Eufemi (3227) Conversione in legge del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, recante interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dell’Ente Ordine Mauriziano di Torino
Eufemi (3227) Conversione in legge del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, recante interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dell’Ente Ordine Mauriziano di Torino
Il senatore ZANCAN (Verdi-U) ricorda che l’Ordine Mauriziano ha svolto un’opera straordinaria sia sotto il profilo sanitario, sia per la conservazione e valorizzazione dei beni di grande rilievo storico, artistico e culturale di cui è proprietario. A fronte di un passivo ormai cospicuo e delle comprensibili preoccupazioni dei creditori, con il provvedimento in esame si appronta una soluzione giuridica assai complessa che prevede la creazione di due distinti organismi, uno dei quali con lo specifico scopo di ripianare il debito finanziario. A tale fine questo organismo, denominato Fondazione Mauriziana, potrà alienare i beni mobili e immobili che non rientrino nei presidii sanitari dell’Ordine Mauriziano di Torino, fatta eccezione per tre beni di inestimabile valore artistico, storico e culturale. Sottolinea tuttavia come a questi ultimi accedano alcune pertinenze che vanno considerate in maniera inscindibile sotto il profilo della tutela artistico-culturale e ambientale; preannuncia quindi la presentazione di un emendamento che include anche tali pertinenze tra i beni che la Fondazione Mauriziana non potrà alienare, evitando così possibili speculazioni – concernenti ad esempio le cascine di Stupinigi – che a suo avviso non sarebbero adeguatamente escluse da una loro semplice destinazione a fini agricoli, potendo quest’ultima essere modificata nel tempo.
Quanto alle cause del debito accumulato dall’Ordine Mauriziano di Torino, vi è chi ne attribuisce la piena responsabilità amministrazione dell’Ordine, e chi invece ritiene che con il mancato rimborso delle prestazioni sanitarie da parte della Regione si sia voluto colpire l’Ordine rendendo necessario un provvedimento sostanzialmente espropriativo del suo ingente patrimonio a favore della Regione stessa; osserva come sia comunque opportuno tentare il risanamento economico dell’Ordine limitando l’alienazione ai soli beni privi di rilievo artistico e culturale, rinviando semmai a un momento successivo, e con criteri che si riterrà di adottare, l’eventuale ampliamento delle categorie di beni alienabili. Conclude sottolineando che il decreto-legge in esame, pur conservando formalmente l’Ordine Mauriziano, prevede la creazione di un ente ospedaliero sostanzialmente regionale, in quanto posto sotto la sorveglianza e la gestione della Regione, con ciò contraddicendo al dettato della XIV disposizione finale della Costituzione che espressamente richiede la sua conservazione “come Ente ospedaliero”.
Ha quindi la parola il senatore SCARABOSIO (FI) il quale, dopo aver preannunciato un proprio emendamento volto a correggere la denominazione della Fondazione Mauriziana in “Fondazione Mauriziano”, ritiene che non sia possibile procedere a una individuazione in astratto degli immobili da alienare, trattandosi di un’operazione che deve essere demandata al Commissario straordinario o alla Fondazione stessa, in quanto richiede inevitabilmente valutazioni discrezionali sulla base di elementi concreti. Ritiene peraltro che le scelte operate in merito a tale individuazione dovranno essere valutate, ricordando anch’egli il valore inestimabile sia sotto il profilo artistico culturale e storico, sia sotto il profilo economico di molti beni dell’Ordine. Il provvedimento in esame va interpretato nel senso che le strutture ospedaliere resteranno all’Ordine Mauriziano, ma che la loro gestione sarà affidata alla Regione, secondo le modalità stabilite dalla legge regionale di cui all’articolo 1: in caso diverso, infatti, dovrebbe concordare con la valutazione di contrarietà alla XIV disposizione finale enunciata dal senatore Zancan. Conclude dichiarando che il decreto-legge n. 277 configura una soluzione condivisibile rispetto alla difficile situazione in cui versa l’Ordine Mauriziano di Torino.
Interviene quindi il sottosegretario D’ALI’ per confermare la propria disponibilità a fornire alla Commissione, come già preannunciato, ulteriori chiarimenti e informazioni sul provvedimento in esame nel corso della seduta pomeridiana.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 10,35.
AFFARI COSTITUZIONALI (1a)
MERCOLEDÌ 24 NOVEMBRE 2004
454a Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
PASTORE
Intervengono i sottosegretari di Stato per l’interno D’Ali’ e alla Presidenza del Consiglio dei ministri Ventucci.
La seduta inizia alle ore 15,30.
