Luglio 25, 2021

Interpretazioni sbagliate. Ancora qualche precisazione, spero le ultime visto che non posso lavorare solo per voi A.S.A.R… e visto che torniamo sempre allo stesso punto…

Interpretazioni sbagliate. Ancora qualche precisazione, spero le ultime visto che non posso lavorare solo per voi A.S.A.R… e visto che torniamo sempre allo stesso punto…

Buongiorno, sig. Teifreto!

Ancora qualche precisazione, spero le ultime visto che non posso lavorare solo per voi… e visto che torniamo sempre allo stesso punto…

Le spiego meglio che la mail a cui avete scritto ieri tramite pec NON appartiene alla Diocesi di Torino, ma al Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Piemontese: non basta guardare l’indirizzo di via Arcivescovado, ma l’ente a cui si scrive… inoltre, io ho sempre e solo usato questa mail per scrivervi, e quindi non ne esistono altre… solo per correttezza…

Proprio la nota di mons. Ruffino spiegava chiaramente che è un errore chiamare Sant’Antonio di Ranverso “abazia” perché non lo è mai stato… quindi chi prima lo chiamava così (e lo dice lo stesso mons. Ruffino…) si sbagliava, e si sbaglia… come spiega mons. Ruffini, non è mai stata un’abazia perché non c’è mai stato un abate, ma solo un precettore, come usava l’ordine religioso che l’ha fondata…Ruffino specifica che questa situazione scritta si riferisce al periodo Almeno fino al secolo 1.400.

Possono essere infiniti i luoghi in cui si trova il nome di abazia, ma sono tutti sbagliati… ora la stessa Fondazione ha recuperato il termine corretto di “precettoria” e anche (abbazia), e quindi tutti i cartelli stradali e le guide che riportano questi nomi sono ugualmente corretti…

E anche la Bolla papale che la trasferisce all’ordine mauriziano parla di “chiesa”, ma si riferisce a tutta la struttura e non solo all’edificio chiesa… ma se tutto fosse “chiesa”, anche l’ospedale e le cascine, sarebbero luoghi sacri, che non sono mai stati tali… i documenti storici vanno letti e interpretati, non solo citati… a questo è servito il prezioso e minuzioso lavoro di mons. Ruffino… infatti gli organi del Mauriziano dovrebbero specificare le funzioni degli edifici del concentrico: La Chiesa dobbiamo continuare a chiamarla la Chiesa di Sant’Antonio Abate di Ranverso.

Potete chiamare come volete quella chiesa, ma essa resta una chiesa precettoriale, come nelle abazie c’è la chiesa abaziale… Per fare riferimento a un bene proprietà della medesima Fondazione, l’abazia di Staffarda è, come Sant’Antonio di Ranverso, l’insieme delle proprietà al cui interno c’è una chiesa abaziale, lì persino parrocchia… ma quella è sempre stata abazia, Sant’Antonio di Ranverso mai (e lo dice mons. Ruffino, uno storico, e non il sottoscritto o wikipedia, pure lo dice…)…

Chiamandola “precettoria” nessuno, e io per primo, ha negato che sia un luogo sacro, perché, senza un atto del Vescovo che lo riduca ad usi profani, resta un luogo sacro…

Sul suo utilizzo, però, la Diocesi, non essendo proprietaria, deve interagire con la Fondazione, che è il proprietario. A questo servono le convenzioni, che però non mi risulta che siano state siglate… quella di cui non ho ancora letto il testo (e solo il testo fa fede, non le notizie giornalistiche o i siti internet…), non mi risulta che prevedesse accordi puntuali sull’utilizzo della chiesa…

Come già le scrivevo nella prima mail dello scorso 13 gennaio, le norme del diritto canonico prevedono l’accesso gratuito durante le sacre celebrazioni (can. 1221), quindi quando c’è un sacerdote che celebra. Per la preghiera personale non è previsto alcun obbligo di ingresso gratuito. In molte chiese, anche Cattedrali, in tutto il mondo capita che, pur essendo abitualmente in uso, ci sia un biglietto di ingresso al di fuori delle celebrazioni liturgiche… Ricordo ancora anni fa che non sono entrato nel Duomo di Pisa (e parlo della chiesa cattedrale di Pisa, non della torre pendente o del Battistero…) perché si doveva pagare un biglietto per visitarla… sarei potuto tornare più tardi, all’ora della Messa, e sarei entrato gratis, non a visitare ma a pregare…

Come già vi scrivevo, la Conferenza Episcopale italiana ha suggerito che ci sia un accesso libero per chi prega e per i residenti del territorio comunale, ma per far valere quelle indicazioni il Vescovo (o il suo Vicario) deve trattare con la Fondazione…

Sugli arredi della Chiesa e gli ex-voto, la Fondazione, che ne è proprietaria, deve stare alle norme della Sovrintendenza per la conservazione… se ritenete che qualcosa non sia corretto, segnalate alla Sovrintendenza: spetta a loro la vigilanza…

Lo ribadisco ancora: non sto dicendo che Sant’Antonio di Ranverso non sia una chiesa, né sto dicendo che la Fondazione stia facendo tutto bene… ripeto che, se si vuole cambiare qualcosa di ciò che sta succedendo, bisogna interagire con la Fondazione, ma non tocca a me gestire i rapporti della Diocesi con la Fondazione, ma al Vescovo e al suo Vicario (nel diritto canonico si chiamano “Ordinari”… il cancelliere non è un “ordinario”…)…

Buona giornata e buona estate!

Ci vediamo a settembre.

un saluto Ersilio Teifreto

Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso – Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_Sant%27Antonio_di_Ranverso

L’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, o meglio Precettoria, è un edificio religioso piemontese fondato dall’Ordine ospedaliero di S. Antonio di Vienne e situato …

Stile architettonico‎: ‎ romanico‎, ‎ gotico

Stato‎: ‎Italia

Località‎: ‎ Buttigliera Alta‎ (TO)

Inizio costruzione‎: ‎ 1188

‎ Storia · ‎ Descrizione · ‎ La Cascina Ranverso · ‎ Note

Salita al Calvario (Jaquerio) – Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Salita_al_Calvario_(Jaquerio)

La Salita al Calvario è un affresco facente parte del ciclo nella sagrestia dell’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, nel comune di Buttigliera Alta e Rosta provincia di Torino.

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