacerdote  inizia  già un mese prima del giorno dell’accensione che avviene la vigilia del  16 Gennaio alle ore 20.00 dopo il passaggio della processione che si snoda per qualche kilometro  con i devoti che arrivano a Novoli  anche a piedi nudi per chiedere una grazia al Santo dei miracoli invocato per diverse malattie , i devoti a piedi seguono  il percorso della la processione sorreggendo  grossi ceri,  si assiste a a  scene  commoventi anche la   Fòcara si inchina al  passaggio della  processione con Sant’Antonio Abate che prima passava vicinissima alla Fòcara, e quando veniva costruita con la galleria la processione passava sotto la Fòcara, oggi per la Sicurezza  la vicinanza alla Fòcara viene limitata assistere all’accensione della Focara che avviene dall’alto tiene tutti con il naso  all’insù è un’emozione da vivere una volta nella vita vi regala immagini che scaldano il cuore e riempiono l’animo.

Un pò di numeri: la Fòcara ha un diametro di 22 metri e alta fino 29 metri da sempre e stabilito che non deve superare l’altezza del campanile del santuario alto 32 metri, la Fòcara Rinasce rinasce dalle sue ceneri come l’Araba Fenice infatti dopo tre giorni quando il fuoco non arde più le ceneri   vengono raccolte e portate nei filari delle viti per  concimare la terra, tutti gli anni  ritorna ma con una forma diversa la Fòcara a forma di Cono secondo me e la più difficile perchè i volontari devono rimanere in equilibrio sulle scale usando solo   braccia e  schiena, riteniamo che con queste caratteristiche di costruzione manuali e  materia prima: utilizzata Solo tralci di vite il Manufatto sia Unico al Mondo. Ricordo da ragazzo andavamo in giro per le case  in cerca delle fascine di vite ma servivano alle famiglie per scaldarsi non c’erano i riscaldamenti e la Fòcara era bassa 6/7 metri si costruiva sul piazzale del santuario, oggi per l’evoluzione delle sue dimensioni e stato necessario trasferirla in un’apposita Piazza adatta, per la costruzione della Fòcara  occorrono oltre 100.000 fascine di viti ben legate di  peso e lunghezza adeguata per essere maneggiate dai volontari senza farsi male, negli anni passati accordi tra Sindaci hanno costituito il Parco del Negroamaro  le fascine vengono donate anche dai comuni limitrofi per  raggiungere  l’attuale altezza. Vi invio la Poesia del mio amico Paolo l’Etrusco, ed un mio scritto sull’evoluzione della festa di Novoli. un saluto dagli amici devoti Antoniani Ersilio.

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