BUSSOLENO, IL MALORE AL MACCHINISTA / I PENDOLARI: STANCO DAL LAVORO.
BUSSOLENO, IL MALORE AL MACCHINISTA / I PENDOLARI: STANCO DAL LAVORO.
BUSSOLENO, IL MALORE AL MACCHINISTA / I PENDOLARI: STANCO DAL LAVORO.
Domenica 20 maggio 2018 sulla linea ferroviaria Torino – Modane: un macchinista si è sentito male mentre conduceva il treno e ha saltato la stazione di Sant’Antonino di Susa, arrivando fino a Bussoleno. Ha allertato la centrale operativa, che a sua volta ha chiesto l’intervento del 118. Le Ferrovie hanno chiarito che l’uomo non stava bene, ma che comunque non è svenuto. A Bussoleno il ferroviere è stato poi soccorso dalla Croce Rossa di Susa, intervenuta sul posto con l’ambulanza. Il ferroviere è stato curato e sostituito da un collega che è dovuto arrivare da Torino, visto che da tempo le ferrovie hanno eliminato la figura del secondo macchinista. I viaggiatori sono potuti ripartire da Bussoleno dopo oltre un’ora di ritardo.
I PENDOLARI PER I MACCHINISTI E PASSEGGERI IN SICUREZZA
Il macchinista di 58 anni, era molto stanco con poche ore di sonno. Sabato sera aveva terminato di lavorare verso mezzanotte, poi ha dovuto dormire fuori sede a Torino e si è risvegliato all’alba perché già alle 7.45 doveva far ripartire il treno da Porta Nuova per Modane. E in più avrebbe dovuto finire il turno di lavoro alle 12.15, dovendo effettuare un altro viaggio da Modane fino a Torino Porta Nuova. Tutto questo non è accettabile: lui ha confermato di non essere svenuto, ma non stava bene perché molto affaticato. Il salto della fermata a Sant’Antonino? Purtroppo non è il primo caso che capita a tanti colleghi: la linea Torino – Modane è stata desertificata dai tagli del personale, i capistazione non ci sono più alle varie fermate, se non in quelle principali. Il nuovo sistema sui binari delle ferrovie mostra ai macchinisti sempre il semaforo verde, inoltre in cabina i ferrovieri non hanno un supporto audio che può avvertirli delle fermate da effettuare, a differenza di quanto avviene nei vagoni dove ci sono i pendolari. Se un lavoratore è stremato dal lavoro ed è stanco può sbagliare. Tutti questi problemi si potrebbero risolvere con una proposta alle ferrovie: sui treni i ruoli di capotreno e macchinista dovrebbero essere intercambiabili, così da avere un ferroviere in grado di sostituire il collega in caso di problemi di salute, malori o fatti anche più gravi. Bisogna cambiare i turni e garantire più ore di sonno ai macchinisti.
DICHIARAZIONE DELLE FERROVIE DELLO STATO: “IL LAVORATORE ERA VIGILE ED È STATO CURATO DAL 118, CI SCUSIAMO CON I VIAGGIATORI”
“Il macchinista, come lui stesso ha dichiarato, ha saltato la fermata nella stazione di Sant’Antonino. Resosi conto dell’accaduto, segnalato anche dal capotreno presente a bordo, con cui ha interloquito telefonicamente, ha “ritenuto di proseguire la corsa fino alla successiva fermata ovvero fino a Bussoleno”. Non è stato il freno d’emergenza ad effettuare la fermata di Bussoleno, ma lo stesso macchinista che ha dichiarato di non sentirsi di continuare il servizio, ha ricevuto le cure del 118 intervenuti sul posto ed è stato sostituito per permettere al treno di proseguire il viaggio.
Fortunatamente il personale sanitario non ha riscontrato problemi di salute, non ha ritenuto di dover portare il macchinista in ospedale rilasciandolo senza alcun giorno di prognosi.
Sono ora in corso gli accertamenti per individuare le motivazioni per cui non è stata effettuata la fermata prevista in orario. È importante tranquillizzare e rasserenare i viaggiatori del fatto che la sicurezza del loro viaggio non è mai stata messa a repentaglio. Infatti, in caso di effettivo malore del macchinista il treno si sarebbe automaticamente fermato in quanto il sistema di vigilanza interviene se, entro 55 secondi, il macchinista non esegue un’azione di guida. In questo modo è impossibile che si verifichi la marcia di un treno senza un agente di condotta vigile, come erroneamente riportato nell’articolo. La stessa frenatura automatica si attiva, grazie ai sistemi automatici presenti a bordo treno e su tutta la rete ferroviaria, nel caso in cui il treno non rispetti i parametri di guida forniti dal sistema tra cui il superamento della velocità prevista. Ci scusiamo, comunque, con i viaggiatori che dovevano scendere a Sant’Antonino a cui sono stati allungati i tempi di viaggi”.
I pendolari della linea Torino Susa e Bardonecchia Ersilio Teifreto