Ottobre 19, 2025

Allegato n. 3 Il ‘Bimillenario dell’Arco di Susa DISCORSO DEL SINDACO DI SUSA prof. Germano Bellicardi Autorità civili, militari, religiose e nel campo della cultura, popolazione di Su sa

Allegato n. 3 Il ‘Bimillenario dell’Arco di Susa DISCORSO DEL SINDACO DI SUSA prof. Germano Bellicardi Autorità civili, militari, religiose e nel campo della cultura, popolazione di Su sa

Allegato n. 3 Il ‘Bimillenario dell’Arco di Susa DISCORSO DEL SINDACO DI SUSA prof. Germano Bellicardi Autorità civili, militari, religiose e nel campo della cultura, popolazione di Su sa, gentili ospiti, a ognuno giunga il benvenuto cordiale delPAmministrazione comunale. Ringrazio tutti di questa presenza che ci onora ed esprimo un grazie anche alle persone nascoste che nei diversi ambiti hanno collaborato per questa cele brazione, inoltre alla Società di ricerche e studi valsusini Segusium, poi alla So printendenza Archeologica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, che ha seguito con competenza il lavoro di restauro dell’arco, finanziato dal Ministero per i Be ni Culturali e Ambientali, portato a termine una settimana fa. L’Arco, di cui si celebra il bimillenario con questa solennità, fatto erigere da Cozio re delle Alpi nell’8 a.C. in onore dell’imperatore Cesare Ottaviano Augu sto, ha celebrato in chiave politica e religiosa l’unione di Susa con Roma. Circa mezzo secolo dopo che le Gallie erano state sottomesse a Roma, l’arco celebra pertanto un incontro, un accordo, un patto di alleanza. Ciò conserva un significato profondo anche per il politico del nostro tempo: e insegna che il suo primo dovere è quello di misurarsi con il reale e con il possibile. Cozio guidò in questa scelta le popolazioni di diversi versanti delle Alpi Occi dentali che secondo una concezione antica, venuta meno nell’età moderna, dalla montagna non erano divise, ma unite. Cozio fu un’eminente personalità politica. È dovere dei politici offrire una direzione al potenziale degli uomini, aprire un passaggio, dare la possibilità di realizzarsi, di sperare. Si dice che i popoli hanno i politici che si meritano. In un certo senso è davvero così: i politici veramente sono lo specchio della società e l’incarnazione della sua potenza. Allo stesso tempo, però, paradossal mente vale anche l’opposto: la società è lo specchio dei suoi politici. Dipende infatti in gran misura dai politici in ogni tempo quali forze sociali essi liberino e quali opprimano, se si appoggino piuttosto al meglio che è riposto in ogni cittadino, o al contrario al peggio. Un regime che mobiliti sistematicamente le peggiori qualità dell’uomo come l’egoismo, l’invidia e l’odio non è di fatto solo qualcosa che si merita: esso è nel lo stesso tempo responsabile di come si è. 15G. Gatti Il bimillenario dell’Arco di Susa Mi pare che chi si è dato alla politica porti quindi una responsabilità maggiore della condizione morale della società ed è suo dovere cercare in essa il meglio, svilupparlo e rafforzarlo. Si è detto delhincontro fra Susa e Roma. Si parla tanto oggi deir unità euro pea che in verità è più unità di difficile integrazione economica che unità spiri tuale: la quarta della storia, dopo quella dei Celti, quella dei Romani e quella di Carlo Magno. Quelli che nella loro lingua si chiamavano Celti, i Romani chiamarono Galli: per comprendere l’estensione della loro presenza si può un momento pensare al la radice-Gal, che si ritrova nella regione spagnola della Galizia, a nord del Por togallo, nella Gallia, l’odierna Francia, nel Galles, in Gran Bretagna, nella Galazia, nell’odierna Turchia, ai cui abitanti San Paolo scrive una lettera, per non parla re della città italiana di Senigallia o della squadra calcistica scozzese del Celtic Glasgow. L’incontro dunque che celebriamo oggi, come è scritto nella lapide comme morativa, idealmente congiunge le origini e il compimento del cammino verso l’unità europea. La storia poi volle che, dopo alterne vicende, dalla nostra terra verso Roma ripartisse nel secolo scorso l’unità d’Italia. L’alleanza fra Cozio e Augusto è una novità assoluta: è apertura della Valle di Susa al mondo. Oggi con questa celebrazione ci riappropriamo del tempo. Diceva Sant’Ago- stino nel libro XI delle Confessioni che non si può propriamente dire che i tempi siano tre: passato, presente, futuro. Sarebbe più proprio dire: il presente del pas sato, il presente del presente, il presente del futuro. Essi sono tutti e tre nell’a nima. Il presente del passato è la memoria, il presente del presente è la visione, il presente del futuro è l’attesa. Con questa consapevolezza compiamo dunque gli atti della cerimonia: d’altra parte questo nostro presente, come ogni cosa che è nel tempo, nel futuro diventerà passato. Grazie e buona giornata a tutti loro. 16

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