Agosto 26, 2021

CERCOR UNIVERSITA JEAN MONNET SANT’ETIENNE MARTINE ALET. L’analisi si concentra sull’istanza multipla a cui Franco Sacchetti presta il suo nome e che è sia protagonista o testimone, ma anche narratore e commentatore. Questa complessa fisionomia ricorda il “Dante” della Divina Commedia.

CERCOR UNIVERSITA JEAN MONNET SANT’ETIENNE MARTINE ALET. L’analisi si concentra sull’istanza multipla a cui Franco Sacchetti presta il suo nome e che è sia protagonista o testimone, ma anche narratore e commentatore. Questa complessa fisionomia ricorda il “Dante” della Divina Commedia.

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Traducendo Franco Sacchetti. Dalla lingua alla storia - Riassunti

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SINTESI

Laurent Baggioni e Sylvain Trousselard,”Prefazione. La visione della politica di Sacchetti – I giochi della risata e del caso »

Presentando la struttura del volume e la sintesi degli articoli, gli autori invitano a considerare la poetica politica del Trecento Novelle da un punto di vista positivo e non come una regressione rispetto al Decameron. Sisforzanocosì di porrealcentro dell’analisi il rapporto tra scelte letterarie sacchetane (comel’abbandonodel quadro narrativo boccaciano e la presenza di commenti moralizzatori) e la rappresentazionediuna crisi socio-politica polimorfica caratteristica della fine del XIVsecolo.

Antonio Corsaro, “Introduzione”

L’autore evidenziala specificità della “nuova” Sacchettienne. Le Trecento Novelle appaiono come un’opera aperta, irriducibile a qualsiasi schema morale, dottrinale o ideologico. Laprecarietàdell’esistenza, motore narrativo della collezione, si riflette nella precarietà delle relazioni sociali, descritta in un movimento perpetuo. Criticando ogni atteggiamento intellettualista, Sacchetti ha poi reinvestito la narrazione esemplare e comica tradizionalmente rivolta a un pubblico meno colto.

Michelangelo Zaccarello,”Il nuovo testo critico del Trecento Novelle di Franco Sacchetti”

L’autorericorda le tappe fondamentalidellastoria del testo sottolineando come il soggetto linguisticodellaraccolta, in assenzadiun autografo, dipenda daunatradizione successiva. Spiegando i criteridell’edizionecritica del Trecento Novelle dalui pubblicata nel 2014 a Firenze presso le Edizioni del Galluzzo, Michelangelo Zaccarello dimostra tuttavia che alcuni aspetti microtestuali, in particolarel’interesse del narratoreper il mimetismo dialettale, costituiscono realizzazioni definitive.230

Sylvain Trousselard,”Onomastica e rappresentazione della società nel Trecento Novelle »

La caratterizzazione comica dei personaggi è il risultato di vari giochi linguistici, come testimonia l’inventiva onomastica di Sacchetti, volta adevidenziarelo spessore socio-economico dei personaggi. Analizzando la designazione di determinati personaggi,l’autorerivela come il deittico della personasiacompletamente inscritto nella diegesi per restituire allo stesso tempol’attenzione del lettorealle relazioni socio-professionali che vengono poiinvitatenella storia.

Pascaline Nicou,”L’aggettivo nuovo in Sacchetti e il comico capovolgimento del mondo “

L’esamedella qualifica di caratteri insoliti con la parola nuovo (chepuò essere tradotta come ” singolare “, ” strano “, ” stravagante “) riflette una concezione della risata basata sulladeviazionedalla norma, una concezione di cui Pascaline Nicou rivela il legame con la rappresentazione di alcuni rapporti di potere all’interno della società,nonchécon una dimensione politica più generale corrispondente a una critica della fragilità delle società e degli stati contemporanei.