IN SEDE REFERENTE
(3227) Conversione in legge del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, recante interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dell’Ente Ordine Mauriziano di Torino
(Seguito dell’esame e rinvio)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta antimeridiana, con l’esame degli emendamenti, pubblicati in allegato al resoconto.
Il senatore EUFEMI (UDC) dichiara che con il provvedimento d’urgenza all’esame si procede a disciplinare l’Ordine Mauriziano con eccessiva leggerezza e approssimazione, ignorando sia il dibattito che si svolse in Assemblea costituente sulla XIV disposizione finale, sia le sentenze in materia della giurisdizione amministrativa: da questi atti emerge una qualificazione dell’Ordine Mauriziano quale ente unitario che svolge compiti inerenti l’assistenza sanitaria, la beneficenza, l’istruzione e il culto, come espressamente previsto dal suo statuto. La tutela che la XIV disposizione assicura all’Ordine Mauriziano deve intendersi, alla luce degli atti richiamati, come volta ad impedire una riduzione dei suoi compiti e delle sue finalità: la formula utilizzata dalla Carta costituzionale richiama infatti a suo avviso in modo sintetico tutti i fini statutariamente attribuiti all’Ordine, precludendo quindi al legislatore ordinario la possibilità di sottrarre i suoi beni dalle finalità cui li destina lo statuto stesso.
Esprime la propria contrarietà alle disposizioni di cui agli articoli 1 e 2, nonché al prefigurato spostamento del potere nella materia in esame dal Ministero dell’interno al Ministero per i beni culturali, mentre ritiene che le misure previste dall’articolo 3 siano condivisibili. Segnala altresì che nello Statuto dell’Ordine Mauriziano è prevista la presenza della Diocesi di Torino, mentre un’analoga disposizione non è contenuta nel decreto-legge all’esame; perplessità desta inoltre l’assenza di indicazioni in merito all’apporto della Regione Piemonte alla Fondazione Mauriziana, cui partecipa, a fronte del trasferimento di beni da parte dell’Ordine Mauriziano. Ritiene comunque indispensabile accertare le responsabilità di coloro che hanno condotto l’Ordine Mauriziano di Torino a un così ingente debito, tanto più grave in quanto il suo bilancio fino al 1995 era in attivo.
Dopo aver segnalato che i vincoli imposti dal Codice dei beni culturali non impediranno probabili speculazioni, osserva come per il risanamento economico dell’Ordine Mauriziano sia preferibile una convenzione con la Regione; esprime ancora una volta la propria forte contrarietà al decreto-legge in esame, che a suo avviso presenta inequivoci profili di violazione della Carta costituzionale.
Interviene il senatore SCARABOSIO (FI) che osserva come la Fondazione Mauriziana viene istituita per legge al solo scopo di ripianare la situazione debitoria: alcuni dei beni che le saranno conferiti non saranno alienati, perché destinati ad essere successivamente concessi in uso alla Fondazione per la valorizzazione del patrimonio culturale di pertinenza sabauda, di cui all’articolo 2, comma 5, alla quale partecipano il Ministero per i beni culturali, la Regione Piemonte, nonché altri enti pubblici e privati. Ribadisce l’opportunità delle disposizioni in esame, senza le quali sono concretamente impossibili le alienazioni necessarie al ripianamento dalla situazione debitoria, a causa dei provvedimenti di pignoramento in atto.
Ha quindi la parola il sottosegretario D’ALI’ che sottolinea come il Governo, resosi immediatamente conto dello stato di precario equilibrio finanziario dell’Ordine Mauriziano di Torino, ha attivato nel 2002 un’ispezione svolta congiuntamente dal Ministero delle finanze e dal Ministero dell’interno, conclusasi nel giugno 2002 con una relazione dalla quale emerge come l’attuale dissesto finanziario sia imputabile soprattutto alle decisioni degli ultimi anni di gestione, assunte senza ottemperare agli obblighi di informativa e previa autorizzazione dei ministri competenti a vigilare: si riferisce, in particolare, all’aumento indiscriminato delle assunzioni di personale, che ammonta attualmente a circa 2000 unità. Per fare fronte a tale situazione è stato deciso, nel settembre del 2002, il commissariamento dell’Ente. Segnala che la gran parte dei beni immobili di natura agricola sono attualmente affittati, con contratti di scarsa redditività; quanto alle disposizioni di cui all’articolo 1, chiarisce che oggetto del trasferimento all’Ente Ordine Mauriziano sono i soli presidi ospedalieri, ossia le attrezzature e le attività sanitarie svolte, e non anche il bene immobiliare in cui esse si svolgono: l’edificio dell’Umberto I di Torino, in particolare, rientra nel patrimonio immobiliare che viene trasferito alla Fondazione di cui all’articolo 2 ed è escluso dalle procedure di alienazione, essendo più probabilmente destinato ad essere affittato alla Regione, assicurando così un profitto per l’Ordine stesso. Tale disposizione è a suo avviso pienamente coerente con la Costituzione vigente, che attribuisce alle Regioni competenze specifiche in materia sanitaria.
L’articolo 2 istituisce la Fondazione Mauriziana, la cui denominazione può essere certamente modificata, e prevede altresì la costituzione di una Fondazione per la valorizzazione del patrimonio culturale di pertinenza sabauda esistente nella Regione Piemonte, cui viene attribuito il compito di valorizzare non solo i beni dell’Ordine Mauriziano, bensì anche quelli di altri enti, che abbiano le medesime caratteristiche; sottolinea al riguardo che la titolarità dei beni dell’Ordine resterà alla Fondazione Mauriziana, prevedendosi solo il conferimento in uso alla Fondazione di cui al comma 5, nell’intento di sgravare l’Ordine stesso dalla gestione di quei beni, assicurandogli peraltro la partecipazione alla Fondazione stessa.
Segnala al senatore Eufemi che le misure recate dall’articolo 3 non possono essere considerate avulse dal contesto in cui sono poste: si tratta infatti di un regime transitorio dei beni, previsto per un periodo limitato al fine di consentire la realizzazione del piano di risanamento. Sull’emendamento 3.1 segnala che l’articolo 3, comma 1, lettera g) ha carattere autorizzatorio, richiedendosi in ogni caso il raggiungimento di una transazione. Quanto al problema della destinazione a fini non agricoli dei beni, ricorda che in merito è competente l’ente locale e che proposte emendative volte a rendere immodificabile la destinazione non possono a suo avviso essere accolte, senza violare le prerogative costituzionalmente tutelate degli enti locali. Si dichiara favorevole all’accoglimento di emendamenti che prevedano un monitoraggio della gestione dei beni in questione. In conclusione il Governo ritiene che il provvedimento in esame rappresenti l’unico strumento idoneo a garantire il mantenimento dell’Ordine Mauriziano di Torino e il perseguimento delle sue finalità in base alle sue effettive risorse finanziarie, che verranno così risanate.
Mette infine a disposizione del Presidente della Commissione la relazione sulla situazione debitoria dell’Ente, informando che essa è stata a suo tempo trasmessa alla Corte dei conti e che sono in corso anche dei procedimenti giudiziari.
Il senatore ZANCAN (Verdi-U) ribadisce la propria fortissima preoccupazione derivante dalle ricorrenti voci di possibili speculazioni alberghiere che interesserebbero in particolare le cascine pertinenziali storiche, risalenti al ‘700, nel circondario del casino di caccia di Stupinigi; gli strumenti di tutela attualmente previsti sono a suo avviso inadeguati ad assicurare l’indispensabile salvaguardia di questi beni di valore mondiale.
Il sottosegretario D’ALI’ ricorda che il vincolo derivante dalla legislazione in materia di beni culturali non preclude la destinazione ad uso alberghiero; ribadisce che i beni in questione sono attualmente affittati con scarso rendimento e che l’imposizione di ulteriori vincoli comporterebbe un eccessivo vantaggio a favore degli attuali affittuari, che sono titolari di un diritto di prelazione. Si dichiara contrario a considerare inalienabili tali beni e a vincolarli alla stessa stregua del casino di caccia cui ineriscono, ritenendo che una loro efficace tutela potrà realizzarsi anche con un’attenta vigilanza dell’ente locale.
Il senatore EUFEMI (UDC) ringrazia il Sottosegretario per i chiarimenti forniti non ritenendo però condivisibile la scelta operata con la nomina del Commissario straordinario, e rilevando altresì che la previsione di trasferire i presidi sanitari all’Ente di cui all’articolo 1 e di affittare l’Umberto I alla Regione realizzi un meccanismo astruso e a suo avviso inefficace: appare invece preferibile che sia direttamente l’Ordine Mauriziano a stipulare una convenzione di tale contenuto con la Regione, assicurandosi i corrispondenti proventi e garantendo così la conservazione dell’unitarietà dell’Ordine stesso.
Alla richiesta di chiarimenti del senatore STIFFONI (LP) il sottosegretario D’ALI’ risponde che la Fondazione Mauriziana succederà all’Ente in tutte le situazioni, attive e passive, lasciandolo libero da ogni debito pregresso.
Il presidente PASTORE, dopo aver riassunto i termini delle posizioni emerse nel corso del dibattito, e dopo aver accertato la presenza del prescritto numero di senatori, mette ai voti l’emendamento 1.1 che, previa dichiarazione di voto favorevole del senatore EUFEMI (UDC), viene respinto.
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