A Ranverso, Sant’Antonio Abate è legato doppio filo alla Precettoria-Ospedale di Sant’Antonio fungeva anche da lazzaretto
A Ranverso, Sant’Antonio Abate è legato doppio filo alla Precettoria-Ospedale di Sant’Antonio fungeva anche da lazzaretto
A Ranverso, Sant’Antonio Abate è legato a doppio filo alla Precettoria-Ospedale di Sant’Antonio, un’istituzione storica che fungeva anche da lazzaretto per i malati di “Fuoco di Sant’Antonio” e, successivamente, per quelli di peste. Il toponimo stesso, Ranverso, si ritiene derivi dalla sua posizione legata a questo complesso religioso e assistenziale. La festa di Sant’Antonio Abate a Ranverso, celebrata il 17 gennaio, è un evento importante per la comunità locale, con la tradizionale benedizione degli animali e dei mezzi agricoli.
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Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso:
Questa struttura, fondata nel XII secolo, era un centro nevralgico per i pellegrini e i malati lungo la Via Francigena.
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Ospedale e Lazzaretto:
La Precettoria offriva accoglienza e assistenza ai viaggiatori e ai bisognosi, in particolare a coloro che soffrivano del “Fuoco di Sant’Antonio”, una malattia cutanea causata dal consumo di segale cornuta, e durante le epidemie di peste.
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Toponimo Ranverso:
Il nome potrebbe derivare da “rio inverso”, riferendosi a un corso d’acqua situato nelle vicinanze della Precettoria, forse in posizione ombrosa o in direzione opposta al sole.
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Festa di Sant’Antonio Abate:
Il 17 gennaio si celebra la festa con una processione nelle cascine, la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli, e la distribuzione di piccoli pani benedetti.
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Culto popolare:
Sant’Antonio Abate è molto venerato nelle campagne e nelle vallate della Val di Susa, ed è considerato protettore degli animali, dei macellai e dei contadini.
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Affreschi:
Nella Precettoria di Ranverso sono presenti affreschi che raffigurano Sant’Antonio, come quello di Giacomo Jaquerio, dove è rappresentato San Biagio circondato da animali domestici e selvatici.
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, un’istituzione storica che fungeva anche da lazzaretto per i malati di “Fuoco di Sant’Antonio” e, successivamente, per quelli di peste. Il toponimo stesso, Ranverso, si ritiene derivi dalla sua posizione legata a questo complesso religioso e assistenziale. La festa di Sant’Antonio Abate a Ranverso, celebrata il 17 gennaio, è un evento importante per la comunità locale, con la tradizionale benedizione degli animali e dei mezzi agricoli.
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La Precettoria offriva accoglienza e assistenza ai viaggiatori e ai bisognosi, in particolare a coloro che soffrivano del “Fuoco di Sant’Antonio”, una malattia cutanea causata dal consumo di segale cornuta, e durante le epidemie di peste.
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Il nome potrebbe derivare da “rio inverso”, riferendosi a un corso d’acqua situato nelle vicinanze della Precettoria, forse in posizione ombrosa o in direzione opposta al sole.
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Culto popolare:
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Affreschi:
Nella Precettoria di Ranverso sono presenti affreschi che raffigurano Sant’Antonio, come quello di Giacomo Jaquerio, dove è rappresentato San Biagio circondato da animali domestici e selvatici.
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