1)A.S.A.R Amici dI Sant’Antonio Abate di Ranverso. Il Maestro Mons. Italo Ruffino Valente e meticoloso studioso di storia Antoniana e di storia ecclesiastica in particolare, alzando lo sguardo dal suo amato Sant Antonio di Ranverso così vivo di ricordi degli Antoniani.
1)A.S.A.R Amici dI Sant’Antonio Abate di Ranverso. Il Maestro Mons. Italo Ruffino Valente e meticoloso studioso di storia Antoniana e di storia ecclesiastica in particolare, alzando lo sguardo dal suo amato Sant Antonio di Ranverso così vivo di ricordi degli Antoniani.
1)A.S.A.R Amici dI Sant’Antonio Abate di Ranverso
3 Ordinato sacerdote nel Duomo di Torino il 29 giugno 1935 e oblato di Montecassino, dal 1944 al 1956 passa anni splendidi come lui stesso scrive, accanto al Servo di Dio mons. Giovanni Battista Pinardi parroco di San Secondo. Nel 1950 si laurea all Università Cattolica di Milano. Il 6 dicembre 1959, don Italo entra parroco a San Massimo, fino al Nel 1984 è nominato Canonico del Duomo e può riprendere i suoi studi e le sue ricerche storiche di storia diocesana e monastica. Fin dal 1948 si occupa di storia ospedaliera e raccoglie una infinità di materiali che pubblicherà nel volume di Storia ospedaliera antoniana. Collabora per oltre 40 anni ai settimanali diocesani e ad altre testate mentre continua l adesione alle iniziative in memoria e suffragio dei caduti in guerra, portando sempre nel cuore gli otto cappellani della mia Divisione Torino sul fronte russo e le terribili vicende della ritirata. È sempre disponibile alle più svariate richieste di ministero spesso in altre diocesi lungo uno straordinario cammino ecclesiale, missionario ed ecumenico: Ho avuto la grazia di conoscere meglio la vita della chiesa di ieri e di oggi. Si occupa delle comunità e delle chiese separate durante viaggi in Europa Orientale, Medio Oriente, Est Africa e America Latina. Ritorna in Argentina con cadenza annuale fino a quasi 100 anni per benedire la sua famiglia emigrata a Buenos Aires. Don Italo ha partecipato attivamente fin dalla sua costituzione alla vita e alle vicende dell Associazione Amici della Sacra di San Michele rincuorando, confortando, sostenendo e indicando la via a tutto il consiglio direttivo come cappellano dell associazione, come vicepresidente, come ricercatore e storico, anche in anni difficili e di contrasto. Ha diretto e coordinato fin dal 1995, con spirito battagliero, ben 8 volumi della collana Il Millennio composito di San Michele della Chiusa. Documenti e studi interdisciplinari per la conoscenza della vita monastica clusina. Valente e meticoloso studioso di storia e di storia ecclesiastica in particolare, alzando lo sguardo dal suo amato Sant Antonio di Ranverso così vivo di ricordi degli Antoniani, don Ruffino non poteva sfuggire al fascino della Sacra di San Michele di cui si occupò ancora prima della nascita dell associazione degli Amici. Tutti i volumi editi con il suo coordinamento parlano di quegli anni, in cui ci consigliò, ci guidò, ci spronò. Ultimo ricordo dei suoi anniversari 57
4 Non voglio in questa sede raccontare le molte serate, gli incontri, le discussioni, gli episodi che caratterizzarono la sua presenza in associazione. Non voglio raccontare di come lo aiutammo in tutti i modi, quando dovette lasciare l appartamentino che occupava nella sua chiesa di San Massimo (e i cani dell allora parroco!) per trasferirsi nella Casa del Clero di corso Benedetto Croce, quando trasportammo fisicamente montagne di libri, attaccammo infinite cifre alle sue canottiere e alle sue mutande perché nella nuova abitazione non si confondessero con quelle di altri sacerdoti racconta episodi della ritirata di Russia Non voglio descrivere i festeggiamenti per i suoi 50 anni di messa e poi per i suoi 60 anni e poi per i suoi 70 anni. Non voglio riproporre alla memoria i viaggi in giro per l Europa sulle tracce di storia sacrense, le sue apparizioni a casa nostra, a qualsiasi ora, dove cominciava a togliersi un paltò dopo l altro, una sciarpa, una, due maglie (si vestiva come una cipolla diceva lui) di tutto questo e di tanto altro ancora non voglio parlare, che questo numero del