Giugno 13, 2018

Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso. Cascina Nuova era di pertinenza dei beni del Concentrico.

Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso. Cascina Nuova era di pertinenza dei beni del Concentrico.

 

 

 

La bella facciata gotica della Chiesa Abbaziale  di Sant’Antonio Ranverso

Aveva invece una funzione più di assistenza la precettoria di Sant’Antonio Ranverso, che sorge alle porte di Torino. Si tratta di un complesso creato tra XII e XV secolo su spinta di Umberto III di Savoia, punto di assistenza per i pellegrini sulla via Francigena. Domina la chiesa, con sacrestia e chiostro, tutto in stile gotico. Nel borgo sorgeva l’ospedale dell’ordine degli Antoniani. Le Storie di Sant’Antonio abate sono il tema degli affreschi del XIII secolo nella facciata interna della chiesa mentre di Giacomo Jaquerio sono gli affreschi Imago Pietatis sulle mura di abside, presbiterio e sacrestia. L’altare è dominato dal polittico cinquecentesco di Defendente Ferrari.

 

Tali edifici erano sorti successivamente alla fondazione della precettoria, giacché le prime notizie dell’insieme riportavano la sola presenza di chiesa, monastero e ospedale. Il monastero, posto a sud della chiesa, venne inglobato negli edi ci della Casa Priorale (XVII secolo) e più tardi in quelli della Cascina di Mezzo (1724); l’ospedale, già sistemato separatamente dagli altri fabbricati lungo la cortina opposta della strada, mantenne solo la facciata tardoquattrocentesca, ma fu completamente ridisegnato nella parte retrostante quando venne adibito, nel 1738, ad azienda agricola con la denominazione di Ospedaletto.  Nell’ultimo ventennio del Settecento, l’Ordine Mauriziano curò grandi lavori di trasformazione, intrapresi allo scopo di razionalizzare i percorsi e di migliorare lo svolgimento delle attività agricole. Furono risistemate le aziende che facevano parte del complesso della precettoria e tracciate (1778) nuove strade o rotte di caccia realizzate nei boschi circostanti Ranverso, che ricoprivano anche la funzione di supporto alla manutenzione degli stessi. Tali percorsi spiccavano per il loro disegno regolare, rettilineo, talvolta scenogra co: è il caso di quelli che incorniciano la Cascina Nuova e il grande complesso principale. F ra le altre strade storiche presenti all’interno del Tenimento vi è il sentiero, risalente al XVIII secolo, che, in direzione nord-sud, collegava la cascina Grangetta al concentrico, oggi solo parzialmente riconoscibile, in quanto la costruzione di numerose infrastrutture viarie ne ha compromesso la continuità. L ’andamento dei piccoli corsi d’acqua è invece ancora oggi distinguibile; il tracciato della ferrovia Torino-Modane, ad esempio, segue quello di una vecchia bealera.  La Cascina Nuova fu progettata da Giovanni Battista Ferroggio nel 1782-1785, secondo il modello razionale che informava le aziende rurali settecentesche: una grande corte, dal disegno regolare, recintata dal muro, in cui i corpi edi cati (abitazione, stalla,  enile e tettoie) si sviluppano senza soluzione di continuità lungo il perimetro, a racchiudere lo spazio centrale. L o stesso progettista, tra 1781 e 1783, eseguì la sostituzione di due delle vecchie cascine che costituivano la precettoria con nuove abitazioni e, soprattutto, nuove stalle dal disegno moderno (1789), ovvero completamente in muratura.  Ancora nella zona boschiva a sud del complesso della precettoria, nel 1830, lungo la strada del Moncenisio, sorse una stazione di posta che gradualmente si sarebbe trasformata in azienda rurale – la Cascina Baraccone, nona azienda del Tenimento. Più tardi, nel 1857, venne in ne risistemata la chiesetta campestre della Madonna dei Boschi.  La Cascina Baraccone si trova attualmente in condizioni di abbandono, mentre altri edi ci rurali del Tenimento, come la Cascina Grangetta, ospitano tuttora aziende agricole in attività; sulla Cascina Nuova sono in corso interventi di manutenzione.   A testimonianza del valore storico-culturale e ambientale del Tenimento di Sant’Antonio di Ranverso, su di esso sono operanti diversi regimi di tutela:

Vincoli monumentali:   abbazia di Sant’Antonio di Ranverso e fabbricati annessi, siti lungo la strada di transito della val di Susa verso il Moncenisio e il Monginevro (R.R. n. 203 del 12/01/1978; Not. Min. 06/04/1910); Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso e fabbricati annessi (zona di rispetto) (D.M. 07/02/1978);   Vincoli paesaggistici:  d ichiarazione di notevole interesse pubblico della Zona Intermorenica Aviglianese (D.M. 01/08/1985).  La dichiarazione riconosce il ruolo svolto dalla proprietà mauriziana nel preservare parzialmente l’unità territoriale e l’integrità della trama agraria del Tenimento, aspetti che ne determinano i tratti peculiari e lo rendono meritevole di tutela. Essa si pone in continuità e coerenza con le indicazioni del Piano paesaggistico regionale (p.p.r.), adottato con deliberazione della Giunta regionale 4 agosto 2009, n. 53-11975, che, all’art. 33, prevede per i Tenimenti mauriziani la procedura di cui agli articoli 138-140 del Codice.  Per le motivazioni sopra richiamate, si dichiara il notevole interesse pubblico del Tenimento di Sant’Antonio di Ranverso ai sensi dell’art. 136, comma 1, lettera   c)   del decreto legislativo n. 42/2004, in quanto «complesso di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici».

  1. Descrizione della perimetrazione dell’area oggetto di dichiarazione di notevole interesse pubblico e individuazione cartogra ca 2.1.    Premesse   Al  ne di contribuire alla protezione, gestione, integrità e autenticità del Tenimento di Sant’Antonio di Ranverso, si introducono alcune modi che al perimetro dell’area oggetto di dichiarazione di notevole interesse

pubblico rispetto ai limiti della proprietà mauriziana, in quanto si intende privilegiare, ove possibile, l’individuazione di elementi di con ne di tipo antropico e  sito-naturalistico (rete viaria, bealere). Dove ciò non è stato possibile, in quanto la sostanziale continuità del paesaggio non permette di identificare i suddetti elementi, sono stati mantenuti quali riferimento per la  perimetrazione  i limiti catastali della proprietà storica

rilevatore Ersilio Teifreto

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