Cristoforo Colombo 1476
Cristoforo Colombo 1476
Nel 1476, Cristoforo Colombo, avendo tocco il suo quarantesimo anno, risolvette tentare di recare ad effetto il suo pensiero. Volse gli occhi naturalmente verso la patria; ambiva di associarla all’onore della scoperta. Scrittori portoghesi hanno preteso che Colombo avesse offerto al Portogallo le primizie del suo disegno: storici che non apprezzarono quel sublime carattere, hanno ripetuto quest’asserzione: ma l’amor patrio di Colombo fervea troppo sincero, perchè non avesse anzitutto pensato alla città, che amava sopra ogni altra per le affezioni di famiglia, e per le poetiche imagini della sua infanzia.
Le testimonianze più positive provano che egli si volse primieramente al Senato di Genova. Il suo contemporaneo Ramusio, il qual conobbe i suoi amici e i suoi compagni, afferma quel fatto; il milanese Gerolamo Benzoni, che viaggiò in America, e visse in mezzo alle memorie che Colombo vi aveva lasciate, lo ricorda; lo storiografo Don Antonio de Herrera lo conferma; il giudizioso accademico Don Josè Ortiz lo riconosce; l’autore degli Annali di Genova, Casoni, lo prova; il dotto Tiraboschi lo attesta, lo storiografo inglese Robertson lo assicura; Luigi Bossi, Spotorno concordano in ammetterlo.
È fuor di dubbio che Colombo, per l’amore che portava alla sua patria, volle ch’ella raccogliesse di preferenza il frutto delle sue scoperte: andò, pertanto, a Genova, e propose il suo progetto al Senato. Ove gli fossero slate date alcune navi allestite, si obbligava ad uscire dallo stretto di Gibilterra, ed a veleggiare verso ponente nell’Oceano finchè avesse trovato la terra in cui nascono le spezie, integrato, così, il giro del Mondo. Ma le ragioni
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