Luglio 21, 2022

Fuoco di Sant’Antonio. Ma cosa c’entrano i maiali e gli animali domestici?

Fuoco di Sant’Antonio. Ma cosa c’entrano i maiali e gli animali domestici?

Ma cosa c’entrano i maiali e gli animali domestici?

Ci arriviamo ora, ma la premessa fatta era fondamentale. Gli Antoniani presero presto a tenere in monastero dei maiali, i quali in un certo senso erano addomesticati e soliti girare liberi (anche nei vicini villaggi), con tanto di collare e campanella al collo. Il perché è il seguente: il maiale è simbolo del Male, del Maligno in persona; averlo al collare, simbolicamente significava ricordare le gesta del Santo; inoltre, cosa importante, dopo la pratica di versare del vino dentro al quale erano state le reliquie del Santo stesso sul “Fuoco di S. Antonio” allo scopo di lenirlo o guarirlo, ben presto si passò anche a quella di spalmarvi sopra del grasso di maiale il quale, poiché cresciuto dai monaci, era a sua volta “sacralizzato” e aveva perso tutte le connotazioni negative e non faceva più paura nemmeno al popolo. Si dice che per far questo, per lasciare che gli Antoniani allevassero maiali da “addomesticare”, ci sia voluto un permesso speciale del Papa. E chissà, forse è sempre per questa pratica che i Cristiani, a differenza di Ebrei e Musulmani, oggi possono mangiare questo animale, ritenuto invece impuro dagli altri.

Di fatto, da allora nell’iconografia (cioè nella raffigurazione) di Sant’Antonio Abate, oltre al bastone da eremita (a forma di “τ”, la lettera dell’alfabeto greco), si aggiunse anche il maiale col collare a campanella e una fiammella a simbolo del fuoco “domato”. E poiché l’Abate appariva così “il padrone” del maiale addomesticato, ecco che divenne simbolicamente il padrone, ovvero il patrono, il santo protettore, di tutti gli animali domestici e da cortile.

Molte leggende popolari italiane dicono che, nella notte del 17 gennaio (data, lo ricordiamo, della morte del Santo), gli animali della stalla parlino tra loro e che sia di malaugurio per gli umani restare a sentire quel che si dicono. Ed è sempre nella domenica più vicina a questa ricorrenza che, in genere, nelle chiese cattoliche, avviene la benedizione (a distanza, ché non sono portati fisicamente) di questi animali.

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