Agosto 12, 2024

Edificio stadera riparato nel 1883 fu costruito nel recinto detto Ospedaletto nel 1864

Edificio stadera riparato nel 1883 fu costruito nel recinto detto Ospedaletto nel 1864

 

 

 

 

stadera scritto33/31/662                                         
S. Antonio – Titoli e Carte concernenti la soppressione dé Padri Antoniani
Originale
1893–1902
Riduzione in contratto definitivo di affitto stato deliberato al Signor Andrea Putero del lotto 7° di S.
Antonio di Ranverso composto di fabbricato con stalla, aja e peso nel recinto detto Ospedaletto, di
prati e di campi della complessiva superficie di Ettari 2.95.51 = giornate 7.75.2 per la durata dall’11
novembre 1893 al

 

I l piccolo edificio adibito ad ospedale, del quale si conserva ancora oggi la splendida facciata, venne costruito insieme alla Chiesa intorno al 1188, dai monaci antoniani su un terreno, donato da Umberto III di Savoia detto il Beato, che si trova lungo “la via Francigena”. Il fabbricato adibito alla pesa, posto sull’angolo dell’ospedale, si ritiene risalga alla metà dell’Ottocento. Questa datazione viene definita probabile dall’architetto Gianfranco Gritella che ha curato gli ultimi restauri della Precettoria. Lo stesso fabbricato non presenta segni che testimonino interventi recenti di manutenzione, sia alle murature sia al manto di copertura, sia agli elementi tecnici collocati all’interno che costituiscono il sistema di pesatura, e che oggi sono coperti da uno spesso strato di polvere e ragnatele, perché inutilizzati da parecchio tempo. La parte perimetrale dell’immobile, su due lati, è stata probabilmente costruita sul muro di cinta esistente, realizzato in mattoni e pietrame. Sulla parte destra del portone della facciata dell’edificio riconosciuto come Ospedaletto degli Antoniani (che veniva utilizzato per la cura del “Fuoco di Sant’Antonio” e in seguito anche per gli ammalati di lebbra) si nota il prolungamento di una trave che fuoriesce dal muro terminale dell’edificio. Importanti lesene in mattoni supportano il peso e il lavoro della grossa trave a mensola per l’aggancio dei pesi, mentre nella parte alta dell’edificio, le catene in ferro poste lungo i lati minori contrastano la spinta delle falde del tetto a capanna. A prima vista pare non esistano problematiche di rilievo, salvo una limitata zona della parete posta lungo la “via Francigena“ in corrispondenza del meccanismo di regolazione della cremagliera che presenta, per incoerenza del legante, un rigonfiamento anomalo: con il tempo potrebbe arrecare danni peggiori. Dal tetto traspaiono fili di luce prodotti dallo scivolamento dei coppi del manto di copertura che preludono ad eventuali infiltrazioni d’acqua in caso di pioggia. Il fabbricato della pesa di Ranverso AMICI DELLA FONDAZIONE ORDINE MAURIZIANO PRONTO SOCCORSO DEI BENI CULTURALI 42

Un documento fattoci pervenire dal Museo della Bilancia di Campogalliano (Mo) presenta una pesa, datata 1700 circa, simile a quella di Ranverso. Agganciato alla grande trave si nota un dispositivo di forma triangolare alla cui estremità venivano montate le catene per sollevare le merci in transito, ma anche singoli animali, carri carichi di merci, sacchi, ecc. Questa trave che si prolunga all’interno dell’edificio serviva per determinare il peso della merce attraverso una serie di ingranaggi di riduzione collegati ad una cremagliera e ad un’asta sulla quale venivano posizionati i pesi atti a controbilanciare quanto agganciato alle catene. Per carenza di manutenzione si sono depositate, all’interno del locale, sul pavimento e sulle altre superfici piane, una gran quantità di polvere, di frammenti di paglia, di foglie portate dal vento che spira forte dalla Valle di Susa. L’Associazione ha recentemente effettuato un intervento manutentivo, con l’autorizzazione della Fondazione Ordine Mauriziano, per verificare il degrado strutturale ed evidenziare eventuali interventi significativi al fine di una idonea conservazione.

Ersilio Teifreto

Ormai ha una settantina di anni ed è diventata un oggetto di modernariato. Chi verrà dopo di me potrà leggere la sua storia nei due fogli che ho messo sul Web e se vorrà potrà conservarla come un oggetto curioso legato ad un tempo che è solo un pezzo di modesta storia locale di Ranverso.

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