Luglio 3, 2019

Bertea Cesare Sotto la protezione del Beato Umberto III di Savoia (1149-1188), che fu a loro largo di doni e di agevolezze, quei monaci costrussero la loro casa ed una chiesetta all’imbocco della valle di Susa,

Bertea Cesare Sotto la protezione del Beato Umberto III di Savoia (1149-1188), che fu a loro largo di doni e di agevolezze, quei monaci costrussero la loro casa ed una chiesetta all’imbocco della valle di Susa,

 

 

    

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Abbazia di S. Antonio di Ranverso. l
Secondo la comune opinione
degli storici, l’Abbazia di Hanverso venne fondata nel 1156
da alcuni monaci dell’ordine
ospitaliero di Sant’Antonio, istituito negli ultimi anni del secolo XI a La Motte Saint Didier
presso Vienne nel Delfinato per
soccorrere malati di fuoco
sacro, una delle forme epidemiche più tremende che infierivano nel medioevo.
S . Anto11io di llanver!o – Faccjo to .
Sotto la p1·otezione del
Beato Umberto III di Savoia
(1149-1188), che fu a loro largo
di doni e di agevolezze, quei monaci costrussero la loro casa
ed una chiesetta all’imbocco della valle di Susa, in vicinanza
della strada romea che dal Piemonte conduceva in Francia.
Delle primitive costruzioni rimangono pochi resti della
chiesa dai quali si può riconoscere che e sa era un edificio
di mode te proporzioni, a·d una sola navata, con abside a
pianta semicircolare e con un campaniletto, la base di quello
costrutto nel secolo XIV tutt’ora esistente e che è notevole
specialmente per le ciottole verniciate che decorano i timpani
arcuati delle finestre bifore.
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L’ importanza dell’Abbazia Antoniana si accrebbe grande·
mente nei secoli eguenti ed i monaci continuarono ad esercitare la loro missione ospitaliera fino al 1776, anno nel quale,
per disposizioni di una bolla di papa Pio VI, l’Abbazia stessa
venne soppressa ed i beni furono assegnati all’ordine dei
SS. Maurizio e Lazzaro che ne è tutt’ora proprietario e che,
per illuminata iniziativa del suo Primo Segretario Paolo Boselli, ha recentemente provveduto al restauro della chiesa a
mezzo della Sopraintendenza dei Monumenti del Piemoqte.
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Dall’esame degli elementi costruttivi e decorativi rimessi
in luce durante questo ristauro fu possibile riconoscere le
vicende della chiesa. Nel secolo XIII, demolita l’abside, si
aggiunse un presbiterio a pianta quadrata; nel secolo XIV si
costrussero le cappelle del fianco settentrionale, fu allungato
nuovamente il pre biterio, furono costrutte. le volte, fu aguiunta la navata sud e si edificò la sacrestia. Nello stesso b
tempo contro la facciata della chiesa primitiva venne innalzato il portico, con un piano superiore, che tuttora esiste.
Sul finire del secolo XV, Giovanni Montchenu, vescovo di
Viviers c nominato commendatario di Ranverso il22 aprile 14 70,
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costru se l’ ab icl e poligonale, rifece le volte del presbiterio e
decorò La facciata coi dipinti a motivi geometrici c con le
ricche e belle terrecotte che ancora oggi i amm\rano.
Sotto il porticato ono degni di nota i pila tri in pietra
verdognola a colonnine in fascio con capitelli lavorati a fogliami e figure, gli atfresclù del duecento ulla parete di fondo
rappresentanti scene della vita di Sant’Antonio, la Madonna
dipinta nella lunetta al disopra dell’architrave della porta, e
le pitture cinquecentesche negli scomparti della volta centrale
con episodi del tra porto delle reliquie di Sant’Antonio da Alessandria d’Egitto nel Delfinato.
Pei succe ivi ampliamenti,
dei quali i è fatto cenno, la
chiesa ha ora la pianta a croce
latina con due navate e con cappelle sul fianco a nord.
Sulla parete a sinistra della
navata maggiore, fra le due
prime cappelle ed in parte nascosti da un pila tro di o tegno
della volta, ono affre chi del
secolo XIII rappresentanti il
Cristo benedictnte, il Presepio
ed i SS. Pietro e Paolo.
Nella prima cappella si vedon_o
della vita di S. Maria Maddalena.
dipinte sulle pareti scene
Interessante è l’affresco di scuola vercellese del secolo XV
sull’arco della seconda cappella nel quale è figurata la madonna col bambino tra S. Bernardino da Siena e Sant’Antonio. Quest’ultimo è in atto di presentare alla Vergine una
