La Chiesa essendo consacrata senza indugi continueremo a chiamarla la Chiesa della Precettoria di Sant’Antonio Abate di Ranverso in Valle di Susa.
La Chiesa essendo consacrata senza indugi continueremo a chiamarla la Chiesa della Precettoria di Sant’Antonio Abate di Ranverso in Valle di Susa.
Quando una chiesa può dirsi sconsacrata
Una delle curiosità più frequenti, quando si visita una chiesa molto antica come Ranverso, è capire se sia consacrata oppure no. Un primo suggerimento è osservare se sono presenti l’altare consacrato, con la pietra sacra e le reliquie, e il tabernacolo con l’Eucaristia. Quando accade, allora, che una chiesa diventi sconsacrata?
Secondo i codici del diritto canonico (Can. 1210 – 1212 e 1222), i luoghi sacri perdono la dedicazione se non sono agibili, se si trovano in uno stato di conservazione compromesso e non è possibile procedere ai restauri, oppure se sono stati destinati permanentemente a usi profani, come accade per biblioteche, auditorii, musei.
Diverso è il caso della profanazione: omicidi, suicidi, atti di violenza, atti ingiuriosi, usi empi di fatto rappresentano un trauma nella sacralità del luogo, ma esistono riti penitenziali specifici per riparare immediatamente l’accaduto. Fatti di sangue sono avvenuti più volte, nel corso dei secoli, all’interno delle chiese, anche di recente, come è stato per l’arcivescovo Romero, assassinato mentre celebrava la messa in San Salvador, o nella basilica di San Pietro in Vaticano, nel 1999, quando un uomo uccise con un colpo di pistola; tutto ciò però non ha comportato né l’interruzione delle funzioni, né la frequentazione del tempio.
A chi spetta decidere se una chiesa è sconsacrata? Al vescovo diocesano, sentito il consiglio presbiterale, con il consenso di chi rivendica diritti sull’edificio, per esempio di proprietà. La chiesa non perde il proprio stato di sacralità, anzi, vi si può celebrare di nuovo la messa e utilizzarla per altri scopi, a giudizio del parroco, non contrari alla santità del luogo.
Le cause del procedimento, la cui decisione spetta al vescovo, possono essere molte: dalla diminuzione della popolazione locale alla costruzione di una nuova chiesa che renda inutile la precedente e altro ancora. A quel punto vengono tolti tutti gli oggetti sacri (il tabernacolo, i calici, i paramenti) e la chiesa viene chiusa al culto
Dopo un po’, quando la chiesa non è più considerata dai fedeli un punto di riferimento religioso, l’edificio può essere dedicato ad altri scopi, che però non devono essere in aperto contrasto con la religione. Per esempio può diventare un centro culturale o una sala da concerti.
Torino, il sindaco al posto del prete: a Pianezza matrimoni civili in chiesa
di GABRIELE GUCCIONE
Il Comune dell’hinterland dice addio alle nozze in municipio e sceglie una pieve romanica sconsacrata: una Crocifissione davanti agli sposi, lancio di riso sul sagrato17 MARZO 2017PUBBLICATO PIÙ DI UN ANNO FA 1 MINUTI DI LETTURA
I matrimoni in chiesa a Pianezza li celebra il sindaco. Il Comune dell’hinterland torinese ha deciso infatti di utilizzare come location per i matrimoni civili una chiesa sconsacrata, la quasi millenaria pieve romanica di San Pietro. Così all’uscita dalla cerimonia, anche se civile, gli sposi si ritroveranno su un sagrato per il tradizionale lancio augurale del riso, e mentre il primo cittadino pronuncerà le parole del codice civile, marito e moglie avranno davanti ai loro occhi la commovente Crocifissione affrescata da Jacopo Jaquerio.
L’appuntamento con il primo “matrimonio civile in chiesa” è fissato per la prossima settimana. «Crediamo, in questo modo, di valorizzare ulteriormente la nostra splendida pieve romanica — afferma il sindaco Antonio Castello — Un monumento che finora utilizzavamo soprattutto per concerti di musica classica e mostre». Addio ai matrimoni civili in municipio, dunque. A Pianezza, sia con il prete sia con il sindaco, ci si sposa comunque in chiesa. «Non penso che questo rappresenti un problema, il mio intento — assicura il primo cittadino — non è certo di fare concorrenza alla Chiesa. Ma di valorizzare un monumento antico che per essere promosso ha bisogno di essere vissuto e non abbandonato».
Chiesa di Sant’Antonio Abate della Precettoria di Ranverso in Valle di Susa