Lo scrittore Claudio Pulicati pubblica il libro (Si.. come è diversa ,oggi, la vita) Come le riunioni con nonni e zii al pranzo della domenica con le immancabili pastarelle, un’occasione per condividere il piacere di stare tutti insieme. Consuetudini che alla base avevano valori reali
Lo scrittore Claudio Pulicati pubblica il libro (Si.. come è diversa ,oggi, la vita) Come le riunioni con nonni e zii al pranzo della domenica con le immancabili pastarelle, un’occasione per condividere il piacere di stare tutti insieme. Consuetudini che alla base avevano valori reali
LIBRI – Claudio Pulicati: Sì… come è diversa, oggi, la vita
Un’appassionante autobiografia dagli anni Sessanta ai nostri giorni colorita di aneddoti, sentimenti e tanta romanità
15.02.2014 – Alessandro Staiti
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“Da bambini andavamo in macchina senza cinture di sicurezza, né airbag“. È l’incipit del capitolo che dà titolo al primo libro di Claudio Pulicati, romano classe 1952, appassionato da sempre di musica, storia, letteratura e poesia, con una predilezione per quella dialettale romanesca.
Non ci si lasci trarre in inganno dal titolo e dalla sua vena apparentemente malinconica: del resto è vero, oggi la vita è molto diversa da quella degli anni Sessanta e Settanta. E non solo perché adoperiamo i computer per scrivere o gli smartphone per telefonare e navigare su internet mentre a quei tempi si scriveva a mano o a macchina e si telefonava da casa o dalla cabina con il gettone e il web non era neanche un’ipotesi. Perché gli anni in cui Pulicati è cresciuto e maturato sono stati gli anni del Beat, delle rivoluzioni culturali e musicali. L’epoca di Jack Kerouack, dei Beatles (che l’autore, appena tredicenne, riesce a vedere dal vivo al Teatro Adriano di Roma nel giugno 1965) e dei Rolling Stones, dei Rokes e dell’Equipe 84 che si esibivano al Piper. Il tutto vissuto in prima persona dal giovane Claudio, un bel ragazzo cresciuto con i buoni principi di una famiglia medio borghese illuminata dall’amore reciproco di mamma e papà e da quelle consuetudini che erano alla base della vita familiare di un tempo. Consuetudini sincere e non formali, come le riunioni con nonni e zii al pranzo della domenica con le immancabili pastarelle, un’occasione per condividere il piacere di stare tutti insieme. Consuetudini che alla base avevano valori reali e sentiti, che oggi forse ai più giovani potranno sembrare solo delle vuote formalità. Ma non lo erano. E tutto questo traspare dalla narrazione sempre piacevole di Pulicati, con uno stile semplice e diretto quanto autentico capace di far trasparire ora un po’ di naturale malinconia, ora il sorriso e il brio di un uomo che ancora oggi emana un indomito entusiasmo e amore per la vita. Il suo raccontare è talmente autentico e vissuto che diventa ricordo universale nella memoria di tutti noi più o meno suoi coetanei. E Claudio, appassionato di musica e chitarrista/bassista/cantante con i suoi C.A.R.S., ripercorre quegli anni anche con vere e proprie compilation, tanto che alcune pagine sembrano vere e proprie discografie selezionate.
Il tutto con il sottofondo della Città Eterna, di Roma, in tutte le sue sfumature. Perché Pulicati, come ogni vero romano, è orgogliosamente appassionato di dialetto romanesco, quello vero. Quello che si parlava a Borgo Pio o al Rione Monti o a Trastevere e che pian piano si è trasformato nel meno elegante “coattese”, come lo definisce lo stesso autore.
Passione per Roma che si traduce anche e soprattutto nel tifo per la prima squadra apparsa nella Capitale in quel lontano 9 gennaio 1900: la S.S. Lazio. Pulicati ha avuto la fortuna di poter godere di ogni titolo vinto dalla Lazio fino a oggi. A partire dalla prima Coppa Italia del 1958, passando per lo scudetto di Maestrelli, Chinaglia e Lenzini e per quello di Cragnotti del 2000, per finire con il derby dei derby, quello della finale di Coppa Italia del 26 maggio 2013 in cui la Lazio si aggiudica il trofeo alzandolo di fronte ai rivali giallorossi.
Un libro che lascia nel lettore un sapore particolare e intenso, un sapore che lo farà apprezzare dai coetanei quasi come se fosse un diario personale. E per i più giovani – che oggi trascorrono la maggior parte del proprio tempo dietro a un touchscreen o un tablet – sarà un ottimo spunto per cercare di capire quanto fondamentali e importanti fossero quegli anni, anni diversi, intrisi di speranza e di voglia di cambiare il mondo. In meglio. Ma forse così non è stato.