donna inginocchiata ·che un’iscrizione dipinta sotto l’affresco
ricorda es ere Bianchina Raspa moglie del giudice Eugenio
Raspa che fu sepolta nella chiesa.
Le pitture che si vedono sulla parete soprastante all’entrata della terza cappella risalgono al secolo XIII e rappre-
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sentano il Cristo benedicente seduto su un faldistorio ed in
basso sei figure di apostoli dimezzate dall’apertura dell’arco
della cappella.
S. Antonio di Rallverso
Affresco nella Cbieu.
del quattrocento ed appartenente ad una famiglia che diede,
nel corso di due secoli, alla pittura torinese una serie non interrotta di artisti.
Sulla parete di sinistra, negli
scomparti alle estremità della
parete stessa e negli sguanci
delle finestre, si notano otto
figure di sante e santi; nel
campo centrale, su un fondo
formato da un drappo sorretto
da angeli, è disegnata con grazia
la Madonna seduta e vestita di
verde chiaro con manto nero foderato di bianco che le scende
dalla testa incoronata.
In questa sono altri affreschi
dei secoli XIV e XV, figure di
santi e la rappresentazione di
fatti della vita della Madonna,
che Riccardo Bra)da rimise in
luce in ricerche da lui compiute
or .sono 30 anni.
Negli ultimi restauri furono
poi scoperte le decorazioni che
sono frescate sulle pareti del
presbiterio ~ che una iscrizione ·
dipinta fa conoscere essere opere
del pittore Giacomo Jaquerio di
Torino, vissuto nella prima metà
S. Antonio eli Ranver.so
Pala d’Altare del Defeudente.
Essa ha in grembo il bimbo rivolto verso un frate inginocchiato, forse l’Abate Di Romagnano.
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i
Al disotto della
Madonna si hanno sei
figure di profeti, dipinte con senso spiccato di realismo.
La parete di destra è anch’essa ricoperta di affreschi, dei
quali quelli superiori
rappresentano scene
della vita di S. An- S. At1lun iu n’i l<fw ve rso · Affrclico nc ll.t Sug re& liu.
tonio. Negli inferiori si hanno una caratteristica composizione
raffi 0
0’urante contadini
– ) che portano offerte a .- .. ‘
S. Antonio, nonchè la
rappresentazione del
Cristo morto emergente dal sepolcro.
Sull’altare si ammira il grande e celebre polittico che Defendente Ferrari dipinse nel 1531 per S. A>ttonio di H.n.•ve rso • Alfreoco nell’Oratorio. COmmissione datagli
dalla comunità di 1 Moncalieri in adempimento di un voto
durante una pestilenza. Assai pregevole è
pure la statua quattrocentesca in legno che
travasi accanto alla
cancellata del pre,;biterio.
Del Jaquerio sono
pure le pitture nella
sacrestia fra le quali
è specialmente da osservare quella sulla pa-
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r e te a nord rappresentante la salita al calvario, molto interessante per la bella composizione e per la ricchezza di particolQ.J;i del costume quattrocentesco. Nei campi della volta
S. Antonio d i Ranve rso
Aulico ospedale dei lebbrosl.
sono dipinti i quattro evangelisti.
Fatte nella stessa epoca e
dallo stesso artista sono pure
le figure di santi e le scene
della vita di S. Biagio esistenti
· ulle pareti e sulla volta della
cappella in testa alla navata sud.
Contro il fianco a mezzogiorno della chiesa è rimasto
conservato, e fu restaurato ultimamente dalla Soprintendenza
dei Monumenti, uno dei lati del
chiostro costrutto da Giovanni
Montchenu, come lo dimostra
lo stemma nella chiave di volta
della scala di comunicazione al piano superiore del chiostro
stesso, stemma che si vede riprodotto in tutte le costruzioni
fatte da quell’insigne abate e che è di rosso alla banda scanalata d’argento, caricata in capo di un’aquila (l’azzurro (questa
posta in banda), ed accompagnata da due tau d’azzurro.
Questo stemma figura pure nell’affresco di autore ignoto
dipinto su una parete dell’orato~io riservato di quell’insigne
abate, dove egli è ritrattato inginocchiato ed in adorazione
del Cristo in croce fra la Madonna, San Michele, San Giovanni e San Sebastiano.
Lo stesso Montchenu fece eseguire la graziosa facciata della
porta d’ingresso al recinto che sta dinnanzi all’ospedaletto
per la cura degli ammalati del fuoco sacro e che è situato a
breve distanza dal monastero e dalla chiesa.

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