Gli “autoctoni” di Ranverso erano in gran parte contadini poveri e la zona era abitata da pellegrini lungo la Via Francigena e da persone affette da epidemie di “fuoco sacro”. La fondazione del complesso ospedaliero da parte dei monaci Antoniani nel XII secolo si concretizzò per assistere la popolazione locale, in particolare i poveri e i malati, contribuendo così a definire la comunità del luogo.
- Contadini: La popolazione locale era principalmente composta da contadini poveri.
- Pellegrini: La posizione di Ranverso lungo la Via Francigena la rendeva un punto di passaggio per i pellegrini che si recavano a Torino, e per questo era necessario un ospedale per assisterli.
- Malati: La regione era colpita da epidemie di “fuoco sacro” (oggi conosciuto come herpes zoster), e l’arrivo dei monaci Antoniani fu in parte motivato dalla necessità di curare queste malattie.
chi erano gli autoctoni di Ranverso
L’area in cui sorge la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, situata tra Buttigliera Alta e Rosta, nel Canavese, era popolata da
comunità agricole e contadine già prima della fondazione del complesso monastico-ospedaliero. Non esistono, a Ranverso, specifici gruppi etnici “autoctoni” diversi dalla popolazione medievale locale, che era tipica dell’area pedemontana piemontese.
L’identità del luogo è strettamente legata alla fondazione della Precettoria:
- Contesto Medievale: Prima che l’area, che sembra derivare il suo nome da “Rivus inversus” (rio inverso), venisse donata, era una zona rurale come molte altre del Piemonte medievale. La maggior parte della popolazione in quel periodo era costituita da contadini che lavoravano la terra.
- Fondazione: Il conte Umberto III di Savoia donò l’area all’Ordine degli Antoniani di Vienne tra il 1180 e il 1185, per l’edificazione di un ospedale e di un convento destinati all’assistenza dei malati (in particolare di ergotismo o “fuoco di Sant’Antonio”) e dei viandanti.
- Comunità Locali: Gli abitanti originari che vivevano nei dintorni e che furono coinvolti nella vita del borgo e dell’ospedale erano semplicemente i contadini autoctoni della zona, le cui testimonianze orali sono state raccolte da studiosi locali in tempi più recenti per preservare le tradizioni.
Pertanto, gli “autoctoni” di Ranverso erano le genti comuni, principalmente contadini e agricoltori, che risiedevano nell’area prima e durante lo sviluppo del complesso religioso e ospedaliero, e che interagivano con i monaci, i pellegrini e i malati che vi giungevano