Quaderno non basterebbe. Voglio invece ricordare una pagina poco nota che mi raccontò, quando io ero impegnato a scrivere su mio Padre e sulle sue attività clandestine durante il periodo della Resistenza contro i tedeschi. Era, in allora, già vice-parroco di San Massimo, ai tempi del parroco don Pompeo Borghezio. La chiesa era nota per l ospitalità che sempre offriva, nei sottotetti, a quanti fossero ricercati dai tedeschi o dai fascisti di Salò. In particolare rimase impresso a don Ruffino Giuseppe Panek, sergente cecoslovacco che parlava ben 7 lingue, ma che si fingeva muto Ecco, di lui don Ruffino mi raccontò, della radio con la quale il Panek comunicava con i partigiani e con il Comando Alleato del generale Clark. Panek, dopo mezzo secolo, tornò nella chiesa di San Massimo, accolto con gioia da don Ruffino, ormai parroco. Don Ruffino si animava e in qualche modo si vedeva che con la mente tornava a quegli anni, quando mi raccontò questo episodio, ricordando come rividero insieme l angolo della lavanderia che era servito da giaciglio al cecoslovacco, come si affacciarono nuovamente, dal sottotetto, nell interno della colonna cava dell altare di san Giuda, dove veniva ingegnosamente nascosta la preziosa radio Un piccolo episodio, nulla a confronto con il suo libro Bianco, Rosso e Grigioverde dove lo stesso don Ruffino ha fissato su carta quegli episodi agghiaccianti che ogni tanto ci raccontava, per animarci, per spronarci per farci inorridire! Questo era don Ruffino, un duro (avrebbe potuto sopravvivere alla ritirata di Russia, se non lo fosse stato?) un uomo che nella vita, come tanti della sua generazione, ne aveva viste di tutti i colori, uno storico intransigente, ma anche un Sacerdote mai dimentico della sua missione. Fabrizio Antonielli d Oulx 58
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6 Tra tante manifestazioni di stima e affetto, scegliamo di pubblicare la testimonianza di un parrocchiano di San Massimo e amico per oltre 50 anni di don Ruffino. Sono nato nel All età di 5 anni rimasi orfano di padre: mia sorella aveva 3 anni e mia mamma 33. Abitavamo in una villa di corso Giovanni Lanza e quando mancò mio padre ci spostammo in un alloggio dove abito tutt ora, in via Della Rocca. Frequentai le elementari alla scuola Vittorio Amedeo III di via delle Rosine (Fratelli delle Scuole Cristiane) e poi le medie all Istituto La Salle (sempre dei Fratelli delle Scuole Cristiane). Facevo parte, come tanti miei compagni, della GLAC (Gioventù Lasalliana di Azione Cattolica) e quindi non frequentavo la parrocchia di San Massimo anche perché i due Istituti avevano le loro cappelle con la celebrazione domenicale della S. Messa. Quando, terminate le medie, mi iscrissi all Istituto Tecnico A. Avogadro cominciai a trovarmi con i ragazzi dell Azione Cattolica appunto di San Massimo. Quindi è dall anno 1963 che cominciano i miei legami con don Italo Ruffino, che per noi ragazzi è sempre stato il parroco. Personaggio tutto d un pezzo, decisamente duro e severo, intransigente, capace peraltro di calamitare l attenzione di tutti noi con le sue doti di chiarezza e facilità di esposizione per quelli che erano gli aspetti religiosi e spirituali. Di lì a qualche anno sarebbe incominciato il periodo della cosiddetta contestazione che toccò anche l ambiente della chiesa torinese e ricordo un nome per tutti: monsignor Pellegrino, vescovo della nostra città, che indisse il congresso di Rivoli dove si incontrarono i giovani non solo della Diocesi per discutere le nostre problematiche nei confronti della fede e con il clero. I miei rapporti con don Ruffino si intensificarono e divennero sempre più profondi e sentiti, anche con la mia famiglia. Celebrò le mie nozze nel 1971, battezzò le mie due figlie nel 1972 e nel 1974, celebrò le loro nozze, battezzò i miei quattro nipoti, rafforzando un legame che andava via via crescendo anche perché eravamo uniti da comuni interessi per la Storia in generale. Esperto a livello mondiale gli ho sempre ripetuto scherzosamente, ma forse senza sbagliare di storia dei monaci ospitalieri di Sant Antonio di Vienne e, molto più vicino a