accolto dei viaggiatori, ma nulla di significativo riguardo i pellegrini.
accolto dei viaggiatori, ma nulla di significativo riguardo i pellegrini.
Alain Demurger, specialista degli Ordini hospitalieri militari (16) verifica che le vie di Santiago non hanno attirato in modo particolare i Templari e gli Hospitalieri (Malta). Per un certo periodo ha creduto di aver trovato due ospitali nei Pirenei, a Luz e Gavarnie, poi dimostratisi infondati. Secondo lui, Templari e Hospitalieri hanno ricevuto donazioni ed acquistato un po’ dovunque in Occidente, comprese le vaste regioni dove possono circolare dei pellegrini di Santiago: “il borghese di Bayonne o il signorotto di Gascogne, che fa dono ai Templari o agli Hospitalieri, non pensa a Compostella, ma a Gerusalemme !”, ma aggiunge “che é ben evidente che, su una strada frequentata dai pellegrini nelle montagne pirenaiche o cantabriche, gli stabilimenti templari o hospitalieri esistenti ricevevano dei pellegrini e gli facevano l’elemosina”. L’Ordine degli Hospitalieri aveva anche degli ospitali su queste vie che portavano in Spagna, Saint-Jean-du-Saint-Esprit a Bayonne, per esempio. Nel 1408 questo Ordine degli Hospitalieri (Malta, che ha ricevuto dal papa tutte le proprietà confiscate ai Templari) trasforma l’antica casa templare di Toulouse in ospitale per pellegrini, senza però specificarne la destinazione, Santiago o altro. Un po’ più tardi, il grande priore dell’Ordine in Navarra fonda un ospitale a Puente-la-Reina, sul Camino francés. Nel Berry, gli archivi delle Commanderie dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (hospitalieri di Malta), come quella di Ormeteau, non fanno alcuna menzione dell’esercizio dell’ospitalità. Come altrove, non hanno altra finalità che la produzione di beni e ricchezze da inviare in Oriente. Gli Antonini hanno curato il “fuoco di sant’Antonio”; le loro case, organizzate in una loro rete, hanno anche accolto dei viaggiatori, ma nulla di significativo riguardo i pellegrini. Adalbert Mischlewski (17), specialista di questo Ordine, ha cercato di stabilire una correlazione tra i loro insediamenti e le vie di Compostella. Ha seguito il percorso di alcuni pellegrini a Compostella nel XV secolo, su un tragitto dalla Svizzera e per la valle del Rodano. Ha costatato che talvolta sono accolti dagli Antonini. A queste case ne ha aggiunte altre conosciute su questo itinerario, fino ad arrivare a venticinque ospitalità diverse. Ma questa grande via porta in Spagna e non solo a Compostella. Possiamo osservare che quando un pellegrino si presentava era ricevuto come ogni altro viaggiatore. Lo stesso ricercatore ha poi cercato le Commanderie antonine lungo le « cosiddette quattro vie storiche » e ne risultano a malapena una o due su ognuna di queste. Forza é di riconoscere, come fa, che la forte presenza nella Valle del Rodano é dovuta alla casa madre di Saint-Antoine l’abbaye, e che il culto di sant’Antonio é forte in Italia. Se poi verifica che molte chiese antonine hanno come secondo patrono san Giacomo, come si può affermare che tutte le chiese di san Giacomo sarebbero state fondate per segnare le vie per Compostella ? Questa ipotesi del “tutto san Giacomo” é oggi largamente desueta. Questo doppio patronato, sant’Antonio-san Giacomo, non é il segno che questi ospitali che ricevevano malati si piazzavano sotto la protezione dei santi capaci di guarire (sant’Antonio) e di accompagnare il defunto verso il paradiso (San Giacomo della buona morte) ? Infatti, l’Epistola di san Giacomo maggiore, molto conosciuta, si preoccupa molto dei malati e dell’unzione proposta. Come possiamo dubitare che i malati siano stati spinti ad essere curati sotto così buoni auspici ?
L’Ordine
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