Anno 1864 avvenne il trasporto e collocamento a Ranverso del peso in rovina esistente nella posta di sosta ubicata sulla via sterrata per Susa cambiando destinazione d’uso diventò nel tempo la Nona cascina Baraccone / o Baraccun di Ranverso.
Anno 1864 avvenne il trasporto e collocamento a Ranverso del peso in rovina esistente nella posta di sosta ubicata sulla via sterrata per Susa cambiando destinazione d’uso diventò nel tempo la Nona cascina Baraccone / o Baraccun di Ranverso.

restauro
RENN – Notizia
Nel 1864 sono state realizzate delle riparazioni alle tre guglie della
facciata, il trasporto e collocamento del peso in rovina esistente al
Baraccone
RENF – Fonte n.d.c. da fonti d’archivio

Mura ritrovate durante gli scavi SMAT INZIO 2019 forse il luogo dell’antica Stadera
Una stazione di posta, o semplicemente posta, ai tempi dei trasporti a trazione animale, era un luogo adibito a sosta temporanea dei corrieri, delle vetture private e delle diligenze che trasportavano persone, merci e corrispondenza, principalmente per effettuare il cambio dei cavalli[1]. La sosta nelle stazioni rappresentava anche la fermata per la salita e la discesa dei passeggeri.
Insieme ai cavalli freschi venivano assegnati anche nuovi postiglioni, mentre quelli che avevano guidato la vettura fino alla stazione, tornavano alla posta di provenienza riaccompagnandovi al passo i cavalli stanchi[2].
Infine, i viaggiatori che proseguivano, durante il cambio dei cavalli, potevano mangiare nella locanda di posta.
La stazione di posta poteva generalmente consistere in uno spiazzo o un cortile a margine della strada, su cui insistevano uno o più edifici che ospitavano le scuderie dei cavalli, le rimesse delle carrozze, una bottega del maniscalco, la biglietteria, il deposito bagagli, una locanda o osteria[5], l’ufficio postale.
Sull’ingresso della stazione doveva essere affisso lo stemma del sovrano.
A capo della stazione era il mastro di posta, il quale doveva garantire che fossero a disposizione dei viaggiatori e della posta un certo numero di cavalli, vetture e postiglioni, prescrittivi da regolamenti dell’autorità postale. Ed era sempre il mastro che assegnava cavalli e corrieri a chi ne faceva richiesta, redigendone nota su di un apposito registro, tenuto a disposizione dell’Ispettore Postale.