noi, di Sant Antonio di Ranverso, reduce della campagna di Russia, cappellano militare e parroco severo ma attento alle problematiche della immigrazione dal Meridione che in quegli anni sconvolgeva la città, mi travolse e coinvolse in molti dei temi che stava affrontando. Divenni, dal punto di vista pratico, il suo aiutante di campo, nella battitura al computer dei testi per i suoi numerosi articoli e libri, nella ricerca e copiatura dei materiali che andavo a cercargli in originale soprattutto cartine militari e che mettevo in pulito, compresi i suoi appunti e i disegni della campagna di Russia. Ho tutti i suoi libri con dedica; ad esempio sul volume Bianco, Rosso e Grigioverde del 2003, scrisse: Con cari pensieri nel ricordo di anni lontani e con amicizia sempre viva ; sul ponderoso e importante volume di Storia ospedaliera Antoniana del 2007 mi scrisse: A Franco, da tempo amico, ma mai come oggi. Ogni volta che mi capita di riprenderli in mano mi si affollano in mente decine di ricordi e tanta, tanta commozione. 60
7 Ho parlato prima di un personaggio intransigente ma per me, le mie figlie ed anche per i miei nipotini era ed è rimasto una figura amica, simpatica e divertente: era ed è rimasto don Ruffino! Col passare degli anni, i nostri legami si strinsero sempre più e capitava spesso di sentire suonare il citofono di casa: Chi è?. Un vecchio prete ed allora si aggiungeva, molto volentieri, un posto a tavola. Tra noi due c era un rapporto di confidenza e fiducia che assumeva sovente dei toni scherzosi, sottolineati sempre da frasi in dialetto. Ricordo, era il 2008, quando andai a prenderlo in macchina alla Casa del Clero per portarlo a battezzare il mio ultimo nipotino: gli dissi Ma da quanti anni ci conosciamo Italo? e lui Eh, più di 40! ed io Quante ne abbiamo fatte insieme! e lui E quante ne abbiamo ancora da fare! ; aveva 96 anni! Ricordo, nella sua camera alla Casa del Clero, la quantità impressionante di libri, documenti, testimonianze importanti, oggetti come l altare da campo usato nel gelo del fronte russo ad esempio e una marea di ritagli di giornale sugli argomenti più disparati che conservava gelosamente: per tutti gli amanti della Storia (me compreso) gli scritti originali hanno un fascino irresistibile! Ora che ci ha lasciati, sono sicuro che il suo ricordo mi accompagnerà sempre così come la sua testimonianza di uomo di chiesa e di storico. La sua vita è stata molto importante e intensa, un esempio da conoscere e riconoscere. Spero che i suoi appunti e le sue cose non vadano disperse o buttate. Per noi amici, che abbiamo avuto la fortuna di incontrare e apprezzare un prete così speciale, anche solo un appunto o un ritaglio di giornale diventano preziose testimonianze che richiamano alla mente centinaia di episodi e di ricordi oltre a costituire un utile patrimonio culturale. Arrivederci signor Tenente! Franco Campra L articolo comparso su La Stampa del 10 agosto
8 Denominazione: Associazione Amici della Sacra di San Michele Onlus Indirizzo: c/o Maria Luisa Reviglio della Veneria corso Einaudi Torino. Tel. e fax , cell Costituzione: 1986 L Associazione è Socio Fondatore di UNI.VO.C.A. (Unione Volontari Culturali Associati) nel L Associazione è iscritta alla F.I.D.A.M. (Federazione Italiana Amici dei Musei) dal L Associazione è Socia del Centro Servizi per il Volontariato V.S.S.P. dal Registro Regionale delle organizzazioni di volontariato: n del 1/6/1993. Registro Regionale Centralizzato Provvisorio della Persona Giuridica : n Presidente: Maria Luisa Reviglio della Veneria Scopi Dall art. 2 dello Statuto:…L Associazione è apartitica, aconfessionale e senza scopi di lucro. Costituitasi in gruppo spontaneo in occasione della celebrazione del primo millenario, si prefigge ora lo scopo di valorizzare gli aspetti storici, artistici, culturali, religiosi e sociali della Sacra in relazione al suo territorio. Principali attività Restauro del trittico di Defendente Ferrari e della pala di San Michele di A.M. Viani Illuminazione serale della Sacra progetto realizzato con la ditta Relè Finder Cartoline d epoca alla Sacra, in collaborazione con la Galleria