Cesare Bertea Ranverso i restauri condotti risultano nell’ambito del restauro “filologico”, con valenze “storiche” dell’epoca.
Cesare Bertea Ranverso i restauri condotti risultano nell’ambito del restauro “filologico”, con valenze “storiche” dell’epoca.
POLITECNICO DI TORINO FACOLTA’ DI ARCHITETTURA Corso di Laurea in Architettura Tesi meritevoli di pubblicazione Cesare Bertea (1866-1941): note sul restauro in Piemonte nei primi decenni del Novecento di Daniela Brusaschetto e Silvia Savarro Relatore: Maurizio Momo Correlatore: Daniela Biancolini Cesare Bertea (1866-1941) Lo studio compiuto analizza criticamente la figura e l’attività dell’ing. Cesare Bertea (1866-1941), definendo una sintesi della sua prassi operativa, strettamente legata al contesto culturale del restauro tra Otto e Novecento. L’indagine si basa su una dettagliata ricerca bibliografica ed archivistica, che ha permesso l’individuazione di materiale del tutto inedito presso l’Archivio di Stato di Torino, l’Archivio Storico della Città di Torino, l’Archivio Storico della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte e l’Archivio Storico dell’Ordine Mauriziano. Cesare Bertea, primo di sei fratelli, nasce a Torino il 23 giugno 1866 da Eleonora Vicino ed Ernesto Bertea (1836-1904), pittore paesaggista della Scuola di Rivara. Egli frequenta il R. Liceo Classico Gioberti, conseguendo il diploma nel 1883; successivamente si iscrive alla R. Scuola di Applicazione per Ingegneri di Torino, dove si laurea in ingegneria civile il 23 dicembre 1889. Nel 1891 viene nominato architetto ingegnere dell’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti del Piemonte e della Liguria, il cui direttore è Alfredo d’Andrade (1839-1915), legato da profonda amicizia ad E. Bertea. Alla morte di d’Andrade (1915), C. Bertea succede nella direzione dell’Ufficio, divenuto nel frattempo Soprintendenza ai Monumenti del Piemonte; egli fino al 1931, anno in cui si ritira in pensione, svolge un’intensa attività rivolta alla tutela e conservazione del patrimonio artistico ed architettonico, occupandosi di più di settecento interventi distribuiti in Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. I numerosi lavori condotti in quarant’anni di attività, spaziano dai primi rilievi archeologici alla direzione di importanti cantieri di restauro quali: Porta Palatina (1907-1915), Abbazia di S. Antonio di Ranverso (1909-1920), Chiesa di S. Andrea di Vercelli (1917-1927), Chiesa di S. Giovanni di Saluzzo (1917-1929), Palazzo Madama (1919-1924), Abbazia di Santa Maria di Staffarda (1923-1928), Duomo di Torino (1926-1928). Inoltre l’ideazione e la realizzazione del Padiglione Piemontese per l’Esposizione di Roma del 1911 rappresenta una esperienza progettuale sui generis, che intende illustrare pagine di storia e di arte seguendo un criterio filologico e scientifico. In sintesi i restauri condotti risultano nell’ambito del restauro “filologico”, con valenze “storiche” e “stilistiche”, coerentemente col contesto culturale dell’epoca. Ogni restauro viene affrontato “caso per caso”; una componente comune agli interventi è la conoscenza della fabbrica, che permette l’individuazione delle stratificazioni storiche. L’indagine conoscitiva è propedeutica all’elaborazione del progetto di restauro, rivolto generalmente alla “restituzione dell’aspetto antico”, che non sempre corrisponde a quello originale. E’ necessario sottolineare che vengono attuate alcune “scelte di sacrificio”, che attualmente suscitano delle perplessità, ma risultano coerenti con la prassi prevalente in quel periodo. Il suo lavoro è inoltre caratterizzato da alcuni aspetti “moderni”, quali la gestione del cantiere di restauro con un’équipe, la collaborazione con professionisti, l’impiego per il consolidamento strutturale del calcestruzzo armato, l’attenzione rivolta all’ambiente naturale e del monumento. E’ ancora da ricordare che C. Bertea, insignito di varie onorificenze, risulta impegnato in diverse istituzioni pubbliche quali: Commissione Igienico Edilizia del Municipio di Torino, Commissione Provinciale per la Conservazione dei Monumenti ed Oggetti d’Antichità, Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Museo di Arte Antica ed Applicata all’Industria, Commissione Diocesana per l’Arte Sacra. Cesare Bertea, “strenuo difensore delle bellezze nostre, che amava d’un amore silenzioso, ma appassionato”, si spegne a Torino il 18 gennaio 1941. Distribuzione degli interventi condotti da Cesare Bertea tra il 1891 ed il 1931, elaborata sulla “Pianta geografica del Piemonte e della Liguria” dell’Istituto Geografico De Agostini, s.d. [ante 1920]. I punti più piccoli segnalano località con meno di dieci interventi, quelli maggiori i luoghi con più di dieci interventi Per ulteriori informazioni: Daniela Brusaschetto, e-mail: dbrusas@tin.it Silvia Savarro, e-mail: s.sava@libero.it Servizio a cura di: CISDA – HypArc, e-mail: hyparc@archi.polito.it