Cécile Terreaux-Scotto,”La famiglia nel Trecento Novelle di Franco Sacchetti. Collegamenti fittizi e ancoraggi storici »

La famiglia ela filiazione sono segnate dall’ambiguità: daunlato, i bambini e i giovani sono ritratti come pericolosi rivali; dall’altro, viene evidenziata la loro intelligenza. Questa ambiguità potrebbe essere dovuta al fatto che i giovani, sempre più presenti nella vita politica dopo la rivolta dei Ciompi,sono percepiti come sovversivi. Come pueri senes,potrebbero essere il segnodiuna profonda crisi morale, di cui la peste evocata nel prologo potrebbe esserel’emblema.

Ismène Cotensin,”Arte, spazi e narrazione nel Trecento Novelle di Franco Sacchetti”

In che modo la bottega dell’artista, aperta sulla strada, partecipa al flusso della vita cittadina? In che modo i vari aneddoti raffiguranti i 231pittori Buffalmacco o Giotto – già presenti nel Decamerone – rivelanol’evoluzionedella società fiorentina, in particolare lo status dell’artista-artigiano? La rappresentazione degli artisti di Franco Sacchetti riflette così la loro piena integrazione nella sociologia urbana e in un insieme di relazioni di potere che strutturano la città in modo più ampio.

Laurent Baggioni,”Analisi politica della risata fiorentina”

Franco Sacchetti descrive il rapporto tra i detentori del potere e i loro soggetti secondo una polarità che èunadelle principali sorgenti della commedia. La categoria bakhtiniana di “carnevalesco” sembra inadeguata a definire il fumetto della collezione, perché gioca piuttosto sul ridicolo del dominato piuttosto che su quello del dominante. Il comportamento comico dei buffoni è tuttaviadotato diun valore euristico che rivela uno sguardo critico su tutte le forme di potere.

Marina Gagliano,”Sacchetti, racconto comico e commento moralizzante nel Trecento Novelle. I modelli di Boccaccio e Dante »

L’analisisi concentrasull’istanzamultipla a cui Franco Sacchetti presta il suo nome e che è sia protagonista o testimone, ma anche narratore e commentatore. Questa complessa fisionomiaricorda il “Dante” della Divina Commedia,chel’autoreevoca presentando la dimensione etica dei suoi racconti. Così, questo “io” poliedrico fa della collezione uno spazio di comunicazione in cui si svolge un invito alla conciliazione eall’eserciziodelle virtù morali e civili.

Élise Leclerc,“”Perché dice bene il proverbio”. Traducendo le forme sentenziose del Trecento Novelle »

Le forme sentencious sono analizzate dal punto di vistadell’economia generaledel testo. Appaiono come un complesso strumento narrativo e retorico che il narratore maneggia con precisione,articolandoloalle diverse voci della storia. Lo scopo comune di questi usi convergenti sembra essere quello di tessere una struttura sottostante, portandounasaggezza senza tempo e collettiva, e partecipando al distanziamento criticodelmondo contemporaneo al lavoro nella collezione.232

Ilaria Tufano,”La dimensione politica nel Trecento Novelle di Franco Sacchetti”

L’osservazione empirica di Franco Sacchetti del tumultuoso quadro socio-politico della fine del Trecento, la sua vertiginosa percezione della precarietà dell’esistenza – così lontana dalle matrici proto-umaniste di Boccaccio – sono il frutto di una visione agostiniana dellastoria,intrinsecamente malvagia e violenta, che Sacchetti concepisce come un tragico susseguirsi di catastrofi e, per di più –si discostain questo daAgostino– come il toy delle permutazioni della Fortuna.

Enrica Zanin,”Il Trecento Novelle,progetto etico, accoglienza e censura”

L’articolomette in discussione il progetto etico di Franco Sacchetti evidenziandone la vicinanza e le deviazioni dal suo modello boccaciano. Loilluminaalla luce della sua accoglienza e comprensione da parte dei lettori successivi, soprattutto nelle versioni degli stessi racconti di Girolamo Morlini e Gianfrancesco Straparola. Il clima di censura che seguì il Concilio di Trento cambiò la comprensione di questo progetto, come dimostra la ricezione della notizia da parte di Vincenzo Borghini e Antonio da Sangallo.

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