Alfredo Gilibert Organizzazione della visita del Papa Giovanni Paolo II alla Sacra Mostra filatelica per la visita del Papa alla Sacra, con annullo speciale Carlo Alberto e la Sacra, mostra itinerante Grazie al vasto movimento di opinione (oltre 1500 iscritti) che ha sviluppato, ha contribuito a far proclamare la Sacra Monumento Simbolo del Piemonte Il Millennio Composito di San Michele della Chiusa, Collana editoriale con la direzione di Italo Ruffino e Maria Luisa Reviglio della Veneria. Documenti e studi interdisciplinari per la conoscenza della storia e della vita monastica clusina. Dal 1995 sono stati pubblicati n. 8 volumi En Hommage à Hugon de Montboissier, mostra itinerante e catalogo presentata al Parlamento Europeo di Strasburgo, quadri dedicati alla Sacra, dieci esposizioni tra Italia e Francia Volontariato e beni culturali, Torino, organizzazione di n. 3 convegni. 62
9 Illuminazione di 5 importanti monumenti della Valle di Susa Un Calendario della Sacra per il 2000, realizzato dagli studenti del Liceo R. Cottini di Torino, in collaborazione con la prof.ssa Giovanna Frova Viaggi nella Linguadoca e Pirenei alla ricerca della radici della Sacra e delle dipendenze francesi San Michele della Chiusa: il nome e la storia negli archivi di Francia, Convegno di studi internazionali, Giaveno Sottoscrizione di una Convenzione con il Comune di Sant Ambrogio per il recupero funzionale del castello abbaziale Una Valle di sogno, un sogno per la Valle progetto svolto in collaborazione Cara Valsusa ti ccrivo…, Scritti Valsusini di Giorgio Calcagno, a cura di M.L. Reviglio della Veneria, G. Monzeglio, G. Ricci Calcagno, raccolta di articoli di Giorgio Calcagno e promozione e organizzazione del Premio Letterario Nazionale Giorgio Calcagno (fino al 2009) La Sacra di San Michele mostra e ciclo di conferenze alla Biblioteca Regionale del Piemonte Cultura, Volontariato e Beni Culturali: organizzazione del XXII Convegno Nazionale F.I.D.A.M. a Torino Pubblicazione del manifesto Valle di Susa. Uno scrigno per l Europa (3000 copie) Iscrizione all associazione francese Les Chemins des saint Michel, che promuove il Cammino di san Michele in Europa e formulazione di un progetto per realizzare la prima tappa del Cammino di san Michele in Italia Consegna al cardinale Severino Poletto del VI volume della collana Il Millennio Composito di San Michele della Chiusa e di otto pergamene appena ritrovate sul mercato antiquario ma già appartenute al fondo clusino depositato nell archivio della Curia Nel nome di San Michele, a cura di M.L. Reviglio della Veneria e Teresa Ponzetto, Torino. Due edizioni Deposito dell Archivio dell associazione nell archivio del Comune di Sant Ambrogio Organizzazione del Cammino di San Michele in Italia e coinvolgimento delle istituzione e delle associazioni del territorio Prossima Stazione Arte e Cultura in Valle di Susa partecipazione al progetto. 2010, 20 novembre – Inaugurazione del castello abbaziale appena restaurato Il Cammino di San Michele., VIII volume della collana Il Millennio Composito, a cura di M.L. Reviglio della Veneria La Sacra di San Michele disegnata, e descritta da Massimo d Azeglio, riproduzione anastatica della cartella di incisioni del 1829 di Massimo d Azeglio. In collaborazione con la Liberia Antiquaria Pregliasco, la Fondazione cav. Mario Magnetto di Almese Realizzazione della prima tappa del Cammino di San Michele in Italia e nella Valle di Susa. Inaugurazione Partecipazione al progetto Pronto Soccorso per i Beni Culturali promosso da UNI.VO.C.A. 63
10 Partecipazione al progetto della mostra itinerante Pellegrinaggi e transiti in Valle di Susa Partecipazione all Open Day promosso da UNI.VO.C.A Partecipazione al progetto della mostra itinerante Sindone e… dintorni Partecipazione alla Settimana della Cultura promossa da UNI.VO.C.A. Progetti per il futuro – – Proseguire nella realizzazione del Cammino di San Michele in Italia in collaborazione con le associazioni francesi, con UNI.VO.C.A. e con altri enti pubblici e privati, interessati, – – Partecipazione al progetto Pronto Soccorso per i Beni Culturali promosso da UNI. VO.C.A