Diffida non valida
Diffida non valida
dall’avvocato deve mettere un nome un indirizzo
Sì, la diffida inviata da una fondazione (o da qualsiasi altro soggetto) e redatta da un avvocato
deve contenere l’identificazione completa del mittente (la fondazione, con la sua denominazione e sede legale) e del destinatario.
Ecco i motivi principali:
- Identificazione Certa: La diffida è un atto formale stragiudiziale con effetti legali precisi (come la costituzione in mora o, nei casi previsti, la risoluzione automatica del contratto). Per essere valida ed efficace, deve essere inequivocabilmente riconducibile a un soggetto determinato, in modo che il destinatario sappia chi sta avanzando la richiesta e per conto di chi agisce l’avvocato.
- Requisito di Forma-Sostanza: Sebbene l’articolo 1454 del Codice Civile si concentri principalmente sull’intimazione ad adempiere entro un congruo termine e sulla clausola risolutiva espressa, l’identificazione delle parti è un presupposto logico e giuridico fondamentale per la validità dell’atto stesso. Senza l’indicazione chiara del mittente, la diffida sarebbe priva di efficacia e non produrrebbe gli effetti legali desiderati.
- Rintracciabilità e Comunicazioni Future: L’indirizzo (sede legale della fondazione o domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato) è necessario per eventuali risposte, comunicazioni o adempimenti da parte del destinatario.
- Ruolo dell’Avvocato: L’avvocato agisce in nome e per conto del cliente (la fondazione). La lettera sarà intestata alla fondazione, con l’indicazione che è inviata per mezzo del legale, il quale apporrà la propria firma e i propri riferimenti (nome, cognome, indirizzo dello studio).
In sintesi, l’identità e l’indirizzo del mittente sono elementi essenziali per la validità formale e sostanziale della diffida.
