Febbraio 19, 2021

Ersilio Teifreto Assimilatore e Ricercatore Autodidatta, ringrazio il Maestro Monsignor Italo Ruffino che mi ha Acculturato sull’origine di Ranverso e la Storia Ospedaliera Antoniana. Senza un titolo di studio uno può scrivere ? Sharon Vescio.

Ersilio Teifreto Assimilatore e Ricercatore Autodidatta, ringrazio il Maestro Monsignor Italo Ruffino che mi ha Acculturato sull’origine di Ranverso e la Storia Ospedaliera Antoniana. Senza un titolo di studio uno può scrivere ? Sharon Vescio.

 

 

 

Ersilio Teifreto

Quando la mia mente ha iniziato a creare scenari sulla storia Ospedaliera degli Antoniani  scritta e tramandatami a voce dal Maestro Mons. Italo Ruffino che nessun’altro poteva sapere e vedere, personaggi invisibili che mi accompagnano nel borgo speciale di Ranverso  ancora oggi; anche mentre sto scrivendo questa biografia, loro sono al mio fianco.

Vi farò perdere un pò di tempo citando Mons. Italo Ruffino che ha influenzato il mio narrare Ranverso che si avvia ai 1000 anni di storia, ho compreso veramente quello che volevo comunicare nei miei articoli non giornalistici e così ho scritto per essere letto e non più per me stesso.

Ma davvero senza un titolo di studio uno può scrivere ?

Questo è un argomento molto spinoso per la maggior parte delle persone che per un motivo o per un altro non hanno potuto conseguire un diploma o una laurea.
Da una parte troviamo le persone istruite con i loro pezzi di carta in mano, dall’altra invece quelle senza titolo di studio.

Per la società un laureato vale più di chi ha la terza media, lo posso anche capire.

C

Capisco questo bisogno di differenziare le persone in base alla loro istruzione, lo capisco fin troppo bene, appartengo al gruppo senza titolo di studio e ammetto che è il mio tallone di Achille mi spinge a fare meglio, posso immaginare che anche per molti di voi sia un difetto penalizzante.

Purtroppo l’unico modo per superare questo blocco è di credersi all’altezza e uguali ai colleghi sapientoni. Non voglio certo screditare nessuno, ma si sa bene che a volte la loro convinzione di superiorità è palese e traspare da ogni singola parola che pronunciano.

Ersilio Teifreto

 

Sharon Vescio

L’ultimo episodio riguardante questo argomento è incentrato su dei commenti a un articolo che avevo pubblicato sul mio blog, di una persona che ha accampato pretese e offese senza un valido motivo.
Le sue ragioni non avevano una base solida e le offese per la mia incompetenza nei riguardi dei miei progetti, dichiarati non accessibili alla mia persona perché non ho titolo di studio, mi hanno molto ferita, so bene che non bisognerebbe prestare attenzione alle malelingue e so ancor meglio che le critiche servono a crescere individualmente. In ogni caso la sua esplicita allusione mi ha dato molto da pensare e così ho voluto condividere con voi questa esperienza, per capire se sono l’unica a trovarsi in questa scomoda posizione, o se qualcuno è sulla mia stessa lunghezza d’onda.

Tra l’altro offendere uno scrittore o un blogger solo perché non ha titolo di studio, credo che sia una cosa meschina, perché il sapere si può apprendere in molti modi, così come lo stile narrativo di ognuno è diverso in base al proprio vissuto ed idee, quindi evitiamo di giudicare ignoranti le persone che appartengo al secondo gruppo.

e la gelosia non è certo un modo corretto per mettersi in mostra, al contrario, dichiara un’insicurezza interiore palesemente discutibile.

Credo quindi che non bisogna per forza possedere un titolo di studio, quale esso sia, per diventare uno scrittore. Ovviamente una mente che ha appreso un’istruzione elevata sarà in grado di creare un buon testo, ma attenzione, ho detto testo, non racconto. Conoscere la grammatica non vuol dire essere in grado di scrivere una storia e sapere raccontare non vuol dire conoscere la grammatica. Sono due cose completamente diverse, ma in netta coesistenza tra loro.

Scrivere vuol dire avere idee, poi bisogna anche avere l’accortezza di appuntarle nel miglior lessico possibile, ma questa non è una regola precisa ed è nella maggior parte dei casi a discrezione dell’autore. A essere onesta, credo che bisognerebbe prima di tutto scrivere per amor delle storie e poi imparare a raccontare per amor di chi leggerà.

Credevo e credo tutt’ora nei miei sogni e proprio in essi ho trovato la volontà di non farmi screditare da lingue maligne. Nessuno scrittore parla di questo argomento, forse perché a rendersi conto di non conoscere la grammatica o di non avere un titolo di studio appropriato, viene il dubbio di star sbagliando professione, o forse per la sola vergogna che scaturisce da una simile realtà.

Per imparare basta avere la volontà di farlo, internet ci mette a disposizione molti strumenti, non serve necessariamente riprendere gli studi. A volte, superata una certa età, soprattutto se si ha un lavoro e una famiglia diventa complicato gestire tutti gli impegni, quindi abbiate amore per la scrittura e abbiate buon senso di migliorare voi stessi, con qualunque mezzo preferite, ma non cadete nell’errore di smettere di coltivare la vostra passione perché non vi sentite all’altezza, oppure perché credete di non poter raggiungere i vostri obbiettivi.

Avere un sogno comporta molti sacrifici, ma se smettete di crederci, sarà allora e solo allora che i sogni moriranno.

Sharon Vescio

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