Fòcara Unesco come Ranverso
Fòcara Unesco come Ranverso
La Focara di Novoli e il culto di Sant’Antonio Abate
MARCO PICCINNI » 3-GEN-2010 » 9.507 VISITE
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Sant’Antonio Abate, patrono di Novoli e protettore degli animali di stalla e da cortile, rappresentato iconograficamente con accanto un porcellino e con in mano un bastone con un campanello utilizzato per richiamare gli animali, è il santo intorno al quale si “accendono” importanti riti e festeggiamenti nel freddo gennaio, precisamente dai giorni che vanno dal 7 al 18. I giorni sicuramente resi più celebri però, sono quelli dell’accensione della grande focara, un falò di dimensioni maestose, 20 metri di altezza per 25 di diametro, che sta cercando da qualche anno di entrare a far parte della lista dei beni immateriali e intangibili dell’UNESCO.
I festeggiamenti del Santo presso il comune salentino iniziano dal lontano 1664 su concessione del vescovo Luigi Pappacoda che dichiarò Sant’Antonio Abate protettore di Novoli, accogliendo le richieste dell’Università e del clero.
Diverse testimonianze cartacee accertano la presenza della focara nel tempo: nel 1868 anno in cui un documento attesta la presenza di un comitato eletto dall’amministrazione comunale; nel 1905, anno forse della prima focara, tra l’altro disturbata da una forte nevicata nel giorno della vigilia; altre sparse tra gli inizi degli anni 10 e la fine degli anni 30 del secolo scorso.
Alcune teorie, come quelle esposte nell’articolo di Antonio Bruno, vedrebbero la focara come una tradizione originata e importata nel Salento nel territorio veneziano, data la similtudine con alcuni riti del fuoco e la massiccia presenza in passato di nuclei di veneziani in tutto il salento leccese, soprattutto nel centro del capoluogo di provincia